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Redazione a cura dello Staff DRONET.

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Nuovi controlli antidoping

fonte: Le Scienze on line

30-07-2004 È possibile mettere un freno al doping nello sport? Con i giochi olimpici di Atene alle porte, gli scienziati temono che le sofisticate tecniche per aggirare i controlli possano rendere difficile individuare gli atleti che usano steroidi o altri farmaci, e che lo sarà sempre di più in futuro quando i miglioramenti basati sulla genetica potrebbero influenzare significativamente le competizioni atletiche. In un articolo pubblicato sul numero di agosto/settembre di "Update", la rivista della New York Academy of Sciences, Diane Kightliger documenta come i progressi nella produzione dei farmaci e nell'ingegneria genetica possano beneficiare gli atleti interessati ad evitare i controlli antidoping, e come gli scienziati stiano cercando di sviluppare tecniche di rivelazione ancora migliori. Oggi, la farmacopea delle sostanze vietate ai giochi olimpici non include solo stimolanti, ma anche narcotici, anabolizzanti, beta-2 agonisti, e ormoni peptidici come EPO (eritropoietina) e hGH (ormone umano della crescita). L'anno scorso, la compagnia farmaceutica Balco è stata accusata di distribuire agli atleti farmaci come lo steroide THG (tetraidrogestrinone). Recentemente i ricercatori sono riusciti a sviluppare test per individuare l'utilizzo di THG ed EPO, ma gli attuali metodi non possono nulla se gli atleti che usano queste sostanze in allenamento smettono di assumerle poco prima delle gare. Per combattere questi stratagemmi, sono ora in corso di sviluppo nuove tecniche più efficaci.

Staff Dronet

CATEGORIA: Internazionali TIPO: Scientifiche invia articolo
 

Aids/Hiv: nuove scoperte su Trim á, killer naturale dei retrovirus

fonte: Ministero della Salute

29-07-2004 Lo scorso mese di febbraio la rivista Nature ha pubblicato i risultati di una ricerca condotta da Sodroski e coll., del Dana Farber Cancer Institute di Boston, su una molecola (trim á) capace di agire quale fattore di restrizione contro l'infezione da HIV nelle scimmie rhesus. PNAS del 13 luglio dà spazio ad ulteriori studi da cui risulta che le diverse varianti di TRIM á, espresse dall'uomo, dalle scimmie rhesus, e dalle scimmie verdi africane sono in grado di neutralizzare anche altri lentivirus ed il virus della leucemia murina (MLV). La prima ricerca, condotta dagli scienziati dell'Aaron Diamond AIDS Research Center e della Rockefeller University di New York, mostra come TRIM á possa essere identificato nel Fattore di restrizione (Ref1) o in una sua componente essenziale, capace di inibire l'infezione da parte di almeno due distinti retrovirus. Il secondo studio, curato da ricercatori britannici del Wohl Virion Center dell'University College di Londra, evidenzia come il gene TRIM á, presente nell'uomo e nelle scimmie verdi africane, codifichi rispettivamente i fattori di restrizione antiretrovirali Ref1 e Lv1. La terza ricerca, svolta dai virologi del National Institute for Medical Research, The Ridgeway di Londra, dimostra che TRIM á, di origine umana, da scimmie rhesus e da scimmie verdi africane può agire come fattore di restrizione nei confronti sia di HIV1 che del virus della leucemia murina tipo N (N-MLV). Le recenti scoperte, maturate nello spazio di pochi mesi, aprono nuove prospettive di sviluppo alla ricerca applicata al contrasto dell'infezione da HIV.

Staff Dronet

CATEGORIA: TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

Linee guida americane per il trattamento dell'infezione da HIV

fonte: Department of Health and Human Services (DHHS)

28-07-2004 Nella sezione "Linee Guida Internazionali" sono state pubblicate le "Guidelines for the use of Antiretroviral Agents in HIV-1-Infected Adults and Adolescents", le linee guida americane per il trattamento dell'infezione da HIV.

Staff Dronet

CATEGORIA: Internazionali TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

Prevalence of Marijuana Use Disorders in the United States 1991- 1992 and 2001 - 2002

fonte: Jama

28-07-2004 Nell'area "Pubblicazioni Internazionale Droga Ricerca" è stato pubblicato in formato pdf l'articolo tratto dalla rivista JAMA, Maj 5, 2004 - Vol 291, N° 17.

Staff Dronet

CATEGORIA: TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

Anfetamine e incentivi

fonte: Le Scienze on-line

28-07-2004 Un team di ricercatori dell'Università di Stanford ha scoperto che le anfetamine fanno calare in chi le usa le aspettative di una ricompensa. Le scansioni del cervello di soggetti che erano stati portati ad aspettarsi una ricompensa in denaro - così come le autovalutazioni psicologiche - rivelano che sotto l'influenza di destroanfetamine essi sono stimolati meno positivamente da questa attesa. Inoltre, i ricercatori hanno anche scoperto che gli stessi soggetti sono stimolati meno negativamente quando si attendono una perdita. Gli scienziati ipotizzano pertanto che questi farmaci possano aiutare a "conservare le motivazioni, anche di fronte alle avversità". Le anfetamine vengono solitamente usate dai piloti degli aerei per ridurre la fatica durante i voli lunghi. In una serie di esperimenti descritti in un articolo pubblicato sul numero del 22 luglio della rivista "Neuron", Brian Knutson e colleghi hanno chiesto a otto volontari di eseguire un compito nel quale dovevano rispondere a determinate forme che apparivano su uno schermo di computer per ricevere una ricompensa in denaro. I ricercatori hanno somministrato ai soggetti dosi di destroanfetamina o di placebo. "Anche se in passato sono stati studiati gli effetti di incentivi farmacologici o psicologici sull'attività cerebrale, - scrive Knutson - questo è il primo studio che esamina la loro influenza combinata". La risonanza magnetica funzionale ha rivelato che, sotto l'effetto dei farmaci ma non del placebo, l'attività di picco di una regione della corteccia chiamata striato ventrale risultava smorzata. Ricerche precedenti avevano mostrato che questa regione è attivata dall'aspettativa di una ricompensa.

Staff Dronet

CATEGORIA: Internazionali TIPO: Scientifiche invia articolo
 

Progetto Flessibilità Organizzativa - Aggiornamento

fonte: Regione del Veneto Direzione per i Servizi Sociali
27-07-2004 E' possibile scaricare in formato pdf i rsultati preliminari della ricerca sulla "Flessibilità organizzativa delle equipe pubbliche e private del sistema per le dipendenze della Regione Veneto", in collaborazione con l'Institute of Behavioral Research - Texas Christian University, effettuata in occasione della Conferenza Internazionale del NIDA "Progress through collaboration" tenutasi a Portorico dal 11 al 14 giugno 2004. La versione originale della presentazione è disponibile nel sito dell'IBR-TCU: http://www.ibr.tcu.edu/presentations/feature.html Inoltre si avvisa che è in corso la preparazione di un seminario che si terrà a Venezia presso la Scuola Grande San Giovanni Evangelista il 20 settembre durante il quale verranno presentati i risultati finali della ricerca con la partecipazione di Dwayne Simpson, direttore dell'IBR-TCU, e di Pat Flynn, responsabile del progetto di ricerca, e che entro il mese di settembre verrà restituito a ciascuna equipe che ha partecipato alla ricerca il proprio profilo sulla flessibilità organizzativa, che potrà essere comparato con le medie regionali, nonchè con le medie statunitensi. Inoltre sono previsti aggiornamenti nel portale, è infatti in corso la preparazione di una sezione di Dronet Veneto dedicata alla ricerca in oggetto, dove saranno disponibili tutti i materiali e le documentazioni prodotte.

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CATEGORIA: Internazionali TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

World Drug Report 2004

fonte: dell'United Nation Office on Drugs and Crime

26-07-2004 Nell'area "Pubblicazioni" "Internazionali" "Droga" al link "Ricerca" è stato pubblicato il "World Drug Report 2004". E' possibile scaricarlo dal portale "Dronet.org" in formato pdf o andare direttamente al sito dell'United Nation Office on Drugs and Crime.

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CATEGORIA: TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

AIDS: SCOPERTO TALLONE ACHILLE VIRUS RESISTENTE A FARMACI

fonte: Ansa

14-07-2004 Il virus dell'Aids ha un punto debole proprio nel momento cui sembra diventato piu' forte, ossia nel momento in cui diventa resistente ai farmaci, e per la prima volta al mondo uno studio indica che e' possibile sfruttare questa debolezza. La ricerca e' stata condotta in Italia su un piccolo numero di pazienti (25), ma i risultati positivi di questo studio pilota aprono una nuova via nella possibilita' di contrastare il fenomeno della resistenza ai farmaci, uno dei maggiori problemi che oggi la terapia si trova ad affrontare. Lo studio pilota e' stato presentato oggi a Bangkok dall'infettiovologo Adriano Lazzarin, del San Raffaele di Milano. ''E' un primo passo nella possibilita' di sfruttare una debolezza del virus resistente'', ha osservato Lazzarin. Per sfuggire ai farmaci, e diventare quindi resistente, il virus Hiv si altera geneticamente, ma questo cambiamento lo rende in qualche modo ''handicappato'', come lo ha definito Lazzarin. Avviene infatti un'alterazione del gene che controlla uno dei motori della replicazione del virus, la polimerasi, e di conseguenza non riesce piu' a moltiplicarsi in modo efficiente. Dopo i risultati positivi dello studio pilota, in settembre partira' un nuovo studio italiano che coinvolgera' 30-40 centri. (ANSA).

Staff Dronet

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AIDS: TRASMISSIONE MADRE-FIGLIO, NUOVE LINEE GUIDA OMS

fonte: Ansa

14-07-2004 Cure con farmaci antiretrovirali durante la gravidanza o comunque somministrazione di farmaci antiretrovirali a partire dalla 28/ma settimana di gravidanza: sono queste le nuove linee guida per limitare la trasmissione del virus dalla madre al figlio, presentate dall'Organizzazione Mondiale della Sanita' (Oms) nella conferenza mondiale di Bangkok. Le nuove indicazioni sottolineano l'efficacia dei farmaci antiretrovirali nel prevenire la trasmissione del virus Hiv dalle madri sieropositive ai loro bambini al momento del parto. Rispetto alle linee guida precedenti, del 2000, il documento presentato a Bangkok tiene conto delle informazioni piu' recenti sulla sicurezza e l'efficacia dei farmaci, cosi' come dei nuovi dati relativi alla comparsa di resistenze. Rispetto a quattro anni fa, adesso e' chiaro che il trattamento con i farmaci antiretrovirali in gravidanza non sopprime il virus, come si credeva. Da allora i programmi per prevenire la trasmissione dell infezione dalla madre al bambino sono andati progressivamente espandendosi, cosi' come i test sulle donne in gravidanza per identificare le sieropositive, mentre e' comparso il problema della resistenza ai farmaci.Una possibile alternativa a quest'ultimo, rileva il documento dell'Oms, consiste nel somministrare una singola dose di nevirapina. Ecco i tre punti principali delle nuove linee guida: - le donne che hanno necessita' di cure antiretrovirali per la loro salute devono riceverle. Quando c'e' questa indicazione, le cure antiretrovirali in gravidanza rappresentano un beneficio per le donne e riducono il rischio di trasmissione del virus al bambino; - le donne sieropositive che non hanno indicazioni per una terapia antiretrovirale o che non hanno accesso ai trattamenti devono avere la possibilita' di seguire una profilassi antiretrovirale per prevenire la trasmissione dell'infezione al bambino. In questo caso l'Oms propone la somministrazione della zidovudina a partire dalla 28/ma settimana di gravidanza piu' una sola dose di nevirapina al momento del parto e una somministrazione di zidovudina al bambino; in alternativa si puo' somministrare la sola zidovudina oppure zidovudina piu' lamividina, o ancora una singola dose di nevirapina; - sebbene siano disponibili cure semplici da somministrare, come quelle basate su una singola dose di nevirapina per madre e figlio e' giusto, vanno comunque migliorate le strutture sanitarie che permettano di affrontare, quando sono necessari, approcci terapeutici piu' complessi. (ANSA).

Staff Dronet

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I tumori dei pazienti di AIDS

fonte: Le Scienze on-line

03-07-2004 Le cellule del rivestimento dei vasi sanguigni che vengono infettate dal virus che provoca il sarcoma di Kaposi, un tumore della pelle, sembrano trasformarsi nel tipo di cellule che di solito rivestono i vasi linfatici. Lo hanno scoperto alcuni ricercatori del centro di ricerca di biologia cutanea del Massachusetts General Hospital di Boston, in uno studio pubblicato online sulla rivista "Nature Genetics"."l nostri risultati - ha dichiarato Michael Detmar, che ha guidato la ricerca - suggeriscono, per la prima volta, che il sarcoma di Kaposi deriva da cellule endoteliali dei vasi sanguigni che sono state riprogrammate dall'infezione del virus. Questa infezione 'attiva' geni associati con lo sviluppo dei vasi linfatici e 'disattiva' i geni dei vasi sanguigni".Il sarcoma di Kaposi è il tumore maligno più comune nei pazienti di AIDS, ma si sviluppa anche in altri pazienti il cui sistema immunitario è soppresso. Caratterizzato da lesioni di color rosso o viola sulla pelle o sui tessuti di rivestimento del naso e della bocca, il sarcoma di Kaposi può avere gravi effetti sulla qualità della vita. Nel caso dei malati di AIDS, le cure migliori si sono dimostrate le terapie di farmaci antiretrovirali, anche se esistono altri trattamenti diretti in modo specifico alle lesioni.

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