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Redazione a cura dello Staff DRONET.

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Inalanti e disturbi depressivi negli adolescenti: nuovo report del SAMHSA

fonte: SAMHSA

01-09-2008
L’uso di inalanti rappresenta un problema di salute pubblica che colpisce in particolar modo i giovani. Nel 2006, il National Survey on Drug Use and Health (NSDUH) indica che la prevalenza d’uso di inalanti è 4 volte più alta tra gli adolescenti di 12 – 17 anni rispetto ai giovani di 18 – 25 anni (1,3% vs 0,4%).
L’indagine, volta ad indagare l’utilizzo nell’ultimo anno di sostanze inalanti, ha coinvolto 67.706 adolescenti di età compresa tra i 12 – 17 anni. Tra il 2004 e il 2006, 1,1 milioni di giovani (4,5%) ha utilizzato inalanti, e 2,1 milioni (8,5%) ha riportato un Episodio Depressivo Maggiore. I giovani di 14 – 15 anni risultano i maggiori consumatori di inalanti (5,3%) rispetto ai coetanei di 12 - 13 anni (4,3%) o di 16 – 17 anni (3,9%). Le femmine riportano una prevalenza d’uso leggermente superiore rispetto ai coetanei (4,8% vs 4,2%), ma hanno una probabilità 3 volte maggiore rispetto ai maschi di riportare episodi depressivi (12,7% vs 4,6%).
La prevalenza d’uso di sostanze inalanti risulta più alta tra i giovani che nell’ultimo anno hanno avuto un Episodio Depressivo Maggiore, rispetto a coloro che non ne hanno sofferto (10,2% vs 4%): si stima che 218.000 adolescenti abbiano utilizzato queste sostanze nell’ultimo anno e abbiano sofferto di questi disturbi. Tra i giovani di 12 – 17 anni, che hanno utilizzato inalanti e hanno riportato episodi depressivi, il 43,1% ha avuto il primo episodio ancora prima di iniziare ad utilizzare queste sostanze, il 28,3% era già consumatore al primo episodio e il 28,5% ha iniziato ad usare le sostanze e ha riportato un episodio depressivo quasi simultaneamente.
Il National Survey on Drug Use and Health (NSDUH) è un’indagine annuale sponsorizzata dal Substance Abuse and Mental Health Services Administration (SAMHSA), volta ad intervistare un campione rappresentativo della popolazione, attraverso interviste “faccia a faccia”. Il report presentato utilizza dati raccolti tra il 2004 e il 2006, intervistando 67.706 giovani di età compresa tra i 12 – 17 anni.


Staff Dronet

CATEGORIA: Internazionali TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

Cannabis e cocaina: effetti sulla guida

fonte: Traffic Injury Prevention

29-08-2008
La guida sotto l’influenza di droghe e alcol è un fenomeno piuttosto diffuso causa di numerosi incidenti stradali, poiché le sostanze psicoattive - sia legali che illegali - agendo sul sistema nervoso centrale compromettono le capacità di guida. Uno studio promosso dal Centre for Addictions Research of British Columbia (Canada) e pubblicato su Traffic Injury Prevention, si è posto l’obbiettivo di esaminare gli effetti conseguenti l’assunzione di cannabis e di cocaina sui comportamenti alla guida.
L’indagine, coordinata da Scott MacDonald, ha coinvolto 1021 soggetti in trattamento per l’abuso di cocaina e cannabis, molti dei quali hanno dichiarato anche una dipendenza da alcol. I pazienti sono stati intervistati utilizzando un questionario con domande aperte e domande chiuse, volte ad accertare la frequenza di guida sotto l’effetto di sostanze e a valutare le testimonianze sugli effetti della cannabis o della cocaina sulla guida.
L’analisi dei dati, sia di tipo qualitativo che quantitativo, si è focalizzata su due principali aspetti del comportamento di guida sotto l'influenza di cocaina o di cannabis: gli effetti fisici derivanti dall’assunzione e la guida pericolosa. Gli effetti fisici comuni, descritti per entrambe le droghe, erano un nervosismo intensificato, maggiore reattività e difficoltà di concentrazione. Osservando la relazione tra droghe e comportamento alla guida, è emersa rispetto alla cocaina una maggiore frequenza di comportamenti pericolosi, mentre rispetto alla cannabis una maggiore frequenza di comportamenti rallentati e circospetti. I risultati dell’indagine evidenzierebbero quindi i diversi effetti, comunque negativi, di cannabis e di cocaina sui comportamenti alla guida.


Staff Dronet

CATEGORIA: Internazionali TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

NIDA: aggiornamenti dalla ricerca su tabacco e nicotina

fonte: NIDA

28-08-2008
L’uso di tabacco rappresenta la principale causa evitabile di malattia, invalidità e morte negli Stati Uniti. Ogni anno l’uso di sigarette provoca 400.000 morti evitabili, un morto per tabacco ogni cinque decessi. Nonostante l’ampia documentazione disponibile sugli effetti nocivi, molti fumatori incontrano grosse difficoltà a smettere di fumare mentre ogni giorno aumentano i nuovi consumatori (circa 1200 al giorno).
Il National Institute on Drug Abuse (NIDA) propone un aggiornamento delle principali problematiche legate al fenomeno, a partire dagli effetti della nicotina e del tabacco sul sistema cerebrale della gratificazione. Infatti, così come accade per cocaina, marijuana ed eroina, la nicotina aumenta il livello di dopamina nei circuiti della gratificazione, determinando cambiamenti permanenti nelle cellule cerebrali che spiegherebbero la dipendenza.
Secondo i dati riportati da Monitoring the Future 2007, il 21,6% degli studenti di quinta superiore riferisce l’uso di sigarette nell’ultimo mese; di questi, uno su tre diventerà fumatore abituale. La ricerca dimostra come gli adolescenti risultino particolarmente vulnerabili alla dipendenza da tabacco. La predisposizione individuale, inoltre, spiegherebbe il ruolo della componente genetica nello sviluppo della dipendenza da nicotina, senza tuttavia trascurare altri fattori ad essa correlati: l’esposizione prenatale al fumo di sigaretta, l’ambiente sociale, il sesso, l’età, condizioni di comorbilità (depressione, schizofrenia), esposizione ad altre sostanze d’abuso. Infine, la maggior parte dei fumatori che prova a smettere di fumare incontra grosse difficoltà a gestire i sintomi di astinenza e il craving e a superare, quindi, la dipendenza. Uno degli obbiettivi del NIDA è quello di implementare nuovi approcci, sia farmacologici che di supporto psicologico, per rendere più efficaci i trattamenti terapeutici.


Staff Dronet

CATEGORIA: Internazionali TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

Dipendenza Cocaina: ruolo svolto dai recettori AMPA

fonte: Neuron

26-08-2008
La ricerca costante della droga e la persistenza d’uso sono modalità comportamentali tipiche che caratterizzano lo stato di dipendenza da sostanze stupefacenti. Un gruppo di ricerca del German Cancer Research Center di Heidelberg, dello Institute of Mental Health di Mannheim e della University of Geneva ha pubblicato su Neuron un nuovo studio che, analizzando i cambiamenti neuronali intervenuti a livello cerebrale nei circuiti della gratificazione in seguito all’assunzione ripetuta di cocaina, spiegherebbe tali comportamenti.
L’assunzione di cocaina provoca processi di ristrutturazione molecolare a livello sinaptico in specifiche regioni del sistema nervoso centrale. In particolare, la cocaina potenzia la sinapsi eccitatoria dei neuroni dopaminergici del mesencefalo attraverso la trasmissione sinaptica mediata da recettori AMPA contenenti GluR1; questo fenomeno viene definito “plasticità sinaptica droga-correlata”.
Utilizzando tecniche di ingegneria genetica i ricercatori, coordinati dal professor Spanagel, sono riusciti a bloccare selettivamente quei componenti proteici che, sotto l’effetto della cocaina, vengono attivati. Gli esperimenti sono stati condotti su topi da laboratorio con dipendenza da cocaina, su cui sono state operate modificazioni delle subunità dei recettori glutamatergici GluR1, GluR2 o NR1. Nei topolini con GluR1 o NR1 disattivati la trasmissione sinaptica non risulta più potenziata; tuttavia, mentre nei topolini con NR1 modificato si osserva l’estinzione dei comportamenti di ricerca della sostanza, questo non si verifica con i topolini con GluR1 disattivato.
“È affascinante osservare come singole proteine possano determinare comportamenti di dipendenza” ha commentato il professor Spanagel. “I risultati dello studio offrono inoltre nuove prospettive e nuovi approcci per il trattamento della dipendenza da sostanze. La possibilità di bloccare il recettore NR1 ridurrebbe i comportamenti recidivi, mentre un’attivazione selettiva del recettore GluR1 potrebbe anche contribuire all’estinzione dello stato di dipendenza”.


Staff Dronet

CATEGORIA: Internazionali TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

Cannabis, l’uso nell’adolescenza fattore predittivo della persistenza del comportamento in età adulta

fonte: Addiction

22-08-2008
Esistono poche informazioni inerenti alla persistenza e alla remissione d’uso di cannabis nel lungo periodo. Un recente studio pubblicato su Addiction e coordinato da Axel Perkonigg dell’Università di Dresda (Germania), ha stimato la prevalenza d’uso e i fattori di rischio associati ad un uso continuato o a variazioni nell’assunzione di cannabis lungo un arco temporale di 10 anni.
Lo studio prospettico longitudinale ha coinvolto 3021 giovani residenti a Monaco, di età compresa tra i 14 – 24 anni, seguito da un primo follow-up dopo 4 anni e un secondo a distanza di 10 anni. L’uso o la dipendenza da cannabis e i fattori di rischio ad essi associati sono stati valutati utilizzando l’intervista strutturata M-CIDI.
I risultati iniziali hanno riscontrato l’uso di cannabis da parte di circa un terzo del campione (34%): il 7% l’ha sperimentata una volta, l’11% ha usato la sostanza 2 o 4 volte, il 16% 5 o più volte. Il 56% dei giovani consumatori (5 o più volte), dopo quattro anni riferiva un uso corrente; tale prevalenza si riduceva al 46,3% trascorsi dieci anni. Questi, inoltre, avevano una probabilità tre volte maggiore d’uso abituale, rispetto ai giovani che avevano provato la sostanza solo una volta. L’incidenza cumulativa d’uso dopo dieci anni era pari al 50,7%. L’utilizzo di cannabis da parte dei coetanei, di alcol ed eventi traumatici rappresentavano fattori predittivi d’uso, anche a distanza di dieci anni.
I ricercatori hanno osservato che l’uso ripetuto di cannabis tende ad essere abbastanza stabile nel tempo, con percentuali di remissione piuttosto basse almeno fino ai 34 anni d’età. Le modalità di progressione d’uso suggeriscono la necessità di interventi di prevenzione precoci, che potrebbero ritardare l’età di primo uso e ridurre il numero di sperimentazioni, essendo fattori critici nella progressione all’uso abituale e alla dipendenza da cannabis.


Staff Dronet

CATEGORIA: Europee TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

ICADTS: Linee guida per la ricerca sulla guida sotto l’effetto di droghe

fonte: International Council on Alcohol, Drugs and Traffic Safety

21-08-2008
Il fenomeno della guida sotto l’effetto di droghe (drugged driving, letteralmente “guida drogata”) rappresenta un problema crescente in numerosi paesi. Solo negli Stati Uniti nel 2006 più di 17.000 persone sono morte in incidenti stradali provocati dall’alcol. Inoltre, i conducenti sono risultati positivi alle droghe con una percentuale che oscilla tra il 10% e il 22%, associando spesso l’assunzione di alcolici alle sostanze.
Tuttavia gli studi sulla guida in stato psicofisico alterato e sulle conseguenze che ne derivano, anche in termini di sicurezza stradale, incontrano numerose difficoltà di carattere metodologico per la mancanza di una standardizzazione delle tecniche analitiche di rilevazione sul campo. I ricercatori utilizzano un’ampia gamma di misurazioni e test tossicologici per la rilevazione delle droghe, rendendo difficile il confronto e il progresso scientifico in questo campo.
Il Consiglio Internazionale su Alcol, Droghe e Sicurezza Stradale (ICADTS) ha organizzato un meeting di esperti con l’intento di armonizzare i protocolli di ricerca e di realizzare un documento di sintesi che descriva le linee guida, gli standard e le principali variabili che gli studi devono rispettare. Le linee guida per la ricerca sulla guida sotto l’effetto di droghe, pubblicate in agosto su Addiction, affrontano tre ambiti principali: quello del comportamento, quello epidemiologico e quello tossicologico, ciascuno corredato da specifiche raccomandazioni. Gli autori auspicano che il protocollo non solo contribuisca a migliorare significativamente la qualità complessiva delle ricerche, ma permetta la realizzazione e il confronto di studi trasversali tra diversi stati.


Staff Dronet

CATEGORIA: Internazionali TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

Drugs on street – prevenzione degli incidenti stradali causati da droga e alcol

fonte: Dipartimento Dipendenze

20-08-2008
Il manuale “Progetto Drugs on street e Protocollo D.O.S. per gli accertamenti su strada” descrive l’esperienza e i risultati ottenuti dal progetto per la prevenzione degli incidenti stradali causati da guida in stato di ebbrezza alcolica e da sostanze stupefacenti, realizzato dal Dipartimento delle Dipendenze di Verona in collaborazione con le Forze dell’Ordine.
La pubblicazione propone un’ampia descrizione del protocollo di intervento, ricca di illustrazioni che ritraggono l’operatività su strada e all’interno delle strutture sanitarie, e un’analisi approfondita dei principali risultati emersi nei sei mesi di attività. I controlli eseguiti nel periodo agosto 2007 – gennaio 2008, hanno riscontrato un tasso di positività all’alcol e/o alle droghe pari al 44,5% per un totale di 454 conducenti esaminati. Significativa la percentuale di conducenti sobri ma risultati positivi agli esami tossicologici, circa il 20%.
Viene inoltre affrontata la complessa tematica relativa al processo diagnostico clinico e medico legale, corredata dagli specifici riferimenti normativi al Codice della Strada. Completano il manuale una rassegna degli studi presenti in letteratura inerenti i controlli su strada e la prevenzione degli incidenti stradali causati da droghe e alcol, l’analisi dell’impatto del progetto sul tasso di incidentalità nel comune e nella provincia di Verona, la rassegna stampa.
Il manuale è disponibile on-line e interamente scaricabile.


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CATEGORIA: Nazionali TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

Prevenzione: tabacco e adolescenti, efficaci gli interventi peer to peer

fonte: Lancet

18-08-2008
Gli interventi di prevenzione dal tabacco all’interno dei programmi educativi scolastici, risultano più efficaci se gli adolescenti stessi sono i protagonisti del processo educativo. Un nuovo studio pubblicato su Lancet e coordinato dal professor Campbell dell’Università di Bristol, ha valutato l’efficacia degli interventi di prevenzione da tabacco realizzati presso 59 scuole medie del Regno Unito.
Lo studio, condotto con tecniche di randomizzazione per gruppi, ha coinvolto 10.730 studenti di 12-13 anni, assegnati al gruppo di controllo (interventi di prevenzione classici) e al gruppo sperimentale (ASSIST). Gli interventi sperimentali si sono basati sul coinvolgimento di alcuni adolescenti, particolarmente influenti all’interno della classe e appositamente preparati, che dovevano sostenere e incoraggiare i propri compagni a non fumare durante le interazioni amicali. I follow-up sono stati fatti subito dopo l’intervento e a distanza di uno e due anni.
È stata esaminata la prevalenza d’uso in entrambi i gruppi, e in uno specifico gruppo a rischio identificato sulla base della frequenza d’uso di sigarette. Dall’analisi dei dati raccolti durante i controlli periodici, emerge che la probabilità di diventare fumatore risulterebbe maggiore tra i giovani del gruppo di controllo (0,96) rispetto a quelli coinvolti nell’intervento sperimentale (0,64). I risultati sosterrebbero quindi l’efficacia dell’approccio peer to peer nella riduzione della prevalenza d’uso di sigarette tra i giovani.


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CATEGORIA: Europee TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

Europa: lotta alla droga, analisi della spesa pubblica

fonte: OEDT

12-08-2008
Uno degli obiettivi del piano d'azione UE per la lotta contro la droga (2005–08) è produrre stime della spesa pubblica destinata a questo fenomeno. Tale obiettivo rappresenta una sfida a causa delle diverse strutture politiche e dei diversi sistemi contabili presenti in ciascuno degli stati membri europei.
L’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (OEDT) ha dedicato un numero di “Selected Issue” all’analisi della spesa pubblica per la lotta contro la droga, al fine di formulare una valutazione economica degli interventi e di stabilire quali obbiettivi siano stati raggiunti. Sperimentando una metodologia comune che combina i dati e le stime disponibili e applicando sistemi di classificazione approvati, il documento riunisce le cifre correnti sulla spesa pubblica fornite dai 27 punti focali nazionali Reitox e da altri partner dell'OEDT. Sono state considerate due diversi voci di spesa: la spesa “diretta” e la spesa “indiretta”, al fine di includere sia le cifre sulla spesa pianificata, provenienti dai bilanci ufficiali del governo, sia una stima di altre spese non dichiaratamente destinate alla lotta alla droga che rientrano sovente in programmi ed azioni di più ampia portata (ad esempio, le azioni repressive di routine della polizia).
In generale i paesi dispongono di una quantità e di una qualità considerevole di dati relativi alla spesa pubblica legata agli stupefacenti: nel 2005, 11 tra gli stati membri hanno sostenuto una spesa totale di 15,4 milioni di euro, corrispondente allo 0,05% - 0,48% del PIL. In Europa la spesa pubblica totale correlata agli stupefacenti è stata stimata a circa 34 milioni di euro, equivalente allo 0,3% dei PIL di tutti i paesi. La spesa media annua legata agli stupefacenti corrisponde a 60 euro per ogni cittadino europeo. I dati suggeriscono, inoltre, un diverso equilibrio nello stanziamento di fondi tra sanità, ordine pubblico e sicurezza: la stima complessiva di spesa riguardante la sanità (828 milioni di euro) supera di gran lunga quella relativa all'ordine pubblico e alla sicurezza (6,07 miliardi di euro) negli stessi paesi.


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CATEGORIA: Europee TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

Metamfetamine e dipendenza, quali i trattamenti più efficaci?

fonte: Clinical Research Program - Melbourne

11-08-2008
Il consumo di metamfetamine è ampiamente diffuso e rappresenta una nuova sfida dal punto di vista terapeutico. Infatti, la maggior parte delle terapie impiegate per la cura della dipendenza da metamfetamine sono, in realtà, trattamenti utilizzati per la dipendenza da cocaina. I trattamenti farmacologici hanno mostrato un’efficacia limitata, mentre si sono ottenuti buoni risultati ricorrendo a trattamenti di tipo psicoterapeutico.
La rassegna sistematica coordinata da Nicole Lee, del Clinical Research Program di Melbourne - Australia, e pubblicata su Drug and Alcohol Review, analizza l’efficacia dei trattamenti di tipo cognitivo comportamentale esaminando gli studi clinici randomizzati disponibili in letteratura.
La rassegna evidenzia come i trattamenti psicoterapeutici siano efficaci nella cura della dipendenza da metamfetamine. Infatti, le terapie di tipo cognitivo comportamentale risulterebbero positivamente associate ad una riduzione dell’uso di metamfetamine, anche per periodi molto brevi di trattamento (2 o 4 incontri). Un altro approccio utilizzato è quello della “gestione delle emergenze” che ottiene una significativa riduzione dell’uso durante la terapia. Tuttavia, i ricercatori avvertono sulla necessità di condurre ulteriori studi al fine di migliorare i trattamenti per la dipendenza da metamfetamine, e chiarirne la durata dell’effetto nel lungo periodo.


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