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Redazione a cura dello Staff DRONET.

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Cannabis in Europa, una "antologia" a firma EMCDDA

fonte: EMCDDA

30-06-2008
"Cannabis da fumare, da mangiare, da bere o, semplicemente, come argomento di cui parlare: sembra che nel mondo ci sia grande appetito per questa sostanza". Questo si legge in apertura della nota stampa dell'Osservatorio Europeo Droghe e Tossicodipendenze (EMCDDA) relativa alla pubblicazione in due volumi di una vera e propria "antologia" di oltre 700 pagine che fa il punto sullo stato dell'arte di normative, trattamenti e "dibattiti" sulla cannabis in Europa. Si calcola che un cittadino europeo adulto su cinque abbia provato la cannabis almeno una volta nella vita, mentre più di 13 milioni di europei ne hanno fatto uso nell’ultimo mese. E a livello mondiale ogni anno sono prodotte quasi 50 000 tonnellate di cannabis destinata al consumo, sotto forma di erba o di resina. Non sorprende, quindi, che questa sostanza si sia trasformata in un fenomeno culturale controverso.
La monografia si basa sul concetto che la cannabis non è una sostanza statica e sempre uguale a se stessa, bensì un prodotto dinamico soggetto a una graduale evoluzione in termini di potenza, prevalenza e coltivazione. La pubblicazione contiene interventi rapidi, ma incisivi, di esperti autorevoli incentrati su una serie di tematiche correlate alla cannabis, accompagnati da suggerimenti per ulteriori letture di approfondimento. Un breve editoriale fornisce un’introduzione sintetica a ciascun argomento trattato, richiamando a volte l’attenzione su aspetti delicati dal punto di vista politico e sulla necessità di esaminare il problema con “occhio critico”.
Questa antologia sulla cannabis è quindi un valido strumento sia per coloro che si avvicinano al fenomeno per la prima volta sia per i professionisti del settore, per i quali funge da utile compendio.
Due volumi per un pubblico eterogeneo La monografia è suddivisa in due volumi, ciascuno a sua volta articolato in tre parti. La scelta di dividere la pubblicazione in due volumi nasce da una serie di esigenze diverse. Pur essendo l’uno un’integrazione dell’altro, entrambi si rivolgono a un pubblico leggermente diverso.
Il Volume 1 è incentrato sulla trattazione degli aspetti politici, legislativi, economici e sociali connessi con il fenomeno della cannabis. Il pubblico a cui si rivolge, quindi, comprende responsabili politici, sociologi, storici, giornalisti e autorità giudiziarie e di polizia. Il secondo volume, invece, è stato pensato per gli operatori del settore, che si occupano di trattamento, prevenzione e assistenza sanitaria. Nel Volume 1 l’antologia ripercorre la storia della cannabis, gli eventi degli anni Sessanta e Settanta nel Regno Unito, i recenti sviluppi nei nuovi Stati membri dell’Unione europea, l'evoluzione osservata a livello politico nei confronti di questo fenomeno, il commercio di resina di cannabis dal Marocco all’Europa settentrionale, la nascita dei bar (coffee shop) nei Paesi Bassi. Se è vero che alcuni di questi articoli inquadrano soltanto alcuni tasselli del complesso mosaico della cannabis, altrettanto certo è che essi riescono comunque a far luce sulla molteplicità di approcci adottati nel tempo in Europa nei confronti del fenomeno.
Il Volume 2 contiene informazioni generiche sugli effetti del consumo di cannabis per la salute, da una prospettiva sia individuale che di sanità pubblica, nonché descrizioni degli attuali modelli del consumo di cannabis in Europa, tra la popolazione in generale e tra gli adolescenti, e descrizioni della domanda di trattamento dei disturbi legati al consumo di questa sostanza in Europa. Una serie di studi di casi illustrano la percezione che i consumatori di cannabis in Finlandia hanno verso tale abitudine, l’aumento della domanda di trattamento in Germania e gli effetti specifici del consumo di cannabis sulla guida.
Dai problemi mondiali alle esperienze locali, un elemento comune a entrambi i volumi è il tentativo di integrare i capitoli generali con casi di studio specifici, che offrono una visione da vicino, più dettagliata, dell’argomento. Ogni sezione si apre con una serie di capitoli che forniscono un’introduzione generale a ciascun aspetto selezionato, spesso di carattere enciclopedico, corredata di una sintesi sullo stato attuale della ricerca scientifica. Quindi il campo si restringe su un tema specifico, con la presentazione di uno studio di caso. Il risultato è un volume che, accanto a una panoramica generale degli aspetti critici del consumo di cannabis, propone numerosi riferimenti a un’ampia gamma di fonti tecniche e suggerimenti per ulteriori approfondimenti.


Staff Dronet

CATEGORIA: Europee TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

Ketamina e schizofrenia: da Cambridge studio cognitivo con neuroimmagine

fonte: Journal of Neuroscience

27-06-2008
Soggetti sani di mente sotto l’effetto di ketamina mostrano sintomi psicotici che variano in base alla abituale risposta del cervello a stimoli cognitivi, secondo quanto dimostrano i risultati di uno studio condotto con risonanza magnetica per imaging (MRI).
Lo studio, coordinato da Paul Fletcher dell’Università di Cambridge UK e pubblicato su Journal of Neuroscience, dimostrerebbe che i sintomi psicotici hanno distinte basi biologiche che spiegherebbero perché il quadro sintomatico della schizofrenia vari così tanto nella popolazione. Indagini precedenti avrebbero dimostrato che l’uso di ketamina, da parte di soggetti privi di disturbi mentali, potrebbe rappresentare un modello transitorio per la schizofrenia.
I ricercatori hanno coinvolto nello studio un gruppo di persone, prive di disturbi mentali e con un quoziente intellettivo medio di 113, senza alcuna esperienza pregressa d’uso di alcol e droghe. I partecipanti, ai quali era somministrata ketamina o placebo, venivano monitorati con scanner MRI durante lo svolgimento di test cognitivi. A distanza di un mese l’esperimento era ripetuto invertendo, però, la somministrazione delle sostanze.
I ricercatori hanno osservato che gli schemi di attivazione cerebrale individuati tramite MRI durante lo svolgimento di compiti cognitivi, sotto l’effetto placebo, erano fortemente predittori dei sintomi psicotici che gli stessi individui avrebbero manifestato sotto l’effetto di ketamina. Gli schemi di attivazione cerebrale osservati nello studio - dicono i ricercatori di Cambridge - potrebbero rappresentare indicatori di vulnerabilità per la predizione dell’insorgenza della sindrome schizofrenica.


Staff Dronet

CATEGORIA: Internazionali TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

Italia; la Relazione al Parlamento sulle tossicodipendenze nel 2007

fonte: Governo Italiano

26-06-2008

“Una battaglia che si può vincere. La droga è come la spazzatura: va rimossa” con questo messaggio il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega in materia di tossicodipendenze, On. Sen. Carlo Giovanardi, ha aperto la conferenza stampa (registrazione video della conferenza stampa) per la presentazione della "Relazione annuale al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze in Italia per l’anno 2007".
Durante la relazione sono stati presentati i dati salienti in merito al fenomeno delle tossicodipendenze, alle prevalenze d’uso delle sostanze psicoattive in Italia, all’atteggiamento degli italiani nei confronti delle droghe, la percezione della pericolosità e della accessibilità alle sostanze. Secondo il rapporto, infatti, il 90% degli italiani disapprova decisamente il consumo di ogni tipo di droga, sia quella che viene definita “pesante”, sia quella che viene erroneamente considerata “leggera”, ritenendolo pericoloso per la salute delle persone.
Nel 2007 aumenta la diffusione del consumo di cannabis, l’1,4% della popolazione di età compresa tra i 15 e i 64 anni la consuma quotidianamente. L’incremento maggiore si è osservato nei consumatori di genere femminile. Rimangono sostanzialmente invariati, invece, i consumi di cocaina ed eroina, mentre segnano un lieve aumento l’uso di sostanze stimolanti e allucinogeni, anche se tali incrementi diventano significativi considerando il consumo di queste sostanze fra gli studenti.
Il 31,3% degli Italiani (fra i 15 ed i 64 anni) ed il 51% degli studenti (fra i 15 ed i 19 anni) ritiene "facile o piuttosto facile" reperire in breve tempo una qualsiasi sostanza psicoattiva illegale. La discoteca rappresenta il luogo dove gli studenti riescono a reperire con più facilità tutte le sostanze. La sostanza percepita come maggiormente accessibile è la cannabis a seguire cocaina, stimolanti, eroina e allucinogeni.
Sale il numero delle persone che muoiono a causa di overdose: nel 2007, con 589 decessi, si e' registrato un incremento del 6% rispetto l’anno precedente, mentre sono 320 mila i bisognosi di cure. I costi di questo fenomeno sociale sono ingenti, oltre 10 miliardi di euro il peso che deve sostenere la collettività sotto il profilo sociale, prossima ai 2 miliardi la stima delle risorse socio sanitarie utilizzate, il 7% in più rispetto al 2006.
Nel 2007 in tutte le Regioni e P.A. sono state condotte, a differenti livelli, attività di reinserimento sociale di tossicodipendenti (o ex), ed i campi maggiormente interessati sono stati quelli dell'occupazione e istruzione/formazione (attraverso l'erogazione di borse lavoro e/o tirocini o il reinserimento lavorativo), seguita da assistenza sociale di base (l'assistenza sociale e psicologica per le relazioni familiari dei consumatori, l'assistenza economica o legale) e da interventi in tema di alloggio (servizi o sussidi per l'affitto).
Tra gli interventi di prevenzione selettiva e mirata realizzati nel 2007 in Italia, sono da evidenziare diversi progetti rivolti in particolare ai giovani nei cosiddetti contesti ricreazionali (frequentatori di stadi di calcio, concerti, rave party, pub e locali notturni).
Il numero di controlli svolti per guida in stato di ebbrezza e sotto l'influenza di sostanze psicoattive illegali nel 2007 dalle FF.00., rispetto all'anno precedente, è cresciuto del 200%.



Staff Dronet

CATEGORIA: Nazionali TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

26 giugno 2008: giornata mondiale contro la droga

fonte: UNODC

25-06-2008

Il 26 giugno 2008 è la giornata mondiale contro il consumo e il traffico illecito di droga, indetta annualmente dall’Ufficio contro la Droga e il Crimine delle Nazioni Unite (UNODC) al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica in merito a questo problema sociale.
“Non c'è nessun individuo, famiglia o comunità che può ritenersi al sicuro; le droghe possono creare dipendenza fisica e psichica nei consumatori, la coltivazione della droga e i cartelli della droga esercitano un controllo coercitivo nei confronti dei coltivatori, il traffico illecito ed il crimine ad esso correlato insidiano le comunità” si legge nella nota stampa UNODC.
L'obiettivo della campagna è quello di mobilitare il sostegno a favore del controllo di questo fenomeno sociale, sviluppando un programma di interventi articolato in tre anni e inaugurato nel 2007. Quest’anno la campagna verte sul fenomeno della coltivazione e della produzione di droga nel mondo. “La droga controlla la tua vita? Nella tua vita e nella tua comunità nessuno spazio alla droga” è lo slogan. In occasione di questa giornata i Dipartimenti delle Dipendenze e tutte le istituzioni pubbliche e del privato sociale che operano nel settore organizzeranno numerosi interventi di prevenzione, informazione e sensibilizzazione destinati alla popolazione generale.
L’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (UNODC) è l’agenzia leader nel contrasto a droga, crimine internazionale e terrorismo. Operativo dal 1971, l’ufficio conta circa 500 funzionari distribuiti tra Vienna, sede centrale, e un network di 21 sedi regionali e nazionali, cui si affiancano due uffici di raccordo a New York e Bruxelles.



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CATEGORIA: Internazionali TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

I danni dell'alcol a lobo frontale e cervelletto

fonte: Alcoholism: Clinical & Experimental Research

24-06-2008

L’uso cronico di alcol potrebbe ridurre il numero di geni necessari alle cellule cerebrali per rispondere a insulina e IGF (fattore di crescita insulino simile), portando a una neurodegenerazione simile a quella provocata dal diabete mellito. Lo sostiene uno studio che sarà pubblicato a settembre in Alcoholism: Clinical & Experimental Research, condotto da Suzanne de la Monte professore di neuropatologia e neuroscienze cliniche presso il Rhode Island Hospital della Brown University, USA.
I ricercatori hanno esaminato post-mortem i tessuti cerebrali di un campione di alcolisti cronici (età media 57,7 anni), confrontandoli con quelli di un gruppo di controllo. L’analisi si è concentrata su due particolari regioni del cervello particolarmente colpite dagli effetti tossici dell’alcol: il verme del cervelletto e la parte anteriore del giro del cingolo. I risultati dello studio mostrano come nei cervelli di alcolisti cronici si sviluppi una resistenza all’insulina e all’IGF proprio in queste aree.
La resistenza del cervelletto e del lobo frontale a insulina / IGF è stata associata a una perdita di neuroni e di connessioni neuronali e a una diminuzione del numero di neurotrasmettitori necessari all’apprendimento, alla memoria e alle funzioni motorie. Lo studio, inoltre, ha evidenziato come tale resistenza all’insulina risulti simile a quella innescata dal diabete di tipo 2, aprendo quindi la strada alla possibilità di trattare i danni provocati al cervello dall’alcol rendendo le cellule più reattive a tali fattori di crescita.



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CATEGORIA: Internazionali TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

Alla ricerca di "strategie condivise" contro le droghe, convegno FICT il 26 a Roma

fonte: Federazione Italiana Comunità Terapeutiche

23-06-2008

Il 26 giugno 2008 si svolgerà a Roma la tavola rotonda dal titolo “Educare, Prevenire, Prendersi cura: confronto per una strategia condivisa”, organizzata dalla Federazione Italiana Comunità Terapeutiche (FICT) in collaborazione con l'Istituto Internazionale delle Nazioni Unite per la Ricerca sul Crimine e la Giustizia (UNICRI). L’evento si svolge in occasione della Giornata Internazionale contro il consumo e il traffico illecito di droga indetta dalle Nazioni Unite, proponendosi quale occasione di confronto e stimolo del dibattito nell’ambito delle strategie educative e di prevenzione, oltre che cura, delle dipendenze.
Intervengono alla manifestazione: Carlo Giovanardi - Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla droga, famiglia e servizio civile, Mimmo Battaglia - Presidente FICT Federazione Italiana Comunità Terapeutiche, Franco Taverna – Fondazione Exodus, Andrea Olivero - Presidente ACLI Ass.ni cristiane lavoratori italiani, Michele Marchetti – CSI Centro Sportivo Italiano, Mauro Bignami - FOI Forum degli Oratori Italiani, Sandro Calvani - Direttore dell'UNICRI Istituto Interregionale delle Nazioni Unite per la Ricerca sul Crimine e la Giustizia, Riccardo Turrini Vita - Direttore Generale della Direzione generale dell'esecuzione penale esterna.

L'evento si svolgerà a Roma il 26 giugno presso la Sala Conferenza dell'UNICEF in via Palestro, n. 68 dalle ore 10,30 alle ore 13,30, modera Mariafederica Massobrio, portavoce FICT. Durante la tavola rotonda Sandro Calvani, direttore dell'UNICRI leggerà il messaggio del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon.



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CATEGORIA: Nazionali TIPO: Congresso/convegno invia articolo
 

Più di 8.000 gli effetti collaterali dei farmaci cannabinoidi: dal Canada la prima rassegna sistematica in materia

fonte: Canadian Medical Association Journal

20-06-2008

E' la prima rassegna nel suo genere ed è stata elaborata a partire da più di 1700 studi, condotti negli ultimi 40 anni, sulla pericolosità e sugli effetti collaterali dell'uso "terapeutico" di cannabis e cannabinoidi nel mondo. Il crescente interesse in merito all’uso “terapeutico” di farmaci a base di sostanze cannabinoidi solleva numerosi interrogativi in merito alla sicurezza degli stessi e ai possibili effetti collaterali. Mentre gli effetti nocivi derivanti dall’uso ricreazionale di cannabis sono stati ampiamente descritti, non vi è ancora ampia disponibilità di informazioni in merito agli effetti collaterali procurati dall’uso “terapeutico” di cannabinoidi.
Le revisioni sistematiche sugli effetti derivanti dall’uso di cannabis hanno permesso di stabilire che questa sostanza rappresenta un fattore di rischio per psicosi, cancro e deficit neurocognitivi (vedi nostre news precedenti). Al fine di disporre di una raccolta sistematica di dati sugli effetti avversi osservati per l’uso terapeutico di cannabis, Wang Tongton del Canadian Institutes of Health Research ha condotto una revisione degli studi pubblicati negli ultimi 40 anni sui farmaci a base di cannabinoidi. Gli approcci metodologici adottati per valutare la sicurezza degli agenti terapeutici sono molteplici, compresi gli studi clinici randomizzati controllati, gli studi osservazionali e gli studi di farmacovigilanza.
L’analisi si è focalizzata su 31 indagini, 23 studi clinici randomizzati controllati e 8 studi osservazionali, selezionati tra 321 ricerche che possedevano idonei requisiti ma che si riferivano all’uso ricreazionale di cannabis. Sono stati individuati un totale di 8371 effetti collaterali, riferiti dai partecipanti sottoposti ai trattamenti “terapeutici” con cannabinoidi. Tuttavia secondo Wang, coordinatore dello studio, alcune indagini cliniche non fornivano informazioni in merito alla sicurezza dei farmaci testati, oppure mancavano di accuratezza nella descrizione degli effetti collaterali riscontrati. I disturbi più frequentemente descritti coinvolgono il sistema nervoso, i reni e le vie urinarie, il metabolismo e l’alimentazione, il sistema respiratorio, linfatico, cardiovascolare, oltre a disturbi mentali e psichici.
Gli studi analizzati rivelano che l’uso a breve termine di farmaci cannabinoidi aumenterebbe il rischio di effetti collaterali. Wang evidenzia come il rischio associato a terapie di lungo periodo non è stato ancora sufficientemente indagato dalla ricerca degli ultimi 40 anni, facendo emergere la necessità di condurre ulteriori studi clinici a lungo termine per definire meglio le questioni di sicurezza correlate all’uso “terapeutico” di questi farmaci.



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Sigarette responsabili della perdita di memoria

fonte: Archives of International Medicine

19-06-2008

Il fumo di sigaretta sembrerebbe associato ad un maggior rischio di perdita di memoria nei fumatori di mezza età. È quanto emerso da uno studio pubblicato su Archives of Internal Medicine condotto dai ricercatori dell’Institut National de la Santé et de la Recherche Médicale di Villejuif, Francia.
L’analisi dell’associazione tra l’uso di tabacco e le funzioni cognitive nei fumatori di mezza età è stata eseguita esaminando i dati di uno studio precedente, il Whitehall II (1985-1988), che aveva coinvolto 10.308 partecipanti di età compresa tra i 35 e i 55 anni. I ricercatori hanno raffrontato i dati dello studio relativi all’uso di tabacco con quelli ottenuti in una fase successiva tra il 1997 e il 1999, durante la quale 5388 partecipanti sono stati sottoposti a test di tipo cognitivo (prove sulla memoria, ragionamento, linguaggio).
I risultati dell’indagine rivelano che gli ex-fumatori della prima fase avevano un 30% in meno di probabilità di perdere le capacità linguistiche (vocaboli e facilità di parola), mentre erano più esposti al rischio di decesso e di mancata partecipazione ai test. Invece, i fumatori nella fase del follow-up ottenevano punteggi inferiori rispetto a chi non aveva mai fumato, e rientravano nella fascia più bassa corrispondente alle performance cognitive.
In conclusione il fumo di sigaretta risulta associato al rischio di perdita di memoria nei fumatori di mezza età, anche se tale associazione potrebbe essere sottostimata a causa di una maggiore probabilità di decesso dei fumatori e per il loro rifiuto a sottoporsi a prove cognitive.



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Droghe e minori: una guida ai trattamenti efficaci dall'agenzia britannica NTA

fonte: National Treatment Agency

18-06-2008

La National Treatment Agency (NTA), governativa britannica che si occupa di trattamento delle dipendenze, ha pubblicato un documento di consultazione sull'efficacia dei trattamenti destinati ai minori per uso e dipendenza da droghe, al fine di diffondere le "best practice" fra gli operatori del settore con riferimento alle più recenti esperienze fondate sull'evidenza scientifica e clinica.
L’uso di droghe da parte dei giovani rappresenta un ambito di interesse per il mondo della ricerca relativamente recente, mentre solitamente gli studi si sono dedicati a temi quali la vulnerabilità alla dipendenza o gli interventi educativi e di prevenzione. Inoltre, i precedenti manuali pratici si sono basati sui risultati delle ricerche per il trattamento della dipendenza negli adulti e non negli adolescenti.
Questo rapporto, invece, è stato sviluppato sulla base di una revisione sistematica della letteratura e delle principali ricerche pubblicate su riviste dedicate all’adolescenza, focalizzate sull'abuso di sostanze in questa fascia d'età. Le evidenze scientifiche disponibili sul fenomeno dell’uso di sostanze da parte dei giovani non permettono ancora di formulare decisioni definitive in merito ai trattamenti, tuttavia le informazioni e le good practice presentate si basano sui più recenti contributi.



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Cocaina e gravidanza: NIDA studia cause malformazioni fetali

fonte: Plos Medicine

17-06-2008

L’esposizione prenatale alla cocaina è causa di malformazioni morfologiche e comportamentali. L’assunzione della cocaina in gravidanza innescherebbe un meccanismo di inibizione dello sviluppo delle cellule progenitrici neuronali (e/o la loro apoptosi), e giocherebbe un ruolo fondamentale nel provocare queste anomalie.
I ricercatori del NIDA e del National Institutes of Health, hanno cercato di identificare le molecole responsabili di mediare gli effetti della cocaina sulla regolazione del ciclo cellulare. È stata impiegata l’analisi microarray seguita da una transcriptasi inversa della PCR (Polymerase Chain Reaction) per esaminare la risposta della cocaina e il ciclo cellulare correlato all’interno delle cellule progenitrici neuronali, dove l’esposizione alla sostanza provoca un effetto cellulare regressivo interferendo nella transizione G1-S.
Le anomalie della ciclina A2 sono state riscontrate anche in cellule neurali primarie e nelle cellule progenitrici A2B5 trattate con cocaina, così come nei cervelli di feti di ratti esposti alla cocaina in utero. I risultati dello studio dimostrerebbero che, al fine di neutralizzare gli effetti della cocaina, sarebbe necessario invertire il processo di regressione della ciclina A attraverso la transizione genica. La regressione della ciclina A è innescata dal metabolismo ossidativo della cocaina che, se inibito dagli inibitori dei P450, potrebbe fornire una strategia di prevenzione per neutralizzare gli effetti dannosi della cocaina sullo sviluppo del cervello del feto.



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