È passata ormai quasi una generazione da quando i Centers for Disease Control (CDC) diAtlanta segnalarono il primo caso di infezione da HIV.In questi 18 anni molte cose sono cambiate: il decorso dell’infezione si è completamentemodificato, grazie all’introduzione di combinazioni di farmaci antire t rovirali sempre piùpotenti. Ciò ha determinato un notevole aumento della sopravvivenza ed una migliorequalità di vita delle persone colpite. Il panorama dell’HIV è ora in costante evoluzione; lapiù lenta evoluzione dell’infezione e la possibilità di contro l l a re, almeno in parte, l’insorgenzadelle patologie opportunistiche, tende a fare assumere alla malattia da HIV caratteristicheproprie delle patologie croniche (quali ad esempio il diabete o l’ipertensione arteriosa,etc.) e sempre meno quelle di una patologia ad esito rapidamente infausto.Se quanto sopra riportato rappresenta un grande pro g resso, non vanno in ogni caso sottovalutatele possibili conseguenze di questi cambiamenti. L’aumentata diffusione dell’infezionetra le coppie eterosessuali ed il conseguente incremento delle nuove infezioni trale donne richiedono nuove e più articolate risposte. Sia gli operatori che i pazienti non sit rovano più a dover gestire esclusivamente “problematiche di morteâ€, bensì anche “problematichedi vita†(i figli, il lavoro, l’alloggio, la famiglia, etc.). Occorre inoltre sottoline a re il fatto che, oggi, le persone sieropositive, proprio grazie all’aumentato benessere fisico,hanno una vita sessuale mediamente più lunga e più intensa; ciò è un bene dal puntodi vista individuale, ma può comport a re a lungo termine un aumento del rischio di trasmissionedell’infezione. Questo effetto potrebbe però, essere controbilanciato da una diminuitaprobabilità di trasmissione per singolo rapporto, dovuta al possibile abbattimentodella carica virale conseguente all’uso dei farmaci antire t ro v i r a l i .È in questo contesto che oggi si deve collocare il counselling, strategia d’intervento checonsente, tramite la trasmissione di informazioni, il supporto e l’assistenza, di contenerein maniera significativa sia i rischi legati al contagio, sia il disagio emotivo della persona sieropositivae dei suoi cari. Esso rappresenta, quindi, anche un importante strumento di prevenzione,purt roppo spesso sottovalutato e scarsamente sostenuto da iniziative di form azionee addestramento al suo corretto utilizzo. È proprio in questo senso che l’opera di E.Bravi e G. Serpelloni acquista un valore part i c o l a re .Il volume raccoglie contributi ed esperienze di alcuni fra i più prestigiosi esperti in materiadi HIV/AIDS e ricopre una vasta gamma di ambiti di applicazione del counselling. Esso si pone, dunque, come un prezioso ausilio formativo per tutti coloro (medici e non) che si occupanodi HIV e che desiderano appro f o n d i re le proprie conoscenze teoriche, così come alcuniaspetti operativi ed estremamente pratici, legati alla gestione dei diversi aspetti dell’infezionee della malattia da HIV, nelle sue diverse fasi.In conclusione, non v’è dubbio alcuno sull’utilità di questa opera, che godrà sicuramentedi una grande fort u n a.
Giovanni Rezza
C e n t ro Operativo AIDS-Reparto AIDS e MSTLaboratorio di EpidemiologiaIstituto Superiore di Sanità ,R o m a
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