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Redazione a cura dello Staff DRONET.

risultati: 2501 - pag. 222 di 251
 

Come l'HIV causa la demenza

fonte: Le Scienze on-line

27-04-2004 Sin dai primi studi sull'epidemia di AIDS, due decenni or sono, gli scienziati hanno tentato di capire perché circa un quarto dei pazienti infetti dal virus HIV sviluppava anche demenza. Ora, alcuni ricercatori del Jefferson Medical College potrebbero aver trovato una risposta.Un team guidato dal virologo Roger J. Pomerantz, direttore della divisione di Malattie Infettive e Medicina Ambientale, ha dimostrato che il virus produce proteine che attivano specifici processi biochimici nel cervello, portando alla morte delle cellule cerebrali. Pomerantz e colleghi descrivono il proprio studio in un articolo pubblicato online il 19 aprile sulla rivista "Proceedings of the National Academy of Sciences".Il virus HIV non provoca alcuna infiammazione o aumento di globuli bianchi nel cervello, a differenza di altre infezioni cerebrali come la meningite o l'herpes. "I neuroni muoiono - spiega Pomerantz - e il cervello si atrofizza. Ciò è molto insolito: gli agenti infettivi di solito non fanno così". Che l'effetto sia dovuto al virus HIV è certo: i pazienti che assumono i cocktail di farmaci anti-retrovirali (HAART), che impediscono la replicazione retrovirale, presentano infatti un tasso di demenza molto inferiore a quelli che non assumono i farmaci.

Staff Dronet

CATEGORIA: Internazionali TIPO: Scientifiche invia articolo
 

Cresce consumo alcol tra i teenager, specie ragazze

fonte: Ansa.it

23-04-2004 Sono sempre di piu' gli adolescenti, soprattutto ragazze, che in Italia consumano alcol e scende a 11-12 anni l'eta' del primo bicchiere. E' la media piu' bassa d'Europa, dove il primo alcolico arriva intorno ai 14 anni. E' quanto emerge nella giornata di prevenzione organizzata a Roma dall'Istituto Superiore di Sanita'. Sono circa 900 mila (dati Istat) i giovani under 16 che fanno abitualmente uso di alcolici. I giovani bevitori sono passati dai 781.000 del 1998 agli 870.000 del 2001.

Staff Dronet

CATEGORIA: Nazionali TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

ALLARME ALCOOL, SI COMINCIA A 11 ANNI

fonte: Ansa.it

23-04-2004 ROMA - Sono sempre piu' numerosi gli adolescenti, soprattutto ragazze, che in Italia consumano alcolici e scende a 11-12 anni l'eta' del primo bicchiere, la piu' bassa in Europa, dove il primo drink arriva intorno ai 14 anni. E' quanto emerge dalla fotografia presentata oggi a Roma, nella giornata di prevenzione (Alchol Prevention Day) organizzata dall'Istituto Superiore di Sanita' (ISS). Secondo i dati piu' recenti, frutto delle elaborazioni dell'ISS sui dati ISTAT, sono circa 900.000 i giovani al di sotto dei 16 anni che bevono abitualmente birra, vino e aperitivi alcolici. Sulla base dei dati Istat si calcola che i giovanissimi (14-16 anni) consumatori di alcolici siano aumentati dai 781.000 del 1998 ai 848.000 del 2000, ai 870.000 del 2001. Tra questi ultimi, circa 400.000 abusano di vino, birra e altre bevande alcoliche e le piu' accanite consumatrici sono le ragazze, passate dal 35,7% del 1998 al 41,6% del 2001. Nello stesso periodo i consumatori fra i ragazzi sono aumentati dal 46,2% al 51,6%. Complice dell'aumento dei consumi nei giovanissimi e' soprattutto la popolarita' di cui gode l'alcol a livello sociale. Per Emanuele Scafato, dell'Osservatorio Fumo, Alcol e Droga dell'ISS, ''l'alcol, a differenza degli altri principali fattori di rischio per la salute, gode di un'accettazione sociale e di una popolarita' legate alla cultura italiana del bere che poneva, fino a 10 anni fa, il consumo di vino come elemento inseparabile dell'alimentazione''. Oggi, invece, il bere alcolici e' piu' legato ''agli effetti che esso esercita sulle performance personali''. I giovanissimi, per esempio, bevono per sentirsi piu' sicuri e loquaci quando sono in gruppo e per essere ''trendy'' agli occhi degli amici. Ed e' proprio per questo che il 12,2% di loro preferisce bere lontano dai pasti. Una modalita', questa, preferita soprattutto dalle ragazze (il 27,6% contro il 3,9% dei maschi). La birra e' la bevanda alcolica preferita, soprattutto dai maschi, seguita dal vino, dagli aperitivi alcolici e dagli amari. Le cifre presentate oggi sollecitano quindi la necessita' di iniziative volte a contrastare il fenomeno, alle quali ISS e ministero della Salute rispondono, ha aggiunto Scafato, con l'impegno sul fonte della prevenzione e dell'informazione con il sito Web dell'Osservatorio e opuscoli. Si prevede inoltre di potenziare l'attivita' del Telefono Verde Alcol (al numero 800632000), che offre consulenze per problemi di dipendenza e assistenza agli alcolisti.

Staff Dronet

CATEGORIA: Nazionali TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

Il cavallo di troia dell'HIV

fonte: Le Scienze on - line

20-04-2004 Alcuni ricercatori del Children's Hospital di Philadelphia stanno studiando i dettagli del modo in cui il virus HIV riesce a travestire i geni nelle cellule infette per passare inosservati dal sistema immunitario. Gli scienziati hanno identificato proteine cellulari espresse durante l'infezione che consentono alle cellule infette da HIV di evitare l'apoptosi, il cosiddetto suicidio cellulare. Questo meccanismo di sopravvivenza permette al virus di mantenere l'infezione all'interno delle cellule compromesse. Le scoperte, per ora basate soltanto su studi sulle cellule e non su pazienti, potrebbero condurre in futuro verso trattamenti per eliminare del tutto le infezioni di HIV. Gli attuali metodi si basano su una combinazione di farmaci (terapie anti-retrovirali altamente attive) che non elimina livelli di infezione latenti. Lo studio, pubblicato sul numero di marzo della rivista "AIDS", si basa su ricerche precedenti dello stesso autore, Terri H. Finkel, che mostravano come l'HIV non uccide sempre le cellule immunitarie infette. Elimina, invece, le cellule vicine e in qualche modo impedisce ad almeno alcune delle cellule infette di morire. "Abbiamo scoperto che un gene chiamato HALP - spiega Finkel - svolge un ruolo cruciale nella protezione delle cellule infette. HALP interferisce con l'apoptosi e di solito ha un compito benigno, ma in caso di infezione di HIV impedisce alle cellule T infette di essere attaccate dal sistema immunitario, rendendole libere di riprodurre il virus".

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CATEGORIA: Internazionali TIPO: Scientifiche invia articolo
 

Gli adolescenti Novelty – Seeking possono essere influenzati più facilmente da annunci pubblicitari

fonte: NIDA

13-04-2004 Da questo studio emerge come gli adolescenti con un comportamento definito Novelty – Seeking e sintomi di ADHD, sintomi di iperattività e deficit dell’attenzione, siano più facilmente influenzabili, rispetto ai loro coetanei, dalle campagne pubblicitarie sul fumo. Questo dimostra che prendendo in considerazione questi fattori nelle campagne anti – fumo si potrà avere un margine più alto di successo anche con quegli adolescenti che hanno disfunzioni nel comportamento e nell’attenzione, con una ricerca costante del rischio e della novità, e che pertanto sono portati ad utilizzare tabacco e altre sostanze più precocemente rispetto ai loro coetanei. Il gruppo di ricerca è stato condotto dal Dott. Janet Audrain Mc Govern e colleghi dell’università della Pennsylvania e di Georgetown. È possibile leggere l’ntera ricerca in inglese scaricando il file allegato in formato pdf.

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CATEGORIA: Internazionali TIPO: Scientifiche invia articolo
 

Disturbi del comportamento possono indicare un aumento del rischio di fumare fra gli adolescenti

fonte: NIDA

13-04-2004 Questo studio, pubblicato nell’edizione di settembre 2003 del “Journal of Child and Adolescent Substance Abuse” dimostra come adolescenti che abbiano un più alto livello di aggressività e di iperattività rispetto ai loro coetanei abbiano più probabilità di iniziare a fumare sigarette. L’indagine è stata svolta su studenti e sui loro genitori, per valutare l’aggressività degli adolescenti, l’iperattività, i problemi comportamentali, la disattenzione, l’impulsività, i livelli di ansia/depressione e i problemi sociali. Per leggere la relazione completa scaricare il file allegato in formato pdf.

info@dronet.org Staff Dronet

CATEGORIA: Internazionali TIPO: Scientifiche invia articolo
 

Il programma di prevenzione pone un freno all'abuso di droga fra i giovani della scuola media

fonte: NIDA

13-04-2004 Questa indagine è stata pubblicata nel settembre 2003 su “American Journal of Public Healt, ed è tesa a dimostrare come adeguati programmi di prevenzione, riducano l’utilizzo di alcool, tabacco e altre sostanze d’abuso negli studenti della scuola media. Gli studenti che hanno partecipato alla sperimentazione hanno modificato i loro atteggiamenti e comportamenti verso alcool, tabacco e alte sostanze. Sono stati sensibilizzati sulle conseguenze sociali, comportamentali e fisiche che possono derivare dall’utilizzo di quest’ultime. Per leggere i risultati della ricerca scarica il file allegato in formato pdf.

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CATEGORIA: Internazionali TIPO: Scientifiche invia articolo
 

La buprenorfina può essere d’aiuto alle persone dipendenti da eroina e cocaina

fonte: NIDA
13-04-2004 Questo studio è stato pubblicato nel gennaio 2004 sul “Clinical Pharmacology and Therapeutics”. In questa indagine è dimostrato che l’utilizzo di buprenorfina liquida è molto efficace nella riduzione dell’utilizzo di cocaine ed eroina. Per leggere la ricerca in lingua originale scaricare il file allegato in formato pdf.

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CATEGORIA: Internazionali TIPO: Scientifiche invia articolo
 

Le leggi anti-fumo proteggono dagli attacchi cardiaci

fonte: Le Scienze on line

13-04-2004 Secondo una nuova ricerca pubblicata sul British Medical Journal il 5 aprile 2004, le legislazioni anti-fumo potrebbero essere collegate a un rapido calo del numero di attacchi cardiaci. Studi precedenti avevano già mostrato che le persone che vivono o lavorano in un ambiente inquinato con fumo passivo presentano un rischio di attacco cardiaco maggiore del 30 per cento. Lo studio è stato effettuato a Helena, una piccola comunità negli Stati Uniti dove, dal giugno al novembre 2002, è stato imposto il divieto di fumare in pubblico e nei luoghi di lavoro. La legge è stata ritirata dai suoi oppositori nel dicembre 2002. I ricercatori dell'Università della California di San Francisco hanno esaminato il numero di ricoveri mensili per attacchi cardiaci all'ospedale locale negli stessi sei mesi, dal 1998 al 2003. Per quanto riguarda gli abitanti di Helena, durante i sei mesi in cui era in vigore la legge il numero di ricoveri è risultato inferiore di circa il 40 per cento (da una media di 40 negli anni prima e dopo la legge, a un totale di 24 durante il divieto). Per coloro che abitavano fuori città, invece, non c'è stato un calo significativo di ricoveri. Si tratta del primo studio a riferire un'associazione di questo tipo e, ovviamente, saranno necessarie ulteriori ricerche per confermare i risultati. Tuttavia, il fatto che i ricoveri siano diminuiti nell'area in cui era in vigore la legge e non al di fuori suggerisce che le leggi anti-fumo non solo proteggano dai pericoli a lungo termine del fumo passivo ma che possano essere associate anche a un rapido calo degli attacchi cardiaci.

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CATEGORIA: Internazionali TIPO: Scientifiche invia articolo
 

Più debole l’armatura protettiva di HIV 1 nelle prime fasi del contagio per via eterosessuale

fonte: Ministero della Salute
09-04-2004 Uno studio pubblicato da Science magazine del 26 marzo rivela importanti dettagli sulle caratteristiche presentate da HIV 1 nelle fasi immediatamente successive alla trasmissione per via eterosessuale. La ricerca, svolta da un gruppo di scienziati coordinato dall’epidemiologo Susan Allen dell’Università dell’Alabama di Birmingham (UAB), è stata condotta in Zambia su quattro uomini e quattro donne, selezionati da una coorte costituita da mille coppie, che hanno ricevuto il contagio dai loro rispettivi partner. A seguito della trasmissione, l’HIV 1 perde alcuni aminoacidi ed alcuni zuccheri presenti sul proprio envelope. Per maggiori approfondimenti clicca qui. Ciò interessa la glicoproteina virale gp120, in particolare nella regione dell’envelope virale destinata a legarsi ai recettori CD4. L’”esposizione” di gp120 rende il virus più infettante e, nello stesso tempo, più vulnerabile agli anticorpi neutralizzanti. I risultati della ricerca dell’UAB, qualora confermati, aprirebbero nuove prospettive per la messa a punto di un vaccino

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