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Redazione a cura dello Staff DRONET.

risultati: 2501 - pag. 212 di 251
 

Frode scientifica dalle industrie del tabacco

fonte: Le Scienze

14-03-2005 Negli anni scorsi, il legame fra il fumo passivo e la sindrome della morte improvvisa del neonato (SIDS) è stato messo in dubbio da articoli scientifici finanziati e influenzati dai fabbricanti di sigarette. Lo sostiene un'analisi di alcuni documenti industriali un tempo segreti e ora resi pubblici.
L'articolo al centro dell'inchiesta, commissionato dalla Philip Morris e pubblicato nel 2001 su una rivista di epidemiologia pediatrica, negava attendibilità a una ricerca che mostrava un'associazione fra l'esposizione al fumo passivo di sigaretta e la SIDS. L'articolo è stato poi citato in almeno 19 altri lavori scientifici, portando sulla strada sbagliata medici, pazienti e ricercatori a proposito del rischio dell'esposizione al fumo passivo.
"Sminuire l'importanza del legame fra il fumo passivo e la SIDS - afferma Stanton Glantz dell'Università della California di San Francisco (UCSF), uno degli autori del nuovo studio che ha analizzato i documenti dell'industria del tabacco - ha esposto a ulteriori rischi i bambini in tutto il mondo". I documenti della Philip Morris mostrano che la compagnia ha cercato e pagato un autore affinché scrivesse un articolo da pubblicare su una rivista scientifica, guidandone la stesura e suggerendo cambiamenti nelle sue conclusioni in modo da mettere in dubbio gli studi già pubblicati che mostravano legami fra il fumo passivo di sigaretta e la SIDS.
Il rapporto di Glantz e colleghi dell'UCSF e dei Centers for Disease Control and Prevention di Atlanta è stato pubblicato sul numero di marzo della rivista "Pediatrics". L'articolo commissionato dalla Philip Morris faceva parte di un piano strategico generale della compagnia per affrontare l'argomento del fumo passivo e della salute dei bambini. Uno dei documenti riassume così questo progetto: "dovrebbe fornire il necessario background scientifico per l'accettabilità del fumo in presenza di bambini". L'articolo riconosceva che fumare in gravidanza può mettere il feto in pericolo, ma gettava dubbi su risultati già pubblicati secondo i quali il fumo passivo aumentava il rischio della morte improvvisa del neonato.

Staff Dronet

CATEGORIA: Internazionali TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

DrugNet Europe n 49

fonte: EMCDDA
14-03-2005 Nella sezione Pubblicazioni Internazionali è stato pubblicato il n 49 della rivista "DrugNet Europe". E' possibile scaricarla in formato pdf dal portale Dronet o andare direttamente alla fonte.

Staff Dronet

CATEGORIA: Europee TIPO: Aggiornamento del sito invia articolo
 

Troppo fumo in gravidanza? Bimbi meno intelligenti

fonte: Il Pensiero Scientifico Editore
08-03-2005 Le mamme che fumano nella fase finale della gravidanza rischiano di avere figli meno intelligenti. Secondo una ricerca pubblicata sulla rivista Paediatric and Perinatal Epidemiology i giovani uomini figli di mamme che hanno fumato 20 o più sigarette al giorno durante la gravidanza mostrano un quoziente di intelligenza (QI) fino a 6,2 punti più basso dei figli di non fumatrici.
Secondo i dati emersi dalla ricerca all'aumentare del numero di sigarette aumenta anche il rischio, con un'associazione tra sigarette fumate e QI basso che si riscontra in tutte le estrazioni sociali. "I nostri risultati", precisano Erik Mortensen e i suoi colleghi, "rivelano gli effetti del fumo materno durante la gravidanza sullo sviluppo mentale del bambino nel lungo periodo: il fumo materno è risultato infatti associato ad intelligenza più bassa nell'adulto in proporzioni che sembrano legate al numero di sigarette fumate".
Tali risultati potrebbero spiegare anche i problemi comportamentali e un aumentato rischio di criminalità nella prole di madri fumatrici. Gli autori nell'analisi hanno fatto riferimento ad una coorte dei nati a Copenhagen tra il 1959 e il 1961, incrociandoli con i dati sul fumo materno in particolare nel terzo trimestre. A quell'epoca circa la metà delle mamme erano fumatrici dal momento che non esisteva un informazione sui danni che il fumo poteva provocare alla prole. Gli autori hanno poi preso in considerazione i dati relativi all'intelligenza di 3044 figli, per i quali il QI è stato misurato all'età di 18 e 19 anni. È stato calcolato il QI medio per cinque categorie di fumatrici, organizzate per substrato sociale, livello di educazione, stato di single, altezza ed età materna, numero di gravidanze ed età gestazionale; inoltre una valutazione separata ha tenuto conto della lunghezza e del peso dei nascituri.
Il fumo materno nel terzo trimestre, aggiustato per sette covariabili, ha mostrato di associarsi negativamente con l'intelligenza dei figli: fino ad differenza di 6.2 punti in meno tra i figli di fumatrici al confronto con quelli di non fumatrici. Non è chiaro quale sia il meccanismo coinvolto, anche se gli autori individuano un fattore negli effetti avversi del fumo sul sistema nervoso centrale e sul cervello. "È ragionevole supporre", precisano, infatti, gli autori, "che l'effetto del fumo materno durante la gravidanza sullo sviluppo cognitivo della prole sia un risultato diretto dell'effetto delle sostanze contenute nel fumo di sigaretta sul sistema nervoso centrale fetale". Per essere più precisi sembra che il fumo materno possa ridurre la circolazione utero-placenta causando ipossie che possono incidere sullo sviluppo del cervello e sul conseguente sviluppo intellettivo del nascituro.

Staff Dronet

CATEGORIA: Internazionali TIPO: Scientifiche invia articolo
 

Smettere di fumare... una questione che mi sta a cuore

fonte: Osservatorio Fumo, Alcol e Droga ISS
08-03-2005 Guida dell’Osservatorio Fumo, Alcol e Droga dell’Istituto Superiore di Sanità che si propone come un valido strumento per ottenere indicazioni, consigli e strategie, basate su ricerche scientifiche, per smettere di fumare. E' possibile scaricare la guida in formato pdf anche dal portale Dronet.org, area "Pubblicazioni", al link "Tabacco", "Prevenzione primaria".

Staff Dronet

CATEGORIA: Nazionali TIPO: Aggiornamento del sito invia articolo
 

Legge fumo, il punto a due mesi dall'applicazione

fonte: MInistero della Salute
07-03-2005 Il Ministro Sirchia, in occasione della visita del Ministro degli Affari Sociali e della Sanità Pubblica del Belgio, Rudy Demotte, illustra i risultati preliminari del monitoraggio sull'attuazione della normativa a tutela dei non fumatori.
Per leggere l'articolo clicca qui.

Staff Dronet

CATEGORIA: Nazionali TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

Conferenza stampa Ministro Sirchia su attuazione Legge fumo

fonte: MInistero della Salute
01-03-2005 Sul portale del Ministero della Salute è possibile scaricare il comunicato sull'attuazione "Legge fumo" del 01/03/2005 - n° 18.

Staff Dronet

CATEGORIA: Nazionali TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

Aggiornamento leggi su tabagismo e fumo passivo

fonte: Ce. Do. S. T. Ar.

26-02-2005 Disponibile sul sito del Cedostar (CENTRO DOCUMENTAZIONE E RICERCA SUL FENOMENO DELLE DIPENDENZE PATOLOGICHE, Servizio Tossicodipendenze Azienda U.S.L. 8 Arezzo - Servizio Sanitario Regione Toscana) una nuova sezione dedicata al Tabagismo. La sezione comprende, oltre ad una descrizione degli interventi effettuati presso l'Az. USL 8 di Arezzo, dati di follow up e ricerche, e le ultime leggi in fatto di tabagismo e fumo passivo. Per avere maggiori informazioni clicca qui

Staff Dronet

CATEGORIA: Nazionali TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

Cerebrovascular perfusion in marijuana users during a month of monitored abstinence

fonte: Neurology
26-02-2005 Sulla rivista Neurology, la rivista ufficiale dell'Accademia americana di neurologia è pubblicata una ricerca che dimostra come l'assunzione persistente di marijuana indebolisca i vasi sanguigni del cervello e con essi le facoltà mnemoniche. Inoltre contribuisce all'insorgenza di ictus e problemi cardiovascolari.
Ronald Herning e i ricercatori del National institute on drug abuse di Baltimora, nel Maryland, hanno studiato per un mese il flusso ematico cerebrale di 54 fumatori di marijuana e di 18 non fumatori. I primi sono stati suddivisi in tre gruppi, in base alla media settimanale di "sigarette" fumate: fumatori moderati (da 2 a 15), fumatori incalliti (da 78 a 350), e un gruppo intermedio (da 17 a 70). La velocità del flusso ematico nelle loro arterie cerebrali è stata misurata con la sonografia doppler transcraniale, tecnica non invasiva fondata sull'omonimo apparecchio regolato su una frequenza di 2 Megahertz.
In tutti i soggetti la misurazione è stata eseguita all'inizio dello studio e, nei fumatori di marijuana, alla fine di un mese di astinenza. Tanto all'inizio quanto alla fine del mese in questione, la velocità sistolica, quella corrispondente alla fase in cui il cuore pompa fuori il sangue, nei cultori dello spinello era chiaramente più elevata che nei 18 non fumatori presi come termine di paragone. In particolare, i primi presentavano un più alto indice di pulsatilità, che misura la resistenza al flusso del sangue, causata dal restringimento dei vasi sanguigni che ha luogo quando il sistema circolatorio perde la sua capacità di regolarsi. Come afferma Herning, "i fumatori di marijuana presentavano valori dell'indice di pulsatilità anche più elevati che nei soggetti con problemi di diabete e pressione alta, sebbene inferiori a quelli riscontrati nei casi di demenza.
“I risultati dello studio portano a concludere che il consumo di marijuana provoca anomalie nei piccoli vasi sanguigni del cervello, perché simili valori dell'indice di pulsatilità sono stati riscontrati in altri disturbi che possono colpirli". I risultati sono ancora più significativi non solo considerando che sono stati riscontrati alla fine di un mese di astinenza dall'uso di marijuana, ma anche che non ha mostrato alcun segno di miglioramento l'indice di pulsatilità dei 20 soggetti che prima del periodo di un mese in cui hanno fatto da cavie per questa ricerca avevano fumato di più, mentre qualche effetto positivo dell'astinenza è stato verificato negli altri due gruppi, cioè gli 11 fumatori moderati e i 23 fumatori intermedi esaminati dai ricercatori.
Le conclusioni tratte da Herning e dai suoi colleghi sono perentorie: "L'uso persistente di marijuana è associato a un'accresciuta resistenza cerebrovascolare attraverso mutamenti che avvengono, in parte, nei vasi sanguigni o nel parenchima cerebrale. Queste scoperte contribuiscono a spiegare il deficit cognitivo osservato in un simile gruppo di consumatori di marijuana". Il parenchima cerebrale è il tessuto nervoso che serve a trasmettere gli impulsi elettrochimici nel cervello. L'uso smodato di marijuana a lungo termine può quindi portare a problemi di memoria, oltre a pregiudicare in più modi la capacità di pensare, e può incrementare il rischio di ictus, proprio per i danni che arreca ai vasi sanguigni del cervello.
Il nuovo allarme su questa sostanza mette d'accordo scientificamente entrambe le sponde dell'Atlantico, visto che giunge circa due mesi dopo uno studio dell'Università di Maastricht, che ha accertato come il consumo di marijuana nell'adolescenza faccia lievitare le probabilità di sviluppare sintomi psicotici negli anni successivi, particolarmente in chi ha una storia personale o familiare di disturbi mentali.
Per leggere l'Abstract andare al sito http://www.neurology.org/

Staff Dronet

CATEGORIA: Internazionali TIPO: Scientifiche invia articolo
 

Pubblicate SCHEDE SOSTANZE DOPANTI

fonte: Osservatorio Regionale sulle Dipendenze
16-02-2005 All’interno dell’area “Sostanze d’abuso” sono state inserite nuove SCHEDE sulle SOSTANZE DOPANTI. E’ possibile trovare informazioni su stimolanti, anabolizzanti ormoni peptidici, glicoproteici, anabolizzanti, doping ematico, diuretici, betabloccanti, narcotici, corticosteroidi ed altri.

Staff Dronet

CATEGORIA: Nazionali TIPO: Aggiornamento del sito invia articolo
 

La marijuana altera il flusso sanguigno cerebrale

fonte: Le Scienze on -line

14-02-2005 Le persone che hanno fatto uso di marijuana esibiscono cambiamenti del flusso sanguigno nel cervello anche un mese dopo aver smesso di fumare. Lo sostiene uno studio pubblicato sul numero dell'8 febbraio della rivista "Neurology". Secondo gli autori Ronald Herning e Jean Lud Cadet del National Istitute on Drug Abuse (NIDA) di Baltimora, i risultati potrebbero spiegare in parte i problemi associati alla memoria e all'apprendimento che altri studi avevano individuato nei fumatori di marijuana. Lo studio ha coinvolto 54 fumatori di marijuana e 18 soggetti di controllo. I fumatori erano volontari che si sono sottoposti a un programma di un mese per i pazienti interni dell'istituto. I ricercatori hanno misurato la velocità del flusso sanguigno nelle arterie cerebrali di tutti i partecipanti con tecniche di sonografia Doppler transcraniale. I risultati mostrano che la velocità del flusso sanguigno era significativamente maggiore nei fumatori di marijuana rispetto ai soggetti di controllo, sia all'inizio dello studio sia dopo un mese di astinenza dall'uso della sostanza. I fumatori di marijuana presentavano inoltre valori più elevati dell'indice di pulsatilità, che misura la quantità di resistenza al flusso del sangue. Si ritiene che ciò sia dovuto al restringimento dei vasi sanguigni che si verifica quando la capacità del sistema circolatorio di autoregolarsi si indebolisce.

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CATEGORIA: Internazionali TIPO: Scientifiche invia articolo
 

 
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