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Redazione a cura dello Staff DRONET.

risultati: 2501 - pag. 178 di 251
 

L'alcol riduce le dimensioni del cervello; dal meeting annuale dell'American Academy of Neurology

fonte: American Academy of Neurology

04-05-2007 Le persone che consumano 14 o più alcolici alla settimana avrebbero rispetto ai non bevitori cervelli inferiori dell'1,6% in termini di ratio fra volume del cervello e dimensione del cranio. Questo, in sintesi, il risultato dello studio coordinato da Carol Ann Paul del Wellesley College condotto su 1.800 soggetti (bevitori, ex e non bevitori) attraverso scansioni a risonanza magnetica (MRI). Lo studio è stato presentato questa settimana al meeting annuale dell'American Academy of Neurology (www.aan.com). I ricercatori avrebbero anche dimostrato l'esistenza di una correlazione negativa fra consumo di alcol e volume del cervello.

Staff Dronet

CATEGORIA: Internazionali TIPO: Scientifiche invia articolo
 

Gli oppiodi bloccano il potenziamento a lungo termine (PLT) delle sinapsi inibitorie; studio della Brown University su Nature

fonte: Nature

04-05-2007 E' noto che nel cervello le sinapsi eccitatorie sono rafforzate o indebolite in risposta a pattern di attivazione sinaptica e che questi cambiamenti di rafforzamento sinaptico sono alla base tanto dei processi di apprendimento quanto di patologie persistenti quali la dipendenza da sostanze. Di contro, vi sono pochi esempi di plasticità a livello delle sinapsi inibitorie a rilascio di GABA (acido gamma-aminobutirrico, neurotrasmettitore inibitorio). Il dipartimento di farmacologia molecolare della Brown University di Providence ha condotto in merito uno studio sperimentale riportato su Nature di aprile. I ricercatori della Brown hanno descritto il potenziamento a lungo termine della trasmissione sinaptica mediata dai recettori GABA-A (PLT-GABA) posti sui neuroni dopaminergici dell'area tegmentale ventrale (VTA) del ratto, regione fondamentale nello sviluppo di dipendenza da sostanze. Questa forma di PLT è eterosinaptica; richiede, a livello delle sinapsi inibitorie a rilascio di GABA, l'attivazione dei recettori postsinaptici dell'NMDA (N-metil D-aspartato) e l'incremento di rilascio di GABA nei terminali nervosi inibitori vicini. La ricerca ha mostrato che l'esposizione a morfina, sia in vitro che in vivo, previene il PLT-GABA, con una differenza: il trattamento a breve con morfina in vitro blocca il PLT-GABA attraverso inibizione presinaptica del rilascio di glutammato, mentre l'esposizione a morfina in vivo provoca una interruzione persistente del processo. I ricercatori ritengono che questi neuroadattamenti sono alla base delle prime fasi della dipendenza e possono essere utili nello sviluppo di terapie farmacologiche mirate ai recettori GABA-A.

Staff Dronet

CATEGORIA: Internazionali TIPO: Scientifiche invia articolo
 

Inalanti: disturbi psichiatrici nel 70% degli assuntori

fonte: Drug and Alcohol Dependence

03-05-2007 Fra gli assuntori di inalanti è stata riscontrata una elevata prevalenza di disturbi psichiatrici che soddisfano i criteri del DSM-IV. Il 70% degli assuntori avrebbe infatti sofferto almeno una volta nella vita di disturbi dell'umore, di ansia o di personalità, il 38% nell'ultimo anno. Lo rivela una ricerca della Duke University pubblicata sul numero di maggio di Drug and Alcohol Dependence elaborata sui dati dell'americano National Epidemiologic Survery on Alcohol and Related Conditions (NESARC 2001 - 2003). La prevalenza dei disturbi dell'umore fra gli assuntori di inalanti sarebbe del 48%, quella dei disturbi di personalità del 45%, quella dei disturbi d'ansia del 36%. Una comparazione per generi mostra le donne soffrire maggiormente rispetto ai maschi di distimia (24% contro 16%), disturbi d'ansia (53% contro 30%), disturbi da attacchi di panico senza agorafobia (25% contro 11%), fobie specifiche (28% contro 14%), ma motrano una prevalenza minore di disturbo antisociale di personalità (22% contro 36%). Inoltre le donne soddisferebbero più dei maschi (15% contro 8% occorsi nell'ultimo anno) i criteri diagnostici per tre o più disturbi (disordini psichiatrici multipli).

Staff Dronet

CATEGORIA: Internazionali TIPO: Scientifiche invia articolo
 

Ministero Istruzione attiva Piano nazionale benessere dello studente

fonte: Ministero Pubblica Istruzione
24-04-2007 Il Ministero della Pubblica Istruzione promuove, in collaborazione con gli altri dicasteri competenti e in sinergia con i diversi soggetti presenti sul territorio, un piano nazionale per la prevenzione del disagio fisico, psichico e sociale a scuola. L’impegno comune è quello di realizzare percorsi sperimentali, ricerche e programmi operativi per diffondere la cultura della salute, del benessere e migliorare la qualità della vita all’interno del sistema scolastico. In tale prospettiva, il Ministero intende fornire obiettivi generali e linee di azione per realizzare, durante il prossimo anno scolastico e in sinergia con quanto le istituzioni scolastiche autonome stanno già realizzando al proprio interno e in rete fra loro, il piano nazionale del benessere dello studente. Queste le aree di intervento: promuovere stili di vita positivi, contrastare le patologie più comuni, prevenire le dipendenze e le patologie comportamentali ad esse correlate; prevenire obesità e disturbi dell’alimentazione (anoressia e bulimia); rispettare e vivere l’ambiente per una migliore qualità della vita; promuovere e potenziare l’attività motoria e sportiva a scuola per essere sportivi consapevoli e non violenti; promuovere il volontariato a scuola; sostenere la diversità di genere come valore (sessualità, identità, comunicazione e relazione); accogliere e sostenere gli studenti con famiglie straniere, adottive e affidatarie; promuovere la cultura della legalità ed educare alla cittadinanza attiva in Italia e in Europa anche attraverso lo studio della nostra Costituzione. Prevenire e contrastare il bullismo e la violenza dentro e fuori la scuola; prevenire gli incidenti stradali attraverso la conoscenza delle regole di guida e il potenziamento dell’educazione stradale; promuovere il corretto utilizzo delle nuove tecnologie.

Staff Dronet

CATEGORIA: Nazionali TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

Gran Bretagna: il testo dello studio della UK Drug Policy Commission (UKDPC) su consumo droga

fonte: UKDPC

19-04-2007 Pubblichiamo il testo integrale dello studio della UK Drug Policy Commission che dimostra che il regno Unito ha il livello più alto di consumo di droghe in Europa e il secondo numero di morti ad esso collegate.

Staff Dronet

CATEGORIA: Europee TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

Gran Bretagna: consumo droga più alto d'Europa

fonte: ANSA

18-04-2007 La Gran Bretagna avrebbe il livello più alto di consumo di droghe in Europa e il secondo numero di morti ad esso collegate. Lo rivela uno studio indipendente pubblicato oggi, secondo quanto riporta ANSA. Secondo la ricerca sono più di 280.000 le persone che usano cocaina in Gran Bretagna oggi, rispetto alle 5.000 unità del 1975. Un quinto delle persone arrestate in tutto il Paese è inoltre dipendente dall'eroina. Quasi la metà dei giovani ha provato la cannabis. Lo studio individua la causa di questa enorme diffusione del consumo degli stupefacenti nel nel calo del prezzo. Aumentati i sequestri di droga da parte della polizia e gli arresti di spacciatori. Il mese scorso il ministero degli Interni britannico aveva affermato che il consumo di droga nel Paese era diminuito del 21% negli ultimi nove anni.

Staff Dronet

CATEGORIA: Internazionali TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

DCSA: il rapporto sui compiti e le attività della Direzione Centrale Servizi Antidroga

fonte: DCSA

17-04-2007 Pubblicata nella sezione Pubblicazioni di Dronet il rapporto 2005 sui compiti e le attività della Direzione Centrale Servizi Antidroga del Dipartimento della Pubblica Sicurezza: è un bilancio delle attività di prevenzione e investigazione messe in atto dalle Forze di Polizia nella lotta alla droga, contenente anche dati statistici, modalità di assunzione, effetti di vecchie e nuove sostanze stupefacenti, i prezzi e le rotte del traffico internazionale. La Direzione Centrale per i Servizi Antidroga (D.C.S.A.) é un organismo interforze composto, in numero paritetico, dalle tre forze di Polizia nazionali (Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza) attraverso il quale il Capo della Polizia (Direttore Generale della Pubblica Sicurezza) attua le direttive emanate dal Ministro dell'Interno in materia di coordinamento e di pianificazione delle forze di polizia per la prevenzione e repressione del traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope. Maggiori informazioni sulle attività del DCSA e dati di aggiornamento a cadenza mensile al sito web del Ministero dell'Interno.

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CATEGORIA: Nazionali TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

Sperimentazione vaccino anticocaina in Italia: sì ma con supporto psicologico; i risultati del primo studio nazionale di fattibilità sulla sperimentazione in fase 3

fonte: Cocaina Verona Group
13-04-2007 Anche l'Italia è pronta alla sperimentazione del vaccino anti-cocaina. Lo dicono i risultati dello Studio preliminare di fattibilità per la sperimentazione del vaccino anti-cocaina in Italia, realizzato dal Cocaina Verona Group in collaborazione con ASL e comunità terapeutiche italiane, nel percorso di attuazione degli obiettivi dell'accordo con la multinazionale produttrice della molecola e proprietaria del brevetto, che prevede la sperimentazione in fase 3 del vaccino in alcuni Paesi Europei compreso il nostro. Lo studio è stato condotto in Italia nell'arco del 2006 attraverso questionari e interviste a consumatori di cocaina quale sostanza primaria d'uso (50% del campione) e professionisti di servizi e comunità terapeutiche (50%) allo scopo di verificare l'accettabilità del vaccino e della sua sperimentazione in fase 3 in Italia in termini di percezione di efficacia, percezione di utilità, importanza di un sostegno psicologico annesso, eventuale rischio di discriminazione sociale dei partecipanti alla sperimentazione e dei "vaccinati", eventuali pregiudizi in merito a un intervento farmacologico di carattere preventivo. I risultati dello studio indicano in particolare che: • percezione di efficacia: ben l'88% dei professionisti di servizi e comunità terapeutiche e il 60% dei consumatori di cocaina ritiene utile il vaccino anti-cocaina, abbinato però a un adeguato sostegno psicologico; soltanto il 14% di consumatori e il 6,5% di operatori ne considera infatti l'utilità in termini di pura somministrazione farmacologica; • percezione di utilità: il 55% di consumatori e il 63% di professionisti ritiene utile il vaccino per vincere la dipendenza da cocaina, ma il 55% di consumatori e il 62% di professionisti lo ritiene meno utile nella riduzione del craving (desiderio di assumere la sostanza); allo stesso modo non è percepita l'utilità del vaccino per prevenire ricadute dal 67% di consumatori e dal 44% di professionisti; • sia consumatori (78%) che professionisti (83%) ritengono indispensabile che la futura sperimentazione venga condotta nel completo anonimato; • le terapie farmacolgiche vengono in generale ritenute molto indicate per il trattamento della dipendenza da sostanze sia dalla maggioranza degli operatori (59%) che dei consumatori (60%); • la positività agli anticorpi della cocaina a un prelievo di sangue successivo alla vaccinazione viene percepita dagli operatori come problematica per i pazienti (55%) e come possibile ostacolo alla partecipazione alla sperimentazione (54%), mentre il 43% dei consumatori si dice non preoccupata. Il Dott. Giovanni Serpelloni, direttore del Dipartimento delle Dipendenze di Verona, ha dichiarato: “I dati sono incoraggianti; stiamo solo aspettando il via per capire le condizioni che pone l’azienda proprietaria del brevetto. L’importante è considerare prioritario il rispetto di due condizioni: primo le implicazioni etiche, secondo la necessità di un adeguato supporto psicologico da affiancare alla somministrazione farmacologia del vaccino”. In Italia: più del 4,5% della popolazione ha provato la cocaina almeno una volta nella vita, con età media di primo utilizzo di 18 anni (in Europa l’età di primo utilizzo è intorno ai 22 anni); l’89% dei consumatori abituali sono maschi e hanno età media di 33 anni; il 62% dei consumatori ha un’occupazione e più del 70% risulta coniugato; negli ultimi 5 anni è stato rilevato in Italia un aumento del 10% del numero di soggetti segnalati in possesso di cocaina. Il Cocaina Verona Group si è costituito lo scorso anno con sede a Verona presso il Dipartimento delle Dipendenze – ULSS 20 di Verona. Raggruppa numerosi esperti in materia per dare risposte tecnico scientifiche al crescente fenomeno della diffusione della cocaina in Italia. In breve tempo ha realizzato ricerche, pubblicazioni, convegni e workshop su cocaina e in particolare sul vaccino anti-cocaina, fra cui il Cocaina Verona Congress del 5 e 6 giugno 2006 e il Workshop sul Vaccino Anti-Cocaina del 20 dicembre 2006. Tutti i materiali prodotti, fra cui il Manuale di aggiornamento tecnico scientifico sulla cocaina, sono disponibili sul portale http://cocaina.dronet.org

Staff Dronet

CATEGORIA: Nazionali TIPO: Scientifiche invia articolo
 

Alcol: in Italia fa 25.000 morti all'anno; dal convegno ISS giornata alcolismo / 2

fonte: ISS
12-04-2007 Ogni anno in Italia circa 25.000 decessi sono associati all’alcol e riguardano più di 17.000 uomini e circa 7.000 le donne. La stima della mortalità alcolcorrelata prodotta nell'ambito delle progettualità internazionali dell'OMS coordinate dal Prof. Jurgen Rehm dell'Università di Toronto e realizzata per l'Italia in collaborazione con il Centro OMS per la Ricerca sull'Alcol dell'Istituto Superiore di Sanità evidenzia un tasso di mortalità di 35 decessi su 100.000 abitanti per i maschi e di 8,4 decessi su 100.000 abitanti per le donne attribuibili all'alcol. Sono i numeri illustrati oggi nel corso del convegno "Alcol prevention day 2007" organizzato a Roma dall'Istituto Superiore Sanità (ISS). A tali decessi occorre aggiungere la quota relativa ai più giovani (circa 2000 quella a noi nota per gli incidenti stradali, prima causa di morte per i ragazzi). Circa il 10 % di tutti i decessi registrati nel corso di un anno (il 2002 preso come riferimento, considerati tutti i decessi di individui di età superiore ai 20 anni) sono da ritenersi, secondo gli esperti, decessi prematuri causati dall'alcol (l'11 % di tutti i decessi tra i maschi e il 5,2% tra le donne): decessi evitabili parzialmente o totalmente a fronte di un corretto atteggiamento nel bere. Il numero dei decessi alcol-attribuibili è calcolata al netto dei possibili "guadagni" dell'effetto protettivo associato a bassi consumi di alcol (meno di un bicchiere al giorno). Le condizioni che presentano la più elevata frequenza di mortalità alcol-attribuibile sono la cirrosi epatica e gli incidenti. Per i decessi da cirrosi epatica, il 47,7 % per i maschi e il 40,7 % per le donne sono attribuibili all'alcol; analogamente, il 26,35 % e l'11,4 % di tutti i decessi che riconoscono la causa di morte in un incidente sono alcorrelati. Il 5,31 % di tutti i tumori maligni maschili ed il 3,01 % di quelli femminili è attribuibile all'alcol.

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CATEGORIA: Nazionali TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

Alcol: in Italia "weekend alcolici" per il 74% dei giovani; dal convegno ISS giornata alcolismo / 1

fonte: ISS
12-04-2007 Il 74 % dei giovani, e nello specifico il 67% dei 13-15enni, beve il sabato sera. Di questi il 20% si ubriaca nel fine settimana. Sempre più diffuso tra i teen agers il fenomeno del binge drinking (bere per ubriacarsi 6 o più bicchieri in un’unica occasione) che “snobbano” il consumo mediterraneo preferendo i consumi fuori pasto. Un’abitudine negativa per la salute e la sicurezza: l’abuso fuori pasto e gli "happy hours" incrementano del 70% il rischio del ricorso dei giovani al pronto soccorso. I dati vengono fuori dalle ricerche finanziate dal Ministero della Salute e condotte nelle discoteche dal Centro Collaboratore dell’OMS per la Promozione della Salute e la Ricerca sull’Alcol, presentati oggi in occasione dell’ “Alcol Prevention Day 2007” al convegno organizzato dall'Istituto Superiore Sanità a Roma. “Sappiano dai dati più recenti che circa 700 mila tra ragazzi e ragazze al di sotto dei 16 anni consumano alcol nel nostro Paese e il trend è, purtroppo, in forte crescita nel cosro degli ultimi anni. A preoccupare sono soprattutto le adolescenti, più vulnerabili, fisiologicamente parlando, agli effetti negativi dell’alcol. Ma anche la constatazione che il modello mediterraneo del bere, improntato alla moderazione e all’associazione del consumo di vino ai pasti viene abbandonato anche dagli adulti, soprattutto uomini – dichiara Emanuele Scafato, direttore del Centro OMS per la ricerca sull’Alcol e dell’Osservatorio Nazionale Alcol dell’ISS – Nella ricerca nelle discoteche, abbiamo indagato sui fattori di rischio determinanti del binge drinking e ne abbiamo individuati tre: il bere fuori pasto, allontanandosi sempre più dal modello del bere mediterraneo, l’abitudine al fumo e il frequentare locali quali “open bar”, “happy hour” e discoteche dove alcolpops e stuzzichini sono d’obbligo. Purtroppo, va avanti il ricercatore “la tv non aiuta: fiction e pubblicità mostrano il bere in un contesto di normalità e sempre più spesso lo associano ad immagini di successo, anche attraverso il ricorso a testimonial d’eccezione che tanta influenza hanno sui giovani. Modelli di promozione del bere che focalizzano più sulle persone, sui sentimenti che sulle qualità del prodotto e che dovrebbero, comunque, proporre stili di consumo che sollecitino moderazione per poter dare ai ragazzi la corretta informazione ed evitare di costruire immaginari ingannevoli”.

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