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Redazione a cura dello Staff DRONET.

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Indagine sui fumatori: uno su dieci preferisce tenere nascosta questa abitudine

fonte: BBC News

08-03-2007 Un’indagine svolta su un campione di quattromila adulti, commissionata dalla Boots, ha dimostrato che il 52% delle persone che fumano sigarette aveva mantenuto questa abitudine segreta nei confronti dei loro genitori anche in età adulta. Un quarto dei fumatori lo tiene celato anche rispetto al proprio datore di lavoro. Un terzo del campione ha ammesso che la propria famiglia non pensa abbia mai fumato, o che ora sia un fumatore.
Angela Chalmers, farmacista della Boots, descrive i danni di lunga durata che possono colpire i fumatori, anche quelli che fumano una o due sigarette al giorno da molti anni: “Livelli elevati di ossido di carbonio in circolazione nel sangue impediscono all’ossigeno di circolare nel corpo. Questo può provocare affaticamento, dispnea, emicranie, problemi di pelle e di asma.”
Dall’indagine emerge inoltre che per i fumatori di Londra è stato più facile mantenere il segreto, seguiti dai fumatori dello Yorkshire. Maggiori problemi ci sono da quando è stato vietato fumare nei luoghi pubblici.

Staff Dronet

CATEGORIA: Internazionali TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

Più scienza, meno stigma: ovvero... dell’arte di comunicare la scienza delle dipendenze; pronti documentario TV e portale divulgativo NIDA-NIAAA a marchio “Addiction”

fonte: NIH - National Institute of Health

07-03-2007

“Più scienza, meno stigma” è il concetto portante del nuovo progetto del National Institute on Drug Abuse (NIDA) e del National Institute on Alcohol Abuse (NIAAA) volto a “far comprendere agli americani con parole chiare che la dipendenza è una malattia del cervello, cronica ma curabile come tutte le altre”, come sostiene da tempo il direttore NIDA Nora Volkow.

Con un finanziamento della Robert Wood Johnson Foundation (RWJF) è stato prodotto un documentario TV di 90 minuti che verrà trasmesso il prossimo 15 marzo in prima serata sulle principali reti televisive USA. Il titolo? Ovviamente, Addiction.

“Questa malattia – ha sottolineato oggi in una nota stampa il direttore NIAAA Ting Kai Li – colpisce 23,2 milioni di americani, ma solo il 10% di loro risulta in trattamento: Addiction ha lo scopo di informare il pubblico in merito alle cure mediche e ai trattamenti comportamentali fondati su solide basi scientifiche già disponibili”.

Una parte del documentario spiega perché i giovani risultano più vulnerabili all’abuso di sostanze e alla conseguente dipendenza mettendo in luce con parole semplici le differenze neurobiologiche fra cervello adulto e cervello dell’adolescente, ancora in via di formazione per cui maggiormente “sensibile”.

Viene dato ampio spazio anche alla dipendenza da alcol e ai farmaci attualmente utilizzati nel suo trattamento (disulfiram, naltrexone, acamprosato) e quelli ancora in fase di studio come il topiramato, attualmente sotto ricerca nei laboratori NIH di Charlottesville in Virginia.

Attivato infine Addiction in forma di portale scientifico divulgativo ad elevata fruibilità in cui i massimi esperti della materia illustrano con linguaggio comprensibile ai più le caratteristiche salienti di questa malattia e i trattamenti che risultano a oggi più efficaci, mettendo a disposizione ampie risorse per approfondimenti.



Staff Dronet

CATEGORIA: Internazionali TIPO: Scientifiche invia articolo
 

Prevenzione: US Dept. of Health chiama all’azione tutti gli americani per fronteggiare il problema alcol nei giovani / 2

fonte: HHS - US Dept. of Health

07-03-2007

Ecco il testo in 6 obiettivi del Call to Action del Surgeon General americano messo a punto dal Department of Health and Human Services (HHS) in collaborazione con il National Institute on Alcohol Abuse and Alcoholism (NIAAA) e il Substance Abuse and Mental Health Services Administration (SAMHSA), diffuso ieri alla stampa:

1 - promuovere cambiamenti nella società che facilitino lo sviluppo sano dei giovani e che li aiutino a prevenire e ridurre il consumo di alcol;
2 - coinvolgere genitori, scuole, comunità locali, amministrazioni a tutti i livelli governativi, tutti i sistemi sociali che si interfacciano con i giovani, i giovani stessi in uno sforzo nazionale collettivo di prevenzione e riduzione delle conseguenze del consumo giovanile di alcol;
3 - promuovere comprensione del consumo giovanile di alcol nel contesto dello sviluppo e della maturazione umana che tenga in considerazione sia le caratteristiche individuali sia le caratteristiche ambientali, etniche, culturali e le differenze di genere;
4 - favorire la ricerca scientifica sull’uso e gli effetti dell’alcol nell’adolescenza;
5 - lavorare per rafforzare gli interventi sanitari pubblici nell’ambito dell’alcolismo giovanile e dei fattori di rischio collegati a questi comportamenti;
6 - lavorare per assicurare che le politiche a tutti i livelli risultino armonizzate con l’obiettivo nazionale della prevenzione e della riduzione del consumo giovanile di alcol.

Le raccomandazioni del Call to Action sono state indirizzate a governo, amministrazioni locali, scuole, famiglie, adulti e giovani, in pratica a tutto il popolo americano.



Staff Dronet

CATEGORIA: Internazionali TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

Prevenzione: US Dept. of Health chiama all’azione tutti gli americani per fronteggiare il problema alcol nei giovani / 1

fonte: HHS - US Dept. of Health

07-03-2007

E’ il primo appello agli americani del Surgeon General, Kenneth Moritsugu, in merito al preoccupante fenomeno della diffusione dell’alcol fra i giovani, che in USA vede oggi coinvolti ben 11 milioni di teenager, secondo recenti stime del National Survey on Drug Use and Health.

“Il mondo della ricerca – ha dichiarato ieri alla stampa Moritsugu – ha dimostrato che chi inizia a bere prima dei 15 anni è 5 volte più a rischio di sviluppare patologie alcol relate nel corso della sua vita e le neuroscienze stanno spiegando sempre più chiaramente come l’alcol può danneggiare il cervello ancora in fase di sviluppo dell’adolescente”.

“L’alcol è oggi la sostanza più abusata dai giovani americani… E’ per questo che ci dobbiamo tutti impegnare nella prevenzione, al fine di garantire ai nostri giovani salute e sicurezza”, ha concluso Moritsugu.

In USA 7,2 milioni di giovani sono considerati binge drinkers (chi beve più di 5 drink a occasione); in aggiunta a questi, oltre 2 milioni risultano heavy drinkers, cioè bevitori problematici. (segue)



Staff Dronet

CATEGORIA: Internazionali TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

Giovani: esposizione a film espliciti in cui si fuma aumenta propensione a fumare

fonte: Archives of Pediatrics and Adolescent Medicine

07-03-2007

Influenzati da film ad alto contenuto esplicito - quelli che gli americani classificano come “R-rated” -, spesso visionati in TV chiusi nella propria camera da letto senza la supervisione degli adulti, sarebbero 7 volte più propensi a fumare rispetto ai coetanei...

E’ il ritratto di parte dei giovani bianchi americani che emerge da uno studio coordinato da Christine Jackson del Pacific Institute for Research and Evaluation pubblicato sugli Archives of Pediatrics and Adolescent Medicine di questo mese con il titolo R-Rated movies, bedroom televisions and initiation of smoking by White and Black adolescents.

Lo studio, oltre ad aver messo in luce la correlazione fra esposizione e modalità di fruizione di film con scene esplicite di violenza in cui i protagonisti fumano e aumento della propensione a fumare nei giovani bianchi, ha anche evidenziato che questo fenomeno non sembra verificarsi fra i giovani neri. Perché?

“La maggior parte degli attori attualmente protagonisti in questi film è bianca – spiegano i ricercatori –, i giovani neri non si identificano con questi modelli e ne risultano meno influenzati”.

Lo studio è stato finanziato dall’americano National Institute of Child Health & Human Development (NICHHD).



Staff Dronet

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Pain, Opioids and Addiction: “NIDA NewsScan” dedicato a terapie dolore e dipendenza

fonte: NIDA

06-03-2007

Pubblicato oggi il numero di NewsScan (notiziario NIDA di aggiornamento sulla ricerca nell'ambito delle dipendenze) dedicato alla relazione fra terapie del dolore e dipendenza.

Nella rassegna dei recenti studi e ricerche sull’argomento sono illustrate, fra le altre: l’indagine della University of Wisconsin sulle preoccupazioni dei medici in merito al trattamento del dolore cronico con farmaci oppioidi; l’indagine della University of Michigan sulle motivazioni che spingono gli adolescenti all’abuso di farmaci a prescrizione; lo studio della University of Washington School of Medicine sugli adattamenti cellulari che regolano la tolleranza agli oppiacei; lo studio sperimentale della University of Kansas Medical Center sull’uso degli antidepressivi nella terapia del dolore.



Staff Dronet

CATEGORIA: Internazionali TIPO: Scientifiche invia articolo
 

Terapie del dolore e dipendenza: NIDA apre "pubblica discussione"

fonte: NIDA

06-03-2007

Chi è maggiormente a rischio di dipendenza da antidolorifici? Come bilanciare un adeguato trattamento del dolore con il rischio di dipendenza dal farmaco?

Sono le domande a cui stanno cercando di rispondere in questi giorni 500 fra ricercatori e clinici convocati dal NIDA alla prima conferenza Pain, opioids and addiction: an urgent problem for doctors and patients per discutere sul crescente fenomeno dell’abuso di farmaci antidolorifici e il possibile sviluppo di dipendenza nei pazienti in condizioni di dolore cronico.

Nora Volkow, direttore del NIDA, ha dichiarato oggi alla stampa che "le attuali proporzioni dell’utilizzo a fini non medici di antidolorifici oppioidi, in particolare fra i giovani, ci portano a considerare questi temi una urgente priorità”.

Una indagine del 2006, Monitoring the Future Survey, aveva infatti mostrato che ben il 10% degli studenti risultava avere usato antidolorifici per scopi non medici negli ultimi 12 mesi, con tassi altrettanto elevati di abuso di altri farmaci a prescrizione.

Nella conferenza verrà analizzato come le motivazioni degli adolescenti all’abuso di farmaci oppioidi possano risultare predittive di future assunzioni di droghe. I ricercatori faranno il punto anche sullo stato dell’arte delle conoscenze dei meccanismi cerebrali che regolano dolore e dipendenza e delle alterazioni genetiche che influenzano la risposta allo stress che rendono alcuni soggetti molto più vulnerabili di altri alla dipendenza. Fra i principali obiettivi della conferenza la possibilità di sviluppare terapie del dolore non implicanti rischi di abuso, tolleranza e dipendenza dal farmaco.

La conferenza è organizzata da NIDA insieme al NIH Pain Consortium e all'American Medical Association.



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CATEGORIA: Internazionali TIPO: Scientifiche invia articolo
 

Progetto internazionale EIBI

fonte: Istituto Superiore di Sanità

06-03-2007 È on-line la pubblicazione dell'Head Quarter di Ginevra relativa all'esperienza internazionale (iniziata negli anni '90 e conclusa lo scorso anno) e che ha coinvolto 12 nazioni nello sforzo di identificare uno standard internazionale di prevenzione dell' alcoldipendenza.
La pubblicazione è reperibile sul sito del WHO
Alle pagine 145-172 è pubblicata l'esperienza italiana che ha visto l'Istituto Superiore di Sanità quale risorsa di eccellenza e di coordinamento delle complesse attività di validazione e di realizzazione di demonstration projects attuati attraverso un gruppo di lavoro di grande professionalità ed esperienza.
Le attività specifiche sono state pubblicate sul sito aggiornato costantemente dai ricercatori che partecipano alle attività.
Le indicazioni e le implicazioni di salute e sanità pubblica delle attività svolte si integreranno con quelle prodotte sempre dal gruppo di ricerca nell'ambito del Progetto Europeo PHEPA (Primary Health care Project on Alcohol) di cui la Commissione Europea ha pubblicato i risultati sul sito www.phepa.net.
L'Istituto Superiore di Sanità ha prodotto e pubblicato sul sito europeo una Country Strategy già pubblicata attraverso la Rivista Salute e Territorio.

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ONU: cresce abuso farmaci contrabbando nel mondo

fonte: ONU - INCB

05-03-2007

L’abuso di farmaci a prescrizione sta per superare a livello mondiale quello dei narcotici illegali. A lanciare l’allarme è l’International Narcotics Control Board (INCB) dell’ONU, che ha presentato alla stampa in questi giorni il suo Rapporto annuale.

In Europa, Africa e Asia l’abuso di antidolorifici, sedativi e stimolanti venduti di contrabbando avrebbe già superato quello di eroina, cocaina ed ecstasy; negli USA l’abuso di farmaci a prescrizione avrebbe addirittura sorpassato il totale dei consumi delle “classiche” sostanze illegali, fatta eccezione per la cannabis.

Secondo recenti stime della World Health Organization (WHO), fino al 50% dei farmaci in circolazione nei paesi in via di sviluppo proverrebbe dal contrabbando. La buprenorfina, oggi la principale sostanza assunta per iniezione in India, viene commerciata illegalmente sotto forma di tavolette anche in Francia, dove l’INCB stima che fino al 25 % del prodotto commerciale Subutex passa per il mercato nero.

In occasione della presentazione del rapporto, Gilberto Gerra - rappresentante INCB in Italia - ha spiegato all'ANSA che "se nei Paesi in via di sviluppo il 25-50% delle sostanze che circolano sono fuori dal controllo delle agenzie sanitarie e in gran parte risultano contraffatte, nel mondo occidentale la distribuzione 'parallela' di questi farmaci avviene con gli stessi canali delle classiche droghe illegali ma anche attraverso Internet e la distribuzione postale".



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Modifiche recettori dopamina e impulsività precederebbero uso sostanze; lo sostiene studio Università di Cambridge

fonte: University of Cambridge

05-03-2007

I ricercatori della University of Cambridge avrebbero scoperto perché e come alcuni soggetti possono essere predisposti alla dipendenza da sostanze, attraverso uno studio sperimentale condotto sui ratti con l’utilizzo di scansioni PET pubblicato sull’ultimo numero di Science.

Già era nota la correlazione fra cambiamenti chimici nel cervello umano e dipendenza da sostanze, ma nessuno studio ha mai dimostrato chiaramente se i soggetti fossero predisposti alla dipendenza a causa di questi cambiamenti chimici o se questi cambiamenti fossero invece conseguenti all’uso cronico di sostanze.

I risultati a cui sono pervenuti Jeff Daley e i suoi colleghi del Behavioural and Clinical Neuroscience Institute dimostrerebbero che sono proprio le alterazioni che hanno luogo a livello dei recettori dopaminergici e il carattere impulsivo a precedere l’uso di sostanze, predisponendo in questo modo il soggetto.

“Il prossimo passo – ha dichiarato Daley – sarà quello di identificare il o i geni che causano questa diminuzione nella produzione dei recettori per mettere a punto terapie più efficaci per ADHD (deficit dell’attenzione e disturbo da iperattività) e disturbi comportamentali, quali dipendenza da sostanze e gioco d’azzardo patologico”.

La ricerca è stata finanziata fra gli altri dal britannico Medical Research Council.



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