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Redazione a cura dello Staff DRONET.

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Giovane età aumenta rischio dipendenza da nicotina

fonte: Plos Genetics

18-07-2008
Iniziare a fumare in età precoce espone gli individui ad un maggiore rischio di dipendenza da nicotina a lungo termine. L’associazione tra varianti geniche dei recettori nicotinici per l’acetilcolina (nAChR) e la dipendenza da nicotina, accertata tra i fumatori adulti, sarebbe ancora più forte in coloro che hanno iniziato a fumare durante l’adolescenza.
Lo studio, pubblicato su Plos Genetics di luglio, e coordinato da Weiss dell’Università dello Utah di Salt Lake City e dai ricercatori dell’Università del Winsconsin di Madison, ha coinvolto tre diversi gruppi di fumatori cronici adottando un approccio “gene-candidato” per l’analisi delle subunità proteiche nAChR.
Nel complesso sono stati esaminati 2.827 fumatori cronici, riscontrando tra coloro che avevano iniziato a fumare prima dei 16 anni, una comune sensibilità e aplotipi di protezione al CHRNA5-A3-B4 associati alla gravità della dipendenza da nicotina. Tra i fumatori precoci è stato, inoltre, individuato un cambiamento sostanziale della sensibilità rispetto ai diplotipi di protezione, cambiamento genetico che, invece, non è stato osservato nei soggetti che avevano iniziato a fumare dopo i 16 anni.
I ricercatori sostengono che questi risultati dimostrano un forte legame tra esposizione precoce alla nicotina, aplotipi CHRNA5-A3-B4 e gravità della dipendenza. L’identificazione di questa suscettibilità in età precoce, rafforza l'importanza degli interventi di prevenzione dal tabacco rivolti all’intera popolazione.


Staff Dronet

CATEGORIA: Internazionali TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

Eurobarometro: 94% giovani contrari al libero uso di droghe

fonte: Commissione Europea

17-07-2008
Un nuovo rapporto stilato da Eurobarometro per conto della Commissione Europea, descrive il fenomeno dei “Giovani e le droghe” coinvolgendo ben 27 paesi. L’indagine sul campo è stata effettuata a maggio di quest’anno ed ha coinvolto più di 12.000 giovani di età compresa tra i 15-24 anni, intervistati telefonicamente utilizzando uno specifico software di supporto (tecnica WebCATI). Lo studio presenta una panoramica generale dei risultati emersi e descrive il profilo nazionale emergente per ciascuno stato.
Dal sondaggio emerge che circa il 61% dei giovani intervistati ha dichiarato di utilizzare internet per ricercare informazioni sulle droghe, il 35% si rivolge agli amici e il 27% a familiari. Tuttavia la maggior parte delle conoscenze relative alle droghe provengono dai programmi di prevenzione nelle scuole (39%) o dalle campagne informative (46%). I giovani europei risultano consapevoli dei rischi associati all’uso di eroina, cocaina ed ecstasy, con picchi che oscillano tra l’80% e il 94%. Differente, invece, l’atteggiamento nei confronti della cannabis: solo il 40% percepisce un effettivo rischio per la salute derivante dall’uso di questa sostanza. In merito all’efficacia delle politiche antidroga, i giovani (63%) si dichiarano favorevoli a provvedimenti punitivi di trafficanti e spacciatori.
La legalizzazione dell’uso di sostanze non è ritenuta efficace per contrastare il fenomeno: ben il 94-97% infatti si dichiara contrario al libero uso di eroina, cocaina ed ecstasy. La percezione della disponibilità delle sostanze varia a seconda del paese in esame, tuttavia in generale solo il 34% dei giovani intervistati ritiene difficile procurarsi cannabis.


Staff Dronet

CATEGORIA: Europee TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

Scheda comunità terapeutiche: incontro 18 luglio 2008, Sottosegretario Giovanardi

fonte: Presidenza del Consiglio dei Ministri

16-07-2008
Il Sottosegretario Carlo Giovanardi incontra, il 18 luglio 2008, le Comunità terapeutiche al fine di raccogliere direttamente dagli operatori indicazioni in ordine alle principali aree problematiche su cui si richiede un intervento del Governo e, contestualmente, le proposte di soluzione e i suggerimenti utili a definire politiche antidroga veramente efficaci nel nostro Paese.
La scheda riportata (vedi allegato) può essere utilizzata per esporre il proprio punto di vista in merito e reinviata al Dipartimento politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri.


Staff Dronet

CATEGORIA: Nazionali TIPO: Congresso/convegno invia articolo
 

Nuovo rapporto SWPHO: 25% forti bevitori

fonte: South West Public Health Observatory

11-07-2008
Quasi 750.000 persone, circa il 25% della popolazione di età compresa tra i 16 e i 64 anni e residente nel South West, rientra nella categoria “forti bevitori”; gli alcolisti sono più di 100.000 (pari al 4% della popolazione).
Il rapporto diffuso dal South West Public Health Observatory (SWPHO), ha esaminato i dati nazionali per valutare l’impatto dell’alcol sulla salute e sul benessere dei propri cittadini, lanciando un nuovo allarme sulla forte diffusione dell’uso di questa sostanza, soprattutto tra i giovani. Sono stati utilizzati quali indicatori le percentuali di ricoveri e di decessi correlati all’alcol, le prevalenze d’uso e le modalità di assunzione in diversi contesti sociali, il fenomeno della guida in stato di ebbrezza e l’impatto dell’alcol sulle violenze domestiche.
I dati indicano che, tra il 2001 e il 2005, si è osservato un aumento delle ospedalizzazioni direttamente collegate all’uso di alcol pari al 50%. Il numero di giovani ricoverati a causa di intossicazioni acute, nel periodo compreso tra il 1998 e il 2004, è cresciuto del 140% tra i 18-24enni. Ogni anno più di 500 minorenni, maschi e femmine, accedono al pronto soccorso registrando un trend in crescita del 60%. Nel 2004, circa un terzo dei ricoverati per intossicazione acuta da alcol era rappresentato da minori di 16 anni. Più di 6.500 persone sono state condannate per guida in stato di ebbrezza, fenomeno responsabile ogni anno di 50 decessi per incidente stradale e oltre 168 feriti con danni permanenti. L’alcol, inoltre, rappresenta la causa principale di incidenti e violenze domestiche; su 50.000 episodi, nel 40% dei casi i perpetratori erano sotto l’effetto di questa sostanza.


Staff Dronet

CATEGORIA: Europee TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

Craving indotto dalla nicotina: identificate aree del cervello

fonte: NIDA

09-07-2008
Durante i tentativi per smettere di fumare, i fumatori spesso sperimentano il craving causato dall’astinenza da nicotina o dal ricordo legato all’azione di fumare, che rendono probabili le ricadute. Generalmente, i sintomi dell’astinenza da nicotina si riducono dopo un mese dalla cessazione. Tuttavia, la maggior parte dei fumatori riferisce che stimoli quali l’odore di un fiammifero acceso, una persona che fuma o, addirittura, le sensazioni associate all’atto di fumare possono provocare una ricaduta a distanza di mesi e anni.
Teresa Franklin coordinatrice dello studio pubblicato su Neuropsychopharmacology, ha monitorato un gruppo di fumatori utilizzando tecniche di imaging nella perfusione a risonanza magnetica funzionale (fMRI) durante l’esposizione agli stimoli indotti dall’astinenza da nicotina, per analizzare le regioni cerebrali coinvolte in tali processi. La perfusione a fMRI ha permesso di misurare indirettamente, in termini quantitativi, l’attività cerebrale.
I ricercatori dell’Università della Pennsylvania – Philadelfia – USA, hanno scoperto che gli stimoli “del fumo” attiverebbero regioni del cervello che mediano comportamenti di gratifica (amigdala, striato ventrale, talamo, ippocampo, insula e corteccia orbitofrontale). Inoltre, la perfusione nella corteccia prefrontale e nella corteccia cingolata risulterebbe positivamente correlata alla variazione del craving individuale provocato da tali stimoli. Teresa Franklin conclude affermando che ulteriori indagini, volte ad approfondire le basi neurobiologiche del craving da nicotina stimolo-indotto, potrebbero contribuire efficacemente allo sviluppo di nuove terapie ed aumentare le percentuali di successo di tali interventi.


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CATEGORIA: Internazionali TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

Uso di sostanze psicoattive: WHO delinea tendenze nel mondo

fonte: Organizzazione Mondiale della Sanità

07-07-2008
Gli Stati Uniti detengono la più alta percentuale d’uso nella vita di tabacco e alcol e il numero maggiore di consumatori di cannabis e cocaina (almeno una volta nella vita). Ma i trend d’uso di sostanze psicoattive si assomigliano in tutti i paesi del mondo?
L’indagine condotta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) e coordinata da Louisa Degenhardt dell’Università di New South Wales Sydney - Australia, ha esaminato le modalità d’uso di alcol, tabacco, cannabis e cocaina in 17 stati rappresentativi di 6 diverse aree geografiche (Americhe, Europa, Asia, Medio Oriente, Africa e Oceania). Nello specifico, sono state analizzate l’età media di primo inizio e le prevalenze d’uso nella vita di queste sostanze. Sono state effettuate indagini nazionali che hanno portato ad un campione di oltre 85.000 persone, intervistate utilizzando il Composite International Diagnostic Interview (CIDI).
I risultati dell’indagine rivelano come, indipendentemente dall’area geografica o dalla sostanza considerata, l’uso di droghe rappresenta un fenomeno in continua diffusione. In generale, i maschi hanno maggiori probabilità rispetto alle femmine di usare droghe, anche se si è osservata una riduzione di questo divario tra i giovani intervistati, quindi in funzione dell’età. Infatti, i ricercatori hanno riscontrato che i giovani risultano più esposti all’uso di sostanze rispetto agli adulti. L’uso di sostanze, inoltre, è correlato al reddito e alla disponibilità economica.
L’utilizzo di alcol è ampiamente diffuso nelle Americhe, in Europa, Giappone e Nuova Zelanda e, in proporzioni minori in Medio Oriente, Africa e Cina. In Europa fanno uso di questa sostanza già a partire da 15 anni. A Stati Uniti e Nuova Zelanda corrisponde il maggior uso di cannabis (42%). Anche l’uso di tabacco è molto diffuso raggiungendo percentuali del 74% in USA, del 67% in Libano, superiori al 60% in Messico e Ucraina.


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CATEGORIA: Internazionali TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

Maschi e femmine diversi nell’uso di droghe?

fonte: Canadian Executive Council on Addictions

04-07-2008
Il Canadian Executive Council on Addictions (CECA) ha promosso un’interessante indagine a livello nazionale volta ad indagare gli aspetti comuni e quelli divergenti dell’uso di alcol e droghe sulla base del genere, cioè tra maschi e femmine.
Tradizionalmente, infatti, le indagini epidemiologiche hanno analizzato il fenomeno dell’uso di sostanze psicoattive tra gli uomini, estendendone i principali risultati anche ai consumatori di genere femminile. Tuttavia, negli ultimi anni, è stata prestata maggiore attenzione alla necessità di esaminare alcuni problemi di carattere sanitario, tra i quali anche l’uso di droghe, distinguendo i soggetti esaminati secondo il genere. Infatti, sono emerse numerose evidenze in merito alle differenze di genere nelle esperienze d’uso e nella dipendenza da sostanze, oltre ad aver raggiunto ulteriori conoscenze in merito all’uso di alcol, tabacco e altre sostanze psicoattive su base generazionale e di genere.
Grazie alla disponibilità di un ampio database riferito alla popolazione canadese, l’analisi di genere ha permesso di esaminare le differenze tra i generi in merito ai tassi di guida in stato di ebbrezza o alla prescrizione di farmaci, informazioni utili per rendere più efficaci gli interventi di prevenzione e trattamento, oltre che la ricerca. L’analisi di genere permette, inoltre, di esaminare indicatori socioanagrafici quali l'età, il reddito ed altre differenze all’interno del singolo gruppo, al fine di realizzare campagne di prevenzione o trattamenti terapeutici adeguati e mirati.
Sono stati intervistati circa 14.000 canadesi, maggiori di 15 anni, in merito all’uso di alcol e droghe. L’indagine ha confrontato le esperienze raccolte e riferite ai due gruppi, cercando di individuare i fattori demografici (età, istruzione) predittori di comportamenti d’uso di alcol e droghe, ed evidenziando gli aspetti in comune e quelli divergenti tra uomini e donne. In alcuni casi è stata riscontrata una significatività statistica del 95% nella capacità predittiva di determinati indicatori, validi per le donne ma non per gli uomini. Ad esempio, sono emerse differenze legate all’area geografica in merito all’opinione sull’uso di cannabis nel gruppo femminile che, invece, non sono state riscontrate nel gruppo maschile.


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Novelty seeking e dipendenza da metamfetamine: nuovo studio di neuroimmagine

fonte: Comprehensive psychiatry

03-07-2008
I polimorfismi dei recettori per la dopamina sono stati associati a specifici tratti temperamentalI, quali il “novelty seeking” (NS) e alle funzioni esecutive frontali del cervello. Inoltre, è stata ipotizzata una vulnerabilità dei trasportatori dei recettori per la dopamina di tipo 2 (DRD2)-TaqlA1 alla dipendenza da droghe.
Un’indagine svolta presso il McLean Hospital Brain Imaging Center and Department of Psychiatry, Harvard Medical School, USA che ha coinvolto 37 soggetti con dipendenza da metamfetamine confrontati con un gruppo di controllo. Doug Hyun Han, coordinatore dello studio, ha esaminato l’associazione tra i polimorfismi del recettore D2 per la dopamina, il tratto temperamentale “novelty seeking” e le funzioni esecutive frontali. Sono stati utilizzati diversi strumenti quali l’Addiction Severity Index (ASI), il Temperament and Character Inventory (TCI) e il Wisconsin Card Sorting Test (WCST).
I risultati dell’indagine hanno rivelato una maggiore prevalenza di polimorfismi dell’allele DRD2-Taq1 nei consumatori di metamfetamine rispetto ai controlli. I pazienti con dipendenza da metamfetamine mostravano tratti NS più marcati, punteggi e numero di errori alti in tutti gli studi clinici eseguiti, ossia livelli di attività delle funzioni esecutive frontali più bassi rispetto al gruppo di controllo. I ricercatori, quindi, hanno ipotizzato che le persone con dipendenza da metamfetamine potrebbero essere maggiormente vulnerabili geneticamente a questa sostanza.


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Alcol e minori, SAMHSA (USA) lancia allarme

fonte: SAMHSA

02-07-2008
Più del 40% degli 11 milioni di minori consumatori di alcol (fra i 12 e i 20 anni) riceverebbero alcolici gratuitamente dagli adulti; un minore su 16 (6,4%) avrebbe addirittura ottenuto bevande alcoliche dai propri genitori negli ultimi 30 giorni.
Questo il dato che emerge dal nuovo rapporto del Substance Abuse and Mental Health Services Administration (SAMHSA), l’amministrazione USA che si occupa di droghe e salute mentale. Il rapporto si basa su uno studio condotto a livello nazionale che, per la prima volta, ha intervistato giovani di età compresa tra i 12 e i 20 anni indagando in profondità i comportamenti e i contesti sociali correlati all’uso di alcol, un problema responsabile ogni anno della morte di oltre 5.000 giovani minori di 21 anni negli Stati Uniti.
Fra i dati più significativi del rapporto, emerge che ben il 53,9% degli intervistati ha fatto uso di alcol nella propria vita, passando dall’11% dei dodicenni all’85,5% dei ventenni. Una media di 3,5 milioni di giovani (9,4%) soddisferebbe i criteri diagnostici per un uso problematico di alcol. Uno su cinque (7,2 milioni di giovani) dichiara di essersi ubriacato almeno una volta nell’ultimo mese, assumendo 5 o più bevande alcoliche di seguito.
Il fatto di trovarsi in compagnia di coetanei che bevono incide sulla quantità di alcol assunta, infatti l’80,9% ha riferito di aver bevuto l’ultima volta con 2 o più giovani, con una media 4,9 drinks, rispetto ai 3,1 drinks di chi era in compagnia di una persona, e ai 2,9 drinks di chi era solo. Dove si beve? Si beve di più in casa di amici (53,4%), ma anche a casa propria (30,3%), al ristorante o al bar (9,3%).


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Le droghe nel mondo; Rapporto ONU 2008

fonte: United Nations Office on Drugs and Crime

01-07-2008
“Il rapporto sulla diffusione delle droghe nel mondo 2008 rivela l’affacciarsi di nuove sfide per il contenimento del fenomeno della droga. Si rendono necessari nuovi progressi nel campo della salute pubblica, della prevenzione del crimine e nella sicurezza a livello mondiale per ridurre le minacce poste da questo grave problema sociale. Più attenzione deve essere dedicata per ridurre la domanda di droga, promuovere la sicurezza e lo sviluppo nelle principali regioni produttrici di droga, assistere gli stati nella lotta al crimine e al narcotraffico, contrastandone la diffusione nei paesi in via di sviluppo” (vedi video).
Antonio Maria Costa, Direttore esecutivo dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (UNODC), ha presentato in questi giorni il nuovo World Drug Report sulla droga, che stima in 208 milioni le persone tra i 15 e i 64 anni che fanno uso di sostanze stupefacenti (4,8% della popolazione mondiale): di questi, 26 milioni di persone (pari allo 0,6%) risulterebbero dipendenti dalle sostanze.
La droga più utilizzata nel mondo è la cannabis, con 166 milioni di utilizzatori (3,9% della popolazione), tanto che i suoi consumatori sono cresciuti costantemente dal 1997/98 al 2006/07. Seguono i consumatori di amfetamine e stimolanti sintetici (24,7 milioni, pari allo 0,6% della popolazione) e i consumatori di cocaina (16 milioni, 0,4%). Si stima inoltre che, sempre a livello mondiale, l’uso di sostanze illecite faccia 200.000 morti ogni anno.
Nel 2007 si registra un record nella produzione di oppio in Afghanistan, pari al doppio della produzione del 2005. Nello stesso anno è aumentata anche la produzione di cocaina in Colombia con un aumento del 27% rispetto all'anno precedente. Il traffico di cannabis risulta stabile, anche se il contenuto medio di principio attivo (THC) disponibile sul mercato americano è più che raddoppiato tra il 1999 e il 2006.


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