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Redazione a cura dello Staff DRONET.

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AIDS: IN ARRIVO I NUOVI FARMACI, FUNZIONANO COSI'

fonte: Ansa.it

19-08-2006 TORONTO - Buone notizie sul fronte delle terapie anti-Aids dal congresso mondiale di Toronto. Dopo tanti anni di attesa, arrivano dati positivi su due nuove classi di farmaci in fase avanzata di sperimentazione e c'e' ottimismo anche per risultati ottenuti utilizzando in modo nuovo, piu' semplice ed efficace, farmaci disponibili da tempo.
In un momento in cui nel mondo occidentale i farmaci anti-Aids hanno permesso ai pazienti di raggiungere una buona sopravvivenza, le molecole di nuova generazione promettono di rappresentare in alcuni casi una terza linea di cura, per i pazienti diventati resistenti alle terapie finora disponibili.
Le sperimentazioni di farmaci presentate nel congresso di Toronto mostrano ''grandi progressi su quello che gia' abbiamo'', ha osservato il direttore del Dipartimento del farmaco dell'Istituto Superiore di Sanita' (ISS), Stefano Vella. Hanno gia' suscitato grande interesse anche i buoni risultati sui nuovi farmaci, che entro i prossimi due anni potrebbero essere registrati sia negli Stati Uniti, dalla Food and Drug Administration (FDA), e dall'Agenzia europea per il controllo sui farmaci (EMEA).
VECCHI FARMACI USATI IN MODO NUOVO
''Anni fa - ha spiegato Vella - si diceva che l'obiettivo era la stabilizzazione, adesso diventa ridurre la carica virale anche in chi ha fallito, e quindi come terapia di terza linea''. E' il caso di un inibitore delle proteasi, il darumivir (Tmc114), che si sta dimostrando efficace su ceppi resistenti del virus Hiv e che puo' essere utilizzato in associazione con un farmaco come il T20, usato sui pazienti con virus resistente, per potenziarne l'azione. Un'altra tendenza e' fare in modo che la terapia diventi sempre piu' semplice e che garantisca una migliore qualita' della vita. E' il caso della pillola, gia' disponibile negli Stati Uniti, che unisce tre molecole (efavirenz, Ftc e tenofovir) in una compressa da prendere una volta al giorno.
INIBITORI DELL'INTEGRASI
agiscono dentro la cellula, impedendo che il patrimonio genetico del virus dell'Aids si fonda con quello della cellula dando inizio all'infezione. Per questo bloccano l'attivita' dell'enzima del virus Hiv chiamato ''integrasi''. Senza di esso l'infezione diventa impossibile perche' il virus non riesce piu' a sfruttare la cellula per fabbricare copie di se stesso pronte a invadere altre cellule. Sono due le molecole di questo tipo in fase test ed entrambe mostrano di avere attivita' antiretrovirale e di essere ben tollerate.
INIBITORI DELL'ATTACCAMENTO agiscono fuori dalla cellula, impedendo al virus di agganciarsi ad una delle due serrature molecolari che gli permettono di entrare all'interno, il corecettore CCR5. Sono quindi farmaci interessanti soprattutto per i pazienti che hanno un virus che funziona con questo corecettore, non funzionano invece nei pazienti il cui virus si aggancia sia ai corecettori CCR5 che ai corecettori R4. Sono in corso sperimentazioni sia degli inibitori del CCR5 sia del corecettore R4. ''La cosa interessante - ha affermato Vella - e' che si tratta dei primi farmaci che possono essere utilizzati con test preventivi''. Prima di prescriverli e' cioe' necessario conoscere come si comporta il virus e va eseguito un test che, al momento, viene fatto solo negli Stati Uniti.

Staff Dronet

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Interventi di prevenzione dell’HIV per la riduzione dei comportamenti sessuali a rischio a favore della popolazione di origine ispanica

fonte: National Institutes of Health
19-08-2006 Il National Institute of Nursing Research (NINR), ha finanziato uno studio volto a valutare l’efficacia di interventi di prevenzione rivolti agli adolescenti per promuovere comportamenti sessuali responsabili ed evitare comportamenti rischiosi per la salute. La popolazione di origine ispanica negli USA detiene la percentuale più alta di decessi causati dall’HIV/AIDS (6.2 morti ogni 100,000); l’infezione rappresenta la quarta causa principale di morte tra le persone di origine ispanica tra i 25/44 anni (CDC 2001). Altri studi hanno rilevato come tra i giovani del ceppo ispanico l’uso del preservativo sia poco diffuso, e come aumenti la percentuale di incidenza di rapporti sessuali precoci, prima dei tredici anni.
A tale scopo è stato promosso un programma di promozione della salute che prevedeva due tipi di intervento: un programma specifico di prevenzione del virus HIV, e un programma generale di prevenzione della salute. Entrambi gli interventi sono stati strutturati considerando i valori della cultura di riferimento dei destinatari. Le verifiche successive alla conclusione del programma hanno attestato l’efficacia dell’intervento educativo sull’HIV, riscontrando una riduzione dei rapporti sessuali non protetti e un maggior utilizzo del profilattico.

Staff Dronet

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FUMO, UNA CAMPAGNA RAI-ISS E UN PROGRAMMA DI PREVENZIONE

fonte: Istituto Superiore di Sanità
17-08-2006 L'Istituto Superiore di Sanità e il Segretariato Sociale Rai promuovono una settimana di campagna di sensibilizzazione sui danni del fumo di sigaretta. La promozione è estesa al progetto di prevenzione MILD dell'Istituto Nazionale Tumori di Milano realizzato in collaborazione con l'ISS e rivolto a tutto il territorio italiano. Offrirà la prevenzione primaria e fornirà una mappa dei fattori predittivi del cancro al polmone nei fumatori
Una settimana di sensibilizzazione ai cittadini per i danni contro il fumo. E' l'obiettivo della prossima campagna RAI che, dal 24 al 31 maggio, Giornata Mondiale Senza Tabacco (No World Tobacco Day), coinvolgerà tutte le reti per sensibilizzare la popolazione sui danni derivati dal fumo e informare i cittadini sugli strumenti disponibili per smettere di fumare e per prevenire le malattie causate dalla dipendenza da tabacco. Uno spot realizzato dalla RAI, "La tua salute, non mandarla in fumo", inviterà i cittadini a smettere di fumare, diffondendo il numero verde contro il fumo dell'Istituto Superiore di Sanità, che sarà a disposizione di tutti coloro che vorranno conoscere e aderire alle iniziative organizzate per l'occasione.
La campagna parte in concomitanza con l'estensione a livello nazionale del progetto MILD (Multicenter Italian Lung Cancer Detection), il primo progetto multicentrico a così ampio raggio avviato da un Istituto di Ricerca pubblico per offrire ai fumatori un programma di prevenzione della mortalità da cancro del polmone correlata all'abitudine al fumo. Attraverso la collaborazione con l'Osservatorio Fumo Alcol e Droga dell'Istituto Superiore di Sanità, saranno coinvolti anche i centri antifumo e i medici di medicina generale di tutto il territorio italiano con lo scopo di indirizzare ai centri di prevenzione il maggior numero possibile di cittadini a rischio. Attraverso lo screening sarà possibile identificare i parametri clinici e biologici che possono facilitare una diagnosi precoce del cancro al polmone e ridurre, attraverso interventi specifici, la mortalità in modo significativo.
"Nel nostro Paese, dopo molti anni, per la prima volta, sono le donne a spegnere di più la sigaretta – afferma Enrico Garaci presidente dell'ISS - Nel 2006, infatti, la riduzione dell'abitudine al fumo è più marcata nel sesso femminile, - 1,8 punti percentuali rispetto allo 0,7% degli uomini. Un fenomeno estremamente positivo, visto che le donne sono coinvolte direttamente nella gestazione e nell'allattamento per un lungo periodo in cui è ormai provato che l'abitudine al fumo è fortemente nociva sia per il feto che per il lattante. La consapevolezza dei danni del fumo è ormai diffusa tanto che in questo ultimo anno hanno cercato di smettere oltre il 36% dei fumatori di cui il 75% l'ha fatto per motivi di salute e solo il 2,8% ha cercato di farlo per motivi economici. Ed è per questo che campagne di sensibilizzazione come questa e il progetto che oggi promuoviamo insieme all'Istituto Nazionale dei Tumori trovano un terreno particolarmente fertile e hanno una ragione in più per essere offerti ai cittadini".
Il progetto "MILD", infatti, agisce a tre livelli. Oltre a mettere a punto una rete nazionale per una diagnosi precoce del carcinoma polmonare, offre l'uso combinato della TAC e della PET per la diagnosi precoce del tumore al polmone e determina attraverso l'analisi dei livelli di DNA nel plasma i potenziali indicatori di cancro polmonare.
"Questo programma, che potrebbe ridurre del 40% la mortalità correlata al fumo, per la prima volta coniuga attività di prevenzione primaria e secondaria attraverso il monitoraggio dei pazienti e un'attività di ricerca sui campioni di sangue e del respiro – afferma Ugo Pastorino, Direttore Chirurgia Toracica e Capo Dipartimento di Ricerca Tumori Solidi dell'Istituto Nazionale Tumori di Milano - Ciò significa poter ridurre il numero dei fumatori con la prevenzione, diminuire il rischio di morte da fumo anche per le patologie non polmonari, oltre che bloccare chirurgicamente la progressione di un'eventuale malattia diagnosticata e, contemporaneamente, con la ricerca, riconoscere precocemente chi è predisposto geneticamente ad ammalarsi di cancro. Si potrà così mirare l'intervento adeguandolo alle caratteristiche individuali con minor sofferenza del paziente e maggior risparmio della spesa sanitaria. Per raggiungere questo obiettivo – aggiunge - abbiamo bisogno dell'adesione di almeno diecimila soggetti a rischio che, oltre ad ottenere a proprio vantaggio un monitoraggio periodico della loro salute globale, avranno il merito di dare un serio contributo alla ricerca scientifica in questo campo".
Un'iniziativa che sembra andare incontro a chi decide di abbandonare le sigarette offrendogli ulteriori strumenti. "Tra tutti coloro che hanno cercato di smettere di fumare c'è riuscito solo il 18,1%, mentre il 22% ha mantenuto l'impegno per un anno, ma il 34% ha resistito solo per qualche mese, e circa il 14% appena per qualche giorno – ricorda Garaci – Ciò significa che il desiderio di cessare l'abitudine al fumo è presente nella popolazione: lo testimoniano le molte telefonate che arrivano ogni giorno al nostro numero verde contro il fumo. Credo perciò che iniziative come questa non possano che interpretare l'esigenza dei cittadini sempre più consapevoli dei rischi del fumo e sempre più attenti al proprio benessere".

Staff Dronet

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TABACCO: DIMINUISCONO I FUMATORI, PER LA PRIMA VOLTA ANCHE LE DONNE, MA IL NUMERO DEI GIOVANI CON LA SIGARETTA RESTA COSTANTE

fonte: Istituto Superiore di Sanità
17-08-2006 Diminuisce quest'anno, per la prima volta in Italia, il numero delle donne che fumano. Sono loro, infatti, che hanno fatto registrare una riduzione dell'1,8%, giungendo a rappresentare il 20,3% della popolazione italiana, mentre gli uomini, che confermano la riduzione dello 0,7%, misurata tra il 2004 e il 2005, giungono ad un valore del 28,6%. Diminuisce, nel complesso, il numero di tutti i fumatori, di circa 5 punti percentuali in meno rispetto al 2001; resta costante invece il numero dei giovani che fumano e aumenta quello dei non fumatori, ossia quelle persone che non hanno mai fumato nella loro vita, rappresentando quasi il 60% della popolazione (circa 29 milioni di individui). Sono questi alcuni dei risultati dell'indagine DOXA elaborati dall'Istituto Superiore di Sanità, presentati oggi integralmente all'ISS nel corso dell' VIII Convegno Nazionale "Tabagismo e Servizio Sanitario Nazionale".
"Se diminuisce complessivamente il numero dei fumatori nel nostro Paese – dichiara Enrico Garaci, Presidente dell'ISS – i giovani, però, non hanno cambiato significativamente i loro atteggiamenti verso il tabagismo. Il 28,6% dei ragazzi tra i 15 e i 24 anni, infatti, sono fumatori. E' su di loro, quindi, che occorre agire poiché è l'investimento più significativo per prevenire prima di tutto le patologie fumo-correlate e poi i costi socio-sanitari che ne derivano. La buona notizia, invece, è che aumentano i non fumatori, cioè quella parte di popolazione che non ha mai acceso una sigaretta. Ed è questo uno dei risultati più significativi dell'impegno delle istituzioni nella lotta al tabagismo, sia in termini di prevenzione e divulgazione dei danni del fumo attraverso campagne di informazione e comunicazione, sia in termini di politica economica con gli aumenti dei prezzi delle sigarette".
"I risultati dell'indagine – spiega Roberta Pacifici, dell'Osservatorio Fumo, Alcol e Droga dell'ISS - mostrano che l'abitudine al fumo è un vizio che gli italiani, uomini e donne, stanno abbandonando. I dati del 2006 confermano quanto osservato dall'analisi del trend storico degli anni precedenti, secondo cui negli ultimi 30 anni si assiste ad una costante diminuzione del popolo dei fumatori, più evidente negli uomini fino al 1990 periodo in cui le donne invece hanno incrementato la loro abitudine a fumare, ma a partire da questo anno in poi i valori percentuali di prevalenza nei due sessi si sono avvicinati. Le riduzioni registrate negli ultimi 15 anni sono dell'11% tra gli uomini e del 5,6% tra le donne. Dal 1990 gli uomini fumano in media 4 sigarette in meno al giorno, da 16,3 a 13,6, mentre le donne rimangono stabili a 12".
Attualmente fuma il 24,3% delle persone dai 15 anni in su corrispondenti a circa 12 milioni e 200 mila cittadini italiani, i non fumatori sono il 57,6% e gli ex fumatori il 18,1%, pari rispettivamente a 29 milioni di italiani e a 9 milioni di italiani.
Importanti sono stati anche i supporti offerti dal Servizio Sanitario Nazionale per sostenere i fumatori nel percorso della cessazione al fumo. "Accedere ad un centro antifumo e completare il programma terapeutico concordato con gli specialisti – afferma Roberta Pacifici - rappresenta un determinante di successo per rimanere nella condizione di non fumatore".

L'età: tra i 25 e i 44 anni la "tentazione" è più forte
L'analisi per età mostra che la fascia con una prevalenza maggiore di fumatori e fumatrici è quella dei 25-44 anni, anche se i valori del 2006 (33,5% maschi, 27% femmine) sono inferiori a quelli osservati nel 2005 (35,9% maschi, 31,1% femmine). Nelle fasce di età più elevate l'abitudine al fumo subisce delle sensibili flessioni, in particolare le fumatrici appartenenti alla classe di 45-64 anni diminuiscono in maniera significativa rispetto ai due anni precedenti, raggiungendo un valore inferiore alla media nazionale pari al 19,3%. Nel 2004 le donne in età matura che avevano il vizio del fumo erano il 23% e nel 2005 il 24,5%.
Un discorso a parte meritano i giovani. Quelli che tra i 15 e i 24 anni hanno il vizio del fumo hanno fatto registrare nel 2006 degli incrementi anche se ancora le percentuali restano sotto i livelli del 2004. Tuttavia l'andamento della prevalenza dei fumatori nei giovani è altalenante, fatta di incrementi e diminuzioni alternati per cui non è ancora possibile definire in modo chiaro le dinamiche che caratterizzano questa fascia di popolazione rispetto all'abitudine al fumo.

La provenienza geografica: si fuma in tutta la penisola
L'analisi della ripartizione geografica evidenzia una distribuzione quasi uniforme dei fumatori sul territorio nazionale (Centro-Italia, 25,5%; Nord 23,8% e Sud e Isole 24,4%), mentre si notano delle differenze nell'analisi congiunta per sesso e territorio. Da questo tipo di analisi si nota che le differenze di genere nella diffusione dell'abitudine a fumare risultano molto marcate nell'Italia Centrale dove alla più elevata prevalenza di fumatori tra gli uomini (31,8%) si contrappone la più bassa prevalenza tra le donne (19,7%), mentre nel Nord Italia e nel Sud le percentuali di fumatori, uomini e donne, si avvicinano, rispettivamente 26,8% e 21,% nel settentrione e 29,2% e 19,8% nel meridione.

Quanto si fuma ogni giorno?
Rispetto al numero medio di sigarette fumate al giorno la situazione rimane pressoché stabile rispetto all'anno precedente, sia per i "fumatori moderati" (meno di 15 sigarette/die) che per i "medi fumatori" (15-24 sigarette/die), mentre si registra una diminuzione dei "forti fumatori" (25 o più sigarette/die) di circa un punto percentuale (2,4% vs 1,5%). Analizzando il trend del consumo medio giornaliero si osserva, negli ultimi anni, una continua diminuzione: si è passati infatti da circa 17 sigarette al giorno del 2002 a 13,6 sigarette nel 2006.

Metodo di indagine
Per incarico dell'Istituto Superiore di Sanità e in collaborazione con l'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri e la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, la DOXA ha effettuato un'indagine campionaria volta a rilevare:
- la prevalenza dei fumatori sulla popolazione italiana adulta;
- alcune abitudini dei fumatori (consumo giornaliero, tentativi di smettere, luoghi d'acquisto, spesa media settimanale, ecc.);
- le opinioni degli italiani (fumatori e non) su alcuni argomenti legati al fumo (i recenti divieti, il ruolo del medico di base, le misure di disassuefazione, la possibilità di combattere il tabagismo mettendo delle foto sui pacchetti, ecc.).
Per questa indagine sono state condotte 3.039 interviste ad un campione rappresentativo della popolazione italiana adulta di 15 anni ed oltre. La rilevazione è stata effettuata col sistema CAPI (Computer Assisted Personal Interviewing) da 135 intervistatori opportunamente istruiti e controllati. Le interviste sono state realizzate nel periodo 1 marzo- 15 aprile 2006 in 147 comuni di tutte le regioni italiane

All'interno del sito Istituto Superiore di Sanità si possono scaricare i seguenti documenti:
CONSUMO DI TABACCO MONDIALE E NAZIONALE
DIVIETI DI FUMARE NEI LOCALI PUBBLICI SUI POSTI DI LAVORO
POLITICA DI CONTROLLO DEL TABAGISMO
IMPEGNO NAZIONALE E INTERNAZIONALE DEL MINISTERO DELLA SALUTE CAMPAGNA ANTIFUMO ISS - RAI
PROGETTO MILD
in formato pdf.

Staff Dronet

CATEGORIA: Nazionali TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

Gli studi di “neuro-imaging” possono contribuire a rendere più efficaci i trattamenti per smettere di fumare

fonte: NIDA
17-08-2006 Recenti studi di “Neuro imaging”, patrocinati dal NIDA, dimostrano la loro efficacia nella comprensione dei meccanismi cerebrali che conducono ad uno stato di dipendenza, conseguenti l’assunzione di nicotina o sostanze stupefacenti. Questi studi rivelano il potente impatto assuefativo della nicotina, anche di piccole quantità. I ricercatori, infatti, hanno scoperto che è sufficiente una sola boccata di sigaretta per allertare circa il 30% dei recettori della nicotina presenti nel cervello umano. Perciò i vaccini per la cura del tabagismo devono essere estremamente potenti per competere con la nicotina, che viene rapidamente assimilata nella regione del cervello chiamata talamo.
Gli scienziati, capeggiati dal dott. Arthur Brody dell’Istituto di Medicina David Geffen dello UCLA, hanno utilizzato la tomografia ad emissione di positroni (PET) per esaminare, nei cervelli di undici fumatori, la distribuzione della nicotina, ottenendo risultati interessanti.
Per leggere lo studio in versione integrale cliccare qui

Staff Dronet

CATEGORIA: Internazionali TIPO: Scientifiche invia articolo
 

Aids: si apre a Toronto congresso internazionale

fonte: Lega Italiana per la Lotta contro l'AIDS

13-08-2006 La sedicesima conferenza mondiale sull’ AIDS si apre a Toronto – Canada. Gli organizzatori prevedono che questa sarà una delle conferenze mondiali più ampie e importanti: 24.000 mila delegati provenienti da ogni angolo del pianeta vi parteciperanno. I delegati rappresentano la comunità scientifica, i servizi sanitari e i governi; vi sono leader politici, ma soprattutto persone sieropositive e le associazioni che le rappresentano. Il gruppo organizzatore principale - lo IAS (Società Internazionale AIDS) - ribadisce che, come sempre, fin da quel lontano 1985 in cui ebbe luogo la prima conferenza mondiale, questo sarà il luogo non solo per scambiare idee e informazioni sulla ricerca HIV/AIDS, ma anche le esperienze delle persone sieropositive e delle loro associazioni. Lo scopo è aumentare la conoscenza circa i trattamenti e la prevenzione. I delegati esamineranno i progressi realizzati fino ad oggi contro l’AIDS e decideranno dove e come focalizzarsi per il futuro. Più di 4000 documenti scientifici e sociali saranno presentati e i punti principali da discutere saranno: -- aumentare la ricerca per concludere la diffusione dell’AIDS -- servizi e azioni per migliorare prevenzione e il trattamento della malattia -- aumentare la partecipazione delle persone sieropositive e delle loro comunità in tutti i processi decisionali scientifici, sociali e politici. Il messaggio principale della conferenza questo anno è “Time to Deliver” che significa che è “Tempo di compiere”, di concretizzare tutto quello che dal 1996 (anno in cui sono uscite le terapie di combinazione che arrestano la malattia) ad oggi le persone sieropositive e la comunità scientifica hanno chiesto - ogni 2 anni ad ogni conferenza - ai governi, ai leader politici, religiosi e alle aziende farmaceutiche. Innanzitutto rendere disponibili i trattamenti efficaci in tutte le parti del mondo, visto che ancora oggi alcuni paesi non hanno le possibilità economiche per comprare i farmaci e non possono accedere ai programmi necessari di prevenzione. Purtroppo gli eventi politici precedenti alla conferenza - primo fra tutti la dichiarazione finale delle Nazioni Unite sull’HIV/AIDS adottata al termine di una maratona negoziale durante il vertice mondiale ONU sull’AIDS tenutosi dal 31 maggio 2006 al 2 giugno 2006 - ci fa credere che il “Tempo di compiere” sia ancora lontano e che anche quest’anno il tema della conferenza rimanga incompiuto. Sperando di essere smentita, lascio la mia camera di albergo per recarmi alla sala stampa dove, in attesa dell’apertura ufficiale della conferenza che si terrà questa sera alle 19 ora locale, tenterò di captare “l’aria che tira”, visto che la conferenza mondiale ormai è considerata da molti governi (prima fra tutti l’amministrazione Bush) troppo progressista e radicale, soprattutto per quello che riguarda i programmi di prevenzione sulla trasmissione del virus, che essendo basati sulla evidenza scientifica comprendono le strategie di riduzione del danno. Infatti, dalla conferenza di Barcellona del 2002, in cui l’allora rappresentante statunitense R.Tobias fu fischiato proprio dalla comunità americana presente, gli USA in primis e i governi che prediligono i programmi di prevenzione basati sull’astinenza sessuale e sulla punizione per le persone tossicodipendenti o che si prostituiscono, boicottano questo appuntamento.

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SCOPERTO FATTORE NEUROBIOLOGICO COMUNE PER DISTURBI D’ANSIA E DIPENDENZA DA ALCOL

fonte: Addiction

09-08-2006 Sul numero di agosto del Journal of Neuroscience sono pubblicati i risultati di una ricerca che dimostra come Alcol-dipendenza e ansia avrebbero una radice neurobiologica comune. I ricercatori dell’ Università dell'Illinois di Chicago parlano di un fattore neurotropico cervello derivato (BDNF, che sta per brain-derived neurotropic factor) quale meccanismo molecolare neurochimico che, nell'amigdala, medierebbe sia gli alti livelli di ansia sia il comportamento alcolico comunemente associato a questo disturbo. I ratti sottoposti all'esperimento hanno mostrato che la riduzione indotta dei livelli di BDNF nell'amigdala centro-mediale incrementa ansia e consumo di alcol.

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IDENTIFICATI I CIRCUITI CEREBRALI DEL GIOCO D'AZZARDO

fonte: Addiction

07-08-2006 Dal blackjack alle azioni della borsa, gli uomini si impegnano in un ampio ventaglio di decisioni che coinvolgono rischio e gratificazione. Fino a oggi nessuno studio di laboratorio è stato in grado di determinare inequivocabilmente come le regioni subcorticali fossero coinvolte nel processamento delle informazioni legate a rischio e gratificazione. Lo hanno fatto i ricercatori del California Institute of Technology, che hanno rilevato con risonanza magnetica funzionale (fMRI) le strutture cerebrali attivate da un compito sperimentale di loro invenzione. La ricerca è pubblicata sul numero di agosto di Neuron (Cell Press). I ricercatori hanno scoperto che l'attivazione delle regioni cerebrali dovuta all'attesa della gratificazione risulta immediata, mentre quella relativa al rischio è ritardata. Tali regioni sono locate nel circuito governato dal neurotrasmettitore dopamina, che media anche apprendimento, motivazione e salienza.

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Congresso internazionale FAMIGLIA E CITTADINANZA

fonte: Centro Regionale di Documentazione e Analisi sulla Famiglia
01-08-2006 Nei giorni 11 e 12 settembre 2006 ad Abano Terme (PD) si svolgerà il Congresso Internazionale "Famiglia e Cittadinanza". Il Congresso, organizzato dal Centro Regionale di Documentazione e Analisi sulla Famiglia, sarà un importante momento di riflessione e confronto tra soggetti che a vario titolo si occupano di famiglia nel panorama internazionale.
Per avere maggiori informazioni cliccare qui

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I° annuncio: CONFERENZA NAZIONALE M.D.M.A.: UN PROGETTO E UN’OCCASIONE

fonte: Istituto Superiore di Sanità
01-08-2006 La Conferenza intende fare il punto sul progetto interregionale M.D.M.A. coordinato, su incarico del Ministero della Salute, dalla Regione Lombardia. Dal gennaio 2003, una rete di solide alleanze per realizzare un sistema di sorveglianza rapido finalizzato alla conoscenza delle sostanze in circolazione è stata formalmente realizzata e resa operativa sul territorio della provincia di Milano. Con il tempo si è estesa a gran parte del territorio lombardo e ad altre cinque regioni. Le diverse azioni sono state realizzate nello spirito della Joint Action europea con particolare attenzione a nuove sostanze, a nuove abitudini assuntive di sostanze più tradizionali, a problemi e trend emergenti. La Conferenza intende mettere a fuoco quanto realizzato nelle Regioni partecipanti al progetto e fare il punto sulla trasferibilità ad altri territori dei protocolli validati sottolineando l’efficacia delle interazioni sistematiche tra le parti (Uffici regionali, ASL, Forze dell’ordine, Centri Antiveleni, Medicina d’Urgenza, Enti ausiliari, Enti di ricerca), interazioni finalizzate all’acquisizione di informazioni adeguate e mirate alla tutela della salute, alla riduzione della domanda e quantomeno al suo contenimento soprattutto nella popolazione giovanile. La valenza di quanto sino ad ora realizzato in termini di condivisione, conoscenza e di intervento sottolinea come M.D.M.A. vada oltre il progetto stesso e rappresenti un’occasione di crescita e di alleanze per un diverso approccio di monitoraggio e di intervento. Appuntamento quindi al 10 ottobre presso l’Auditorium “G.Gaber”, Palazzo della Regione Lombardia, per la Conferenza nazionale che vedrà anche la partecipazione attiva di Agenzie europee quali l’Osservatorio Europeo sulle Droghe e le Tossicodipendenze (OEDT) di Lisbona ed EUROPOL.
La Conferenza si terrà il 10 ottobre p.v. presso il Palazzo della Regione Lombardia, Auditorium “G. Gaber”, Piazza Duca D’Aosta, 3 – 20124 Milano.

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