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Redazione a cura dello Staff DRONET.

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LA REAZIONE GENETICA ALLO STRESS

fonte: Le Scienze
21-01-2002 Tutti sappiamo come un'esperienza traumatica possa essere seguita da un lungo periodo di nervosismo, di risposte esagerate a stimoli che normalmente verrebbero ignorati. Non è noto però come sia possibile che un'esperienza si traduca in cambiamenti neurologici in grado di durare anche per considerevoli periodi di tempo. Ora un gruppo di ricercatori della The Hebrew University di Gerusalemme, studiando topi di laboratorio, ha scoperto che lo stress può modificare alcuni prodotti genetici agendo sul normale meccanismo di «taglia e incolla» attraverso cui viene prodotto l'RNA messaggero. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista «Science». L'RNA messaggero trasporta informazioni dal nucleo della cellula fino ai ribosomi, dove vengono sintetizzate le proteine. Alterarando i meccanismi di questa comunicazione vengono prodotte proteine diverse, spesso non in grado di svolgere il compito richiesto. Per esempio, il gene ACHE codifica una proteina che aiuta a controllare i segnali che vengono trasmessi dalle sinapsi. In seguito a un trauma, però, questo gene produce spesso una forma rara di RNA messaggero. I ricercatori hanno inoltre scoperto che questo RNA modificato produce una variante della proteina che, a differenza di quella normale, non può essere integrata nelle sinapsi. Per capire il vero effetto sui collegamenti fra i neuroni, sono stati poi studiati alcuni topi esposti a forti stress. È risultato così che in questi animali l'attività elettrica cerebrale è molto più intensa, rispetto agli animali non sottoposti a stress.

staff dronet

CATEGORIA: TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

Genetica e disturbo da deficit di attenzione/iperattività

fonte: Le Scienze
10-01-2002 La selezione dell'allele è avvenuta relativamente di recente nell’evoluzione umana. Secondo quanto pubblicato sulla rivista "Proceedings of the National Academy of Science", il disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD) sarebbe legato a una selezione genetica positiva, il che indicherebbe un originario meccanismo etologico per sopravvivere meglio in un ambiente. Come dice il suo nome, il disturbo da deficit di attenzione/iperattività è caratterizzato da una mancanza di concentrazione e da un comportamento impulsivo e iperattivo che si manifesta nei bambini prima dei sette anni di età, causando notevoli difficoltà nel processo di apprendimento. Per trovare un’origine genetica del disturbo, Robert Moyzis, docente di biochimica del College of Medicine dell’Università della California a Irvine ha studiato con alcuni colleghi i geni di 600 individui in tutto il mondo. I ricercatori hanno trovato 56 variazioni, o alleli, del gene DRD4, che codifica per il recettore della dopammina, un mediatore chimico del sistema nervoso centrale. Un allele, noto come 7R, è risultato associato all’ADHD e a un tratto comportamentale noto come “ricerca di novità” (novelty seeking). L’analisi suggerisce che questa variazione genetica è avvenuta relativamente di recente nell’evoluzione umana, tra 10.000 e 40.000 anni fa. "L’evidenza di una selezione positiva nella variazione genetica associata all’ADHD e alla ricerca di novità – ha commentato Moyzis – fornisce qualche indicazione sul perché il disturbo possa risultare così pervasivo e su come sia possibile individuare terapie più efficaci".

staff dronet

CATEGORIA: Internazionali TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

BUON ANNO!!!!!

fonte: Staff Dronet
31-12-2001
LO STAFF DI DRONET VI AUGURA UN MERAVIGLIOSO 2002!!!!!


staff dronet

CATEGORIA: Internazionali TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

Disegno di Legge Finanziaria 2002

fonte: Cittadino Lex
28-12-2001 E' stata definitivamente approvata dal Senato il 22 dicembre 2001 la manovra finanziaria per il 2002. Il testo che presentiamo è quello definitivo ma senza il coordinamento formale che viene effettuato prima della pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. Si tratta della finanziaria raddoppiata nel numero di articoli (alla conclusione dei passaggi parlamentari hanno raggiunto il totale di 79) con la conferma delle misure sociali previste dall’impianto originario del Governo. Questo il dettaglio delle misure. I SALDI DELLA MANOVRA. AUMENTANO LE DETRAZIONI PER FIGLI A CARICO. NUOVI TERMINI PER LA RIVALUTAZIONE DEI BENI D'IMPRESA. RIVALUTAZIONE TERRENI EDIFICABILI. ABOLIZIONE DELL'INVIM. ESTESE A TUTTO IL 2002 AGEVOLAZIONI PER RISTRUTTURAZIONI EDILIZIE. APPROVATA RIFORMA FONDAZIONI BANCARIE. INTERVENTI A FAVORE DELL'AUTOTRASPORTO. RIORDINO DEGLI ORGANISMI COLLEGIALI. BLOCCO DELLE ASSUNZIONI NELLA PA. VIA LIBERA A PROVVEDIMENTI PER LA SCUOLA. RIDUZIONE DEGLI STIPENDI DEI MINISTRI. AUMENTA TETTO SPESE ENTI LOCALI. CONTENIMENTO SPESE ENTI PUBBLICI. MUSEI AI PRIVATI. VIA A QUANTIFICAZIONE ECCEDENZE PERSONALE NELLA PA. NUOVE PENSIONI MINIME. INTERVENTI DI RISPARMIO SU DEBITO PUBBLICO. VIA LIBERA A RIDUZIONE COSTO DEL LAVORO. FINANZAMENTO DI OPERE. ASILI NIDO. IVA AL 10% PER TV VIA CAVO.

staff dronet

CATEGORIA: Nazionali TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

La resistenza dell'HIV

fonte: Le Scienze
24-12-2001 Messa in luce la necessità di mettere a punto nuove classi di molecole . Secondo quanto riferito da un gruppo di ricercatori all’Interscience Conference on Antimicrobial Agents and Chemotherapy (ICCAC) tenutosi a Chicago, l’HIV starebbe diventando molto rapidamente resistente ai farmaci. I ricercatori hanno infatti scoperto che tre quarti di un campione di 1500 sieropositivi americani sono infetti da virus resistenti alle molecole usate più di frequente. Il 78 per cento dei virus è resistente ad almeno un farmaco, mentre oltre la metà, ormai, resiste almeno a due. La maggior parte dei sieropositivi si cura assumendo un cocktail di tre farmaci e, quando il virus all'interno di un individuo diventa resistente a tutte e tre, si ha lo sviluppo dell’AIDS. Questi risultati non sono di per sé molto sorprendenti, perché erano già stati ottenuti nel corso di altre ricerche, ma sicuramente molto preoccupanti per via della loro affidabilità: per la prima volta un simile studio viene condotto su un numero di pazienti sufficientemente grande da avere valore statistico. Secondo i ricercatori questi dati hanno due implicazioni particolarmente importanti sulla cura della malattia e sulla ricerca scientifica. Per prima cosa, essi mostrano chiaramente la necessità di mettere a punto nuove classi di farmaci che aggrediscano il virus in modo diverso. In questo senso ci sono già molti gruppi al lavoro e i risultati non dovrebbero farsi attendere molto. In secondo luogo, ancora una volta viene evidenziata la necessità di limitare il più possibile la trasmissione del virus, per evitare la diffusione di ceppi resistenti.

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CATEGORIA: Internazionali TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

I benefici del vino rosso

fonte: Le Scienze
24-12-2001 Nuove conclusioni grazie allo studio su cellule cardiache di vacca in coltura. L'alcol è considerato una minaccia per la salute, ma da tempo si è scoperto che il vino rosso, ovviamente in quantità moderate, protegge in qualche modo dalle malattie cardiovascolari, anche se non era molto chiaro in che modo. Ora un gruppo di ricercatori dell' Università di Leeds, in Inghilterra, ha scoperto che il vino blocca un composto cellulare che si pensa sia un fattore chiave nel favorire l'accumulo di grassi nei vasi sanguigni. Lo studio, pubblicato sulla rivista “Nature” , mostra che alcuni composti presenti nel vino rosso inibiscono la formazione dell'endotelina-1, una sostanza che fa contrarre i vasi sanguigni intrappolando i grassi. Il fatto che il vino bianco e il rosé non sembrino avere alcun effetto sulla produzione dell'endotelina-1 implica che i polifenoli, sostanze presenti nella pelle dell'uva che finiscono solo nel vino rosso, siano probabilmente l'ingrediente attivo. In passato i polifenoli erano già stati tirati in causa per spiegare la salubrità del vino rosso, ma solo in virtù del loro potere antiossidante. Ora Tony Turner conta di proseguire la ricerca misurando la produzione di endotelina-1 in alcuni volontari prima e dopo il consumo di vino rosso. Lo studio per ora è stato infatti condotto con cellule cardiache di vacca in coltura, per cui è necessario stabilire se effettivamente lo stesso meccanismo è presente anche negli esseri umani. Se i risultati saranno positivi, probabilmente si potrà calcolare la quantità ottimale di vino rosso in grado di fornire il massimo beneficio senza farci incappare in troppi effetti "sgradevoli" dovuti all'alcol.

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I GRANDI BEVITORI SPESSO HANNO ANCHE UN RAPPORTO PATOLOGICO CON IL GIOCO

fonte: Journal of Studies of Alcohol
19-12-2001 I grandi bevitori sono anche più dipendenti dal 'tavolo verde': hanno un rapporto patologico con il gioco 23 volte più degli altri. Lo ha dimostrato uno studio finanziato dall'Istituto nazionale per l'alcolismo degli Stati Uniti e pubblicato dalla rivista Journal of Studies of Alcohol. La ricerca, basata domande telefoniche poste a 2600 americani maggiorenni, indica che nella popolazione standard solo il 2 per cento ha un rapporto patologico (compulsivo) con il gioco. Ma il tasso aumenta notevolmente tra le fasce di popolazione più deboli. Tra i giocatori compulsivi, inoltre, la dipendenza dall'alcol è particolarmente diffusa. Lo studio, ricorda John Welte docente all'Università di Buffalo e principale autore delle ricerca, conferma, infine, che gli effetti negativi dell'alcolismo sono più accentuati nelle minoranze e nelle persone di livello economico più basso.

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ANZIANI E MEMORIA

fonte: American Journal of Clinical Nutrition
18-12-2001 I ricercatori dell’ Università di Toronto dimostrano come dopo aver bevuto una bevanda contenente o carboidrati o proteine o grassi, la memoria delle persone anziane migliori. 11 maschi e 11 femmine, di età compresa dai 61 ai 79 anni, hanno bevuto bevande a base di carboidrati, o di proteine o di grassi o una bevanda placebo. L’apporto calorico di ogni bevanda tranne del placebo era comunque lo stesso. Tutti hanno bevuto, in giorni diversi, ogni bevanda. A distanza di 15 minuti e poi di 60 minuti dalla bevuta i partecipanti allo studio sono stati sottoposti a una serie di test ideati allo scopo di valutare le funzioni cognitive cerebrali e in particolare la memoria e la capacità di attenzione. 15 minuti dopo aver bevuto una delle bevande a base di macronutrienti(carboidrati, proteine e grassi) la memoria ritardata (valutata dai ricercatori facendo ripetere un paragrafo venti minuti dopo averlo ascoltato) risultava migliore di quanto non fosse dopo aver bevuto la sostanza placebo. La bevanda proteica riduceva la percentuale di cose dimenticate nella prova eseguita dopo 15 minuti dalla bevuta e quella a base di grassi faceva migliorare la capacità di attenzione nei test eseguiti a 60 minuti. I meccanismi attraverso i quali gli alimenti aiutano il nostro cervello a funzionare meglio non sono del tutto chiari, ma i ricercatori attribuiscono un ruolo importante all’attivazione di vari ormoni intestinali che si liberano quando mangiamo e che oltre ad agire nelle varie fasi della digestione avrebbero un effetto anche su alcune zone specifiche cerebrali, deputate al funzionamento dei meccanismi cognitivi. Anche l’aumento della concentrazione nel sangue di glucosio e di alcuni aminoacidi che segue ad un pasto fornirebbe al cervello una maggiore quantità di composti base (glucosio e aminoacidi) per produrre mediatori chimici implicati nell’attività cerebrali.

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Un’ipotesi per le origini dell'HIV

fonte: Le Scienze
14-12-2001 Una volta passato dalla scimmie dall’uomo, è mutato continuamente per adattarsi al nuovo ospite. I ricercatori si sono chiesti a lungo come mai un virus relativamente innocuo come il virus dell'immunodeficienza delle scimmie (SIV), si sia trasformato nel mortale HIV umano. In un articolo pubblicato sulla rivista “The Lancet” Ernest M.Drucker del Montefiore Medical Center, insieme ad alcuni colleghi, ha avanzato un'ipotesi credibile. Secondo questo studio ad aver dato origine al virus HIV potrebbe essere stata l'introduzione degli antibiotici in Africa durante l'ultima parte del periodo coloniale. Il passaggio del SIV agli esseri umani è probabilmente avvenuto nel corso di vari millenni, per via della caccia e della macellazione delle scimmie, attraverso morsi, tagli e contatto con il sangue degli animali. Con tutto ciò, il passaggio del virus SIV non ha dato luogo immediatamente all'epidemia di AIDS. Che cosa quindi ha trasformato un virus innocuo in uno mortale? Secondo i ricercatori, l'utilizzo massiccio di siringhe non sterilizzate durante una campagna di somministrazione di penicillina finanziata dalle Nazioni Unite negli anni cinquanta. L'idea è che il virus SIV venne propagato mediante l'utilizzo di aghi non sterili e fu costretto a mutare continuamente per adattarsi al nuovo ospite. Dopo alcune mutazioni, il virus si trasformò nell'HIV attuale.

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Comunicato SITD

fonte: SITD - Società Italiana Tossicodipendenze
27-11-2001 Ripensiamo le politiche sulle tossicodipendenze alla luce delle conoscenze scientifiche e dell’esperienza pratica

staff donet/evelink

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