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Redazione a cura dello Staff DRONET.

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NIDA: nel 2007 tossicità marijuana (THC) ai massimi livelli degli ultimi 30 anni

fonte: Office of National Drug Control Policy ONDCP

16-06-2008

La potenza della marijuana ha raggiunto, l’anno scorso, livelli mai toccati prima in più di 30 anni, esponendo a rischi ancora più gravi la salute di chi la assume ritenendola “innocua”.
L’Office of National Drug Control Policy (ONDCP) and the National Institute on Drug Abuse (NIDA) hanno reso pubblico l’ultimo studio condotto dalla University of Mississippi's Potency Monitoring Project, che si occupa di monitorare la quantità media di THC, il principio psicoattivo della cannabis, contenuta nella droga sequestrata dalle Forze di Polizia. Lo studio è stato condotto analizzando i dati relativi a 62.797 campioni di cannabis, dei quali 1.302 di hashish e 468 di olio di hashish, sostanze sequestrate dalle forze di polizia in 48 stati a partire dal 1975.
Secondo l’ultimo rapporto diffuso, la quantità media di THC contenuta nella marijuana è cresciuta del 9,6% nel 2007, rispetto all’8,75% dell’anno precedente. Dal 1983 la potenza della marijuana è più che raddoppiata, passando da una quantità media di principio attivo inferiore al 4% al 9,6% del 2007. L’accresciuta potenza della marijuana è attribuita ad una sofisticazione delle tecniche di produzione messe in atto dai trafficanti negli Stati Uniti e in Canada.
Il direttore del NIDA, Nora Volkow, che ha finanziato lo studio, si è dichiarata preoccupata per gli effetti nocivi legati alla maggiore tossicità della marijuana disponibile sul mercato, che potrebbe comportare anche gravi danni mentali innescando delle trasformazioni neuronali che possono condurre alla dipendenza.



Staff Dronet

CATEGORIA: Internazionali TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

Amfetamine: aumentano il rischio di infarto

fonte: Drug and Alcohol Dependence

13-06-2008

I ricercatori, della University of Texas Southwestern Medical Center at Dallas, hanno condotto uno studio longitudinale esaminando le cartelle cliniche di più 3 milioni di persone, di età compresa tra i 18 e i 44 anni, che erano stati ricoverati tra il 2000 e il 2003, individuando una correlazione tra uso di amfetamine e infarto.
Lo studio, che sarà pubblicato a luglio su Drug and Alcohol Dependence, è stato realizzato utilizzando un’analisi di regressione logistica multipla che ha riguardato numerosi indicatori, tra i quali l’uso di cocaina, alcol e tabacco, ipertensione, diabete mellito, disturbi del metabolismo lipidico, obesità e malattie congenite. Dall’analisi dei dati è emersa una relazione significativa tra uso di amfetamine ed infarto miocardico (AMI), con una misura del rischio OR pari a 1,61 in un intervallo di confidenza al 95% compreso tra 1.24 e 2.04.
Arthur Westover, principale autore dello studio, ha osservato un aumento significativo nel periodo osservato della percentuale di infarti tra i consumatori di amfetamine. Il rischio di infarto imputabile all’uso di amfetamine, cui è esposta la popolazione nello stato del Texas, è pari allo 0,2%. La prevalenza d’uso di amfetamine varia secondo l’area geografica considerata, con picchi riscontrati in corrispondenza delle regioni del Nord e del Panhandle del Texas.



Staff Dronet

CATEGORIA: Internazionali TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

Nuova pubblicazione: Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

fonte: Dipartimento delle Dipendenze

12-06-2008

Segnaliamo la pubblicazione di un nuovo manuale no profit, “Drugs Early Warning System. Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe” a cura del Programma Regionale sulle Dipendenze, Regione del Veneto.
La pubblicazione propone un’analisi approfondita sui sistemi di allerta precoce non solo nell’ambito delle droghe ma a tutti i livelli, al fine di definire i criteri e una modellistica per la realizzazione di un sistema operativo innovativo di allerta per le droghe. Tale analisi si colloca nell’ambito del progetto nazionale Sistema di Allerta Rapida Droghe Sintetiche (REITOX 2) promosso dal Ministero della Salute in collaborazione con il Ministero della Solidarietà Sociale, per la realizzazione di un Sistema di Allerta in Italia.
L’obiettivo è quello di sviluppare un linguaggio tecnico e modelli condivisi dagli attori coinvolti, le Regioni e le Amministrazioni centrali deputate alla protezione della salute pubblica, che permetta loro una comunicazione rapida, agevole e tempestiva al fine di individuare precocemente la comparsa di nuove droghe e di gestire le situazioni di rischio ad esse correlate.
Il manuale, oltre ad offrire numerose indicazioni pratiche ed operative, propone anche il software “Geo Drugs Alert”, per la gestione e la georeferenziazione delle segnalazioni e delle allerte per i danni da droghe. Il software costituisce uno strumento innovativo nella gestione delle informazioni per impedire l’emergere o il diffondersi di intossicazioni acute diffusive sul territorio. L’attivazione di risposte precoci è garantita dalla tempestività di attivazione, dalla specificità delle informazioni, dalla sensibilità e dall’efficacia preventiva, criteri sulla base dei quali questo software è stato realizzato. La pubblicazione è disponibile anche on-line al sito http://allerta.dronet.org.



Staff Dronet

CATEGORIA: Nazionali TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

Ernest Gallo Clinic: fattori neurotrofici per combattere alcoldipendenza

fonte: Ernest Gallo Clinic and Research Center

11-06-2008

Aumentando i livelli di una specifica proteina del cervello, in soggetti con dipendenza da alcol, si ridurrebbe rapidamente il consumo di alcol prevenendo anche le ricadute. Lo sostiene uno studio pubblicato a giugno su Proceedings of the National Academy of Sciences.
I ricercatori dell’Ernest Gallo Clinic and Research Center dell’Università della California di San Francisco, hanno condotto lo studio su alcuni topi in laboratorio scoprendo che un aumento dei livelli della proteina cerebrale GDNF, fattore neurotrofico derivato da cellule gliali, ridurrebbe il consumo di alcol. Per la prima volta è stata dimostrata la possibilità di bloccare le ricadute alcoliche senza interferire con i meccanismi naturali della gratificazione, problema verificatosi invece con altri trattamenti farmacologici per la cura dell’alcolismo.
I ricercatori sono riusciti a definire con esattezza la regione cerebrale dove questa proteina agisce, l’area tegmentale ventrale (VTA), fortemente coinvolta nei processi di dipendenza. È stata stabilita, inoltre, la tempistica degli effetti: trascorsi 10 minuti dall’immissione della proteina nel VTA in topi dipendenti da alcol, i ricercatori hanno osservato una riduzione significativa della ricerca della sostanza. In una seconda fase, è stata resa disponibile dell’acqua zuccherata agli stessi topi trattati con GDNF, dimostrando che l’aumento di questa proteina non inibirebbe i naturali comportamenti di ricerca del piacere.
Infine, la terza fase dello studio ha dimostrato la capacità di questa proteina di prevenire le ricadute. I topi una volta abituati all’alcol ne erano privati; quando la sostanza era resa nuovamente disponibile, i topi adottavano comportamenti recidivi simili a quelli umani. Invece, i topi che erano stati trattati con GDNF e sottoposti allo stesso esperimento, non mostravano comportamenti di ricerca dell’alcol.
Tali scoperte possono costituire i presupposti per la messa a punto di nuovi trattamenti farmacologici per la cura dell’alcolismo.



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CATEGORIA: Internazionali TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

Cocaina: studio NIDA su efficacia trattamenti farmacologici

fonte: NIDA

10-06-2008

Il National Institute on Drug Abuse ha pubblicato su Addiction Science di giugno una rassegna a cura di Kyle Kampaman dedicata ai più recenti progressi della ricerca per il trattamento farmacologico della dipendenza da sostanze stimolanti, tra cui la cocaina.
Le recenti scoperte nel campo della neurobiologia, che hanno permesso di avere una maggiore comprensione dei processi alla base della dipendenza da stimolanti (cocaina e amfetamine), hanno permesso di sviluppare diversi trattamenti farmacologici per la cura della dipendenza.
Questi si caratterizzano per differenti molecole di base che possono aiutare i pazienti nell’astinenza come il modafinil, il propranololo e il bupropione, oppure ad evitare le recidive come come topiramato, tiagabine, disulfiram, potenziatori GABA.
In particolare, un trattamento ancora in fase di sperimentazione è il “vaccino anticocaina” (TA-CD) che stimola la produzione di specifici anticorpi che si legano alle molecole della cocaina impedendo a queste di attraversare la barriera ematoencefalica, cioè l’accesso della cocaina al sistema nervoso centrale. I risultati preliminari ottenuti dimostrerebbero la capacità del vaccino di ridurre l’effetto euforizzante della cocaina.
Infine, l’autore ribadisce l’importanza della terapia comportamentale quale supporto al trattamento farmacologico, in quanto dimostratasi molto efficace soprattutto nella fase iniziale di astinenza nella terapia dei pazienti con dipendenza da cocaina.



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CATEGORIA: Internazionali TIPO: Scientifiche invia articolo
 

Disturbo bipolare aumenta rischio dipendenza negli adolescenti

fonte: Drug and Alcohol Dependence

09-06-2008

Gli adolescenti affetti da disturbo bipolare sarebbero maggiormente predisposti all’uso di alcol, tabacco e droghe.
Lo afferma uno studio pubblicato a giugno su Drug and Alcohol Dependance e coordinato da Timothy Wilens, direttore del Substance Abuse Services presso il Massachusetts General Hospital Pediatric Psychopharmacology. Secondo i ricercatori oltre il 20% dei bambini e degli adolescenti in trattamento per problemi psichiatrici soffrirebbe di disturbo bipolare, con sintomi e sbalzi d’umore particolarmente drammatici e frequenti, non riscontrati negli adulti affetti dalla stessa patologia psichiatrica.
Lo studio, ha coinvolto 105 adolescenti diagnosticati con disturbo bipolare, raffrontati ad un gruppo di controllo di 98 giovani, con un’età media di 14 anni. Rispetto a ciascun gruppo è stata valutata l’incidenza dell’uso/dipendenza da alcol, da tabacco e droghe. I bipolari hanno mostrato i punteggi più alti. Il 34% di loro, infatti, fumava o aveva una dipendenza da alcol o altre sostanze, fenomeno riscontrato solo nel 4% dei controlli.
I dati, inoltre, hanno evidenziato come i giovani affetti da disturbo bipolare che hanno manifestato la malattia durante l’adolescenza sarebbero più esposti al rischio di dipendenza da alcol o droghe, rispetto a coloro che hanno manifestato la patologia durante l’infanzia. Tuttavia se, come ipotizzano i ricercatori, il disturbo bipolare precede l’uso di sostanze psicoattive, si potrebbero prevedere specifici interventi per ridurre il rischio di abuso di alcol e droghe.



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CATEGORIA: Internazionali TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

Cocaina: gli effetti a lungo termine sul cervello

fonte: Molecular Psychiatry

06-06-2008

Uno studio pubblicato su Molecular Psychiatry di maggio fornisce ulteriori informazioni sugli effetti a lungo termine dell’uso di cocaina, che provoca gravi danni al cervello conseguenti a modifiche nella quantità e nella funzionalità di numerose proteine.
Lo studio, condotto presso la Wake Forest University School of Medicine USA, è stato realizzato analizzando le modificazioni delle proteine nel cervello in un gruppo di primati con dipendenza da cocaina e in un gruppo di controllo. I ricercatori, Scott Hemby e Leonard Howell, hanno confrontato le modificazioni a carico delle proteine citosoliche all’interno del nucleo accumbens con elettroforesi e "Pro-Q Diamond phosphoprotein", tecnica di fluorescenza per la determinazione rapida della fosforilazione delle proteine.
I risultati dell’indagine hanno reso possibile un’ampia valutazione dei cambiamenti biochimici che avvengono nel cervello di soggetti dipendenti da cocaina. Tali modificazioni sono profonde ed interessano la struttura cellulare, il metabolismo, la trasmissione e la funzione mitocondriale dei neuroni.



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CATEGORIA: Internazionali TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

Prevenzione HIV/AIDS in Italia: politiche di marketing sociale in Bocconi il 27 giugno

fonte: Università Bocconi

05-06-2008

Organizzato dal Customer & Service Science lab, il centro di ricerca applicata sui temi dell'orientamento al cliente e della competitività nei settori dei servizi dell’Università Bocconi, il 27 giugno 2008 si svolgerà a Milano il convegno “E liberaci dal male. Le politiche di marketing sociale per la prevenzione dell'HIV/AIDS in Italia”.
L’evento rappresenterà un’occasione di confronto per stimolare il dibattito su uno dei problemi sanitari più gravi che i governi di tutto il mondo hanno dovuto affrontare negli ultimi 25 anni, la lotta contro l’AIDS. Nell’ambito del colloquium verranno presentati i dati di diffusione del virus HIV e sarà discusso il ruolo del marketing sociale nella prevenzione di questa malattia. Saranno, inoltre, analizzate le differenti strategie di comunicazione volte a promuovere e veicolare messaggi di promozione di comportamenti e stili di vita sani e responsabili.

 

Interverranno:
Enrico Valdani e Isabella Soscia (Università Bocconi)
Emilio Tanzi (SDA Bocconi)
Luca Pietrantoni (Università di Bologna)
Giovanni Serpelloni e Elisabetta Simeoni (Centro di Medicina Preventiva ULSS 20 Regione Veneto)
Massimo Oldrini e Lella Cosmaro (LILA Milano ONLUS).



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CATEGORIA: Nazionali TIPO: Congresso/convegno invia articolo
 

Marijuana: assunzione prolungata riduce volume ippocampo e amigdala

fonte: Archives of General Psychiatry

04-06-2008

L’uso intensivo e prolungato di marijuana potrebbe essere associato alla riduzione volumetrica di due importanti strutture cerebrali, l’ippocampo e l’amigdala.
Lo sostiene un recente studio pubblicato a giugno su Archives of General Psychiatry, condotto presso il Melbourne Neuropsychiatry Centre, dell’Università di Melbourne, Australia. L’indagine ha coinvolto 15 soggetti, selezionati secondo i criteri di “utilizzo intensivo” di marijuana (più di 5 spinelli al giorno) e per un tempo prolungato (oltre 10 anni), esenti da disturbi mentali o neurologici, con esclusione dei poliassuntori. Sono state utilizzate tecniche di neuroimmagine a risonanza magnetica strutturale per effettuare le analisi volumetriche delle regioni cerebrali considerate.
Secondo Murat Yucel, autrice dello studio, nei forti utilizzatori di marijuana il volume dell’ippocampo risulta inferiore al normale del 12%, quello dell’amigdala del 7%. I risultati mostrano come un forte uso quotidiano e prolungato di questa sostanza abbia effetti nocivi sui tessuti cerebrali ma anche sulla salute mentale.



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CATEGORIA: Internazionali TIPO: Scientifiche invia articolo
 

Alcol e droghe: dalla Scozia linee guida per trattamento integrato

fonte: Governo scozzese

03-06-2008

Il Governo scozzese ha appena pubblicato un nuovo documento relativo al trattamento integrato per i consumatori di alcol e droghe, dal titolo “Integrated Care for Drug or Alcohol Users: Principles and Practice Update 2008”.
Redatto dal comitato consultivo scozzese sull’abuso di droghe (SACDM), il documento propone nuove linee guida sul trattamento integrato, alla luce dei recenti sviluppi in materia di tossicodipendenze. Le linee guida illustrano le principali prove scientifiche, i principi chiave e le good practice del trattamento integrato in un contesto di forte collaborazione tra istituzioni sanitarie e istituzioni sociali. Sebbene alcuni interventi per il trattamento della dipendenza da droghe differiscano da quelli utilizzati per la cura dell’alcolismo, tuttavia gli elementi chiave del trattamento integrato sono comuni a qualsiasi tipo di dipendenza.
Il documento rappresenta una guida pratica che offre numerosi spunti per gli operatori del settore, sia per i dirigenti che per i medici di medicina generale.



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