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Redazione a cura dello Staff DRONET.

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Internet e trattamenti: Best practice dall’OEDT

fonte: Osservatorio Europeo delle Droghe e delle Tossicodipendenze

15-06-2009
Internet non ha bisogno di presentazioni, è la più grande rete di computer attualmente esistente a livello mondiale dove è possibile ottenere informazioni, fare acquisti, occuparsi di affari e servizi bancari. Più recentemente internet ha conquistato nuovi spazi anche nell’ambito della sanità pubblica, non solo come mezzo di diffusione di informazioni, ma anche per una serie di applicazioni cliniche che prospettano interventi sanitari interattivi e programmi di trattamento. Tali applicazioni includono, ad esempio, il trattamento dei disturbi mentali e dei problemi motivazionali, attacchi di panico, depressione, uso problematico di alcol e corsi per smettere di fumare.
L’Osservatorio Europeo delle Droghe e delle Tossicodipendenze ha dedicato un approfondimento speciale a questo fenomeno, relativamente nuovo, sugli interventi per il trattamento della tossicodipendenza basati su internet, dal titolo Internet-based drug treatment interventions. I professionisti hanno riconosciuto il potenziale dei trattamenti basati su internet, soprattutto per i giovani consumatori di cannabis e i consumatori di droga socialmente integrati, che potrebbero sentirsi a disagio nei servizi tradizionali.
I trattamenti per la tossicodipendenza basati su internet si distinguono dai siti di informazione generale sulle droghe, e includono un intervento appositamente programmato, sviluppato e strutturato. Sono stati identificati numerosi interventi rivolti ad utilizzatori di cannabis, cocaina ed ecstasy, oltre a programmi con il supporto di counselor e un programma di auto-aiuto completamente automatizzato, dedicati principalmente a giovani ed adolescenti. Nonostante le difficoltà metodologiche, i risultati dello studio suggeriscono che questi tipi di intervento possono rappresentare un’utile alternativa per contattare target della popolazione di utilizzatori di droghe che, spesso, non vengono raggiunti attraverso gli approcci tradizionali.


Staff Dronet

CATEGORIA: Europee TIPO: Scientifiche invia articolo
 

Comorbilità e trattamenti terapeutici: confronto dell’efficacia clinica

fonte: Addiction

12-06-2009
La depressione e l’uso di alcol o altre droghe rappresentano le più comuni patologie mentali invalidanti, e coesistono con frequenza considerevole, fenomeno definito comorbilità. Sebbene si conoscano le caratteristiche e i dati epidemiologici delle persone affette da comorbilità, non sono ancora stati identificati i trattamenti più efficaci per fornire assistenza a questo crescente gruppo di persone affette da tali patologie.
Uno studio condotto presso il Centre for Brain and Mental Health Research dell’Università di Newcastle in Australia e pubblicato su Addiction, ha confrontato l’efficacia di interventi che associano i principi dell’intervista motivazionale e della terapia cognitivo-comportamentale dal “vivo”, ossia forniti da terapeuti, oppure attraverso un sistema informatizzato con brevi interventi settimanali da parte di uno psicologo. I pazienti, affetti da depressione e uso di alcol/cannabis, sono stati attribuiti casualmente a tre gruppi differenziati per tipologia di trattamento (senza terapia, con terapista, con computer), valutati a distanza di 3, 6 e 12 mesi dall’intervento.
Gli interventi motivazionali e comportamentali risultano più efficaci nella cura della depressione anche se, a distanza di dodici mesi, i risultati ottenuti con gli interventi del terapeuta e quelli tramite computer sono simili. Tuttavia l’intervento con terapista a distanza di tre mesi ottiene migliori risultati nella riduzione dell’uso di alcol, mentre l’intervento con programmi informatizzati risulta più efficace nella riduzione dell’uso di cannabis. Un intervento efficace potrebbe, in conclusione, associare i programmi informatizzati a brevi incontri regolari con il terapeuta per controllare l’andamento della terapia.


Staff Dronet

CATEGORIA: Internazionali TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

Donne, carcere e droga

fonte: Substance Abuse Treatment, Prevention, and Policy

10-06-2009

La presenza femminile tra i detenuti nelle carceri americane a partire dagli anni ’90 è cresciuta con un tasso percentuale doppio rispetto a quello maschile, rappresentando il 12,7% nel 2005, spesso per reati correlati all’uso e al traffico di droga. Il carcere e l’uso di droghe rappresentano stigma sia per gli uomini che le donne, ma quest’ultime risultano più penalizzate e incontrano grandi difficoltà nel processo di reinserimento ed integrazione nella comunità.
Uno studio condotto dall’Università di San Francisco e pubblicato su Substance Abuse Treatment, Prevention, and Policy, attraverso interviste semi-strutturate a donne che sono state in carcere negli ultimi 12 mesi per reati legati alla droga e con problemi di dipendenza, ha esaminato le principali difficoltà che le ex-detenute incontrano nel processo di reintegrazione sociale nella comunità di riferimento. L’analisi ha identificato tre aspetti principali del processo di reintegrazione fortemente influenzati dallo stigma sociale: trovare casa e lavoro, l’accesso ai servizi di trattamento, il rapporto con la famiglia e la comunità.
Il risultato è che spesso queste persone anziché reinserirsi nel contesto sociale e produttivo, tendono a emarginarsi e a reiterare i reati per droga, poiché anche l’accesso ai servizi sociali e sanitari è ridotto e viene ostacolato dallo stigma e dalla percezione di appartenere ad un gruppo “indesiderato”.


Staff Dronet

CATEGORIA: Internazionali TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

Uso di droghe e infortuni sul lavoro

fonte: RAND Center for Health and Safety in the Workplace

09-06-2009
Gli infortuni sul lavoro rappresentano un serio problema di salute pubblica, causa di morbilità e mortalità. Nel 2005, solo negli Stati Uniti, i datori di lavoro del settore privato hanno riferito 1,2 milioni di casi di infortuni e di malattia, pari a 135,7 lavoratori infortunati ogni 10mila (a tempo pieno e di 15 anni e più), a cui corrispondono giorni di assenza dal luogo di lavoro e mancata produttività. Negli Stati Uniti i costi degli infortuni e della malattia sul lavoro annualmente supera il miliardo di dollari comportando costi diretti ed indiretti sostenuti dai lavoratori coinvolti e dalle loro famiglie, dagli altri lavoratori attraverso salari più bassi, dalle aziende a causa di profitti più bassi e dai consumatori attraverso prezzi dei prodotti più alti.
Il RAND Center for Health and Safety in the Workplace, un centro di ricerca americano che si occupa di migliorare la sicurezza sul lavoro e di tutelare la salute dei lavoratori, ha condotto un’indagine sull’associazione tra incidenti sul lavoro e uso di sostanze stupefacenti che descrive le dimensioni del fenomeno in questo paese (The Effects of Substance Use on Workplace Injuries). Il manuale propone una rassegna dei più recenti studi e delle evidenze scientifiche emerse che documentano la relazione tra uso di droghe e incidenti sul lavoro, evidenziandone i punti di forza ma anche i limiti. Vengono inoltre analizzate le politiche messe in atto per affrontare il fenomeno, ipotizzando le ragioni per cui alcuni provvedimenti hanno efficacia ed altri meno.
Secondo le indagini nazionali sull’uso di droghe, circa il 9% dei lavoratori a tempo pieno di 18 – 64 anni incontra i criteri per uso pesante di alcol, e un altro 9% incontra i criteri di dipendenza da alcol; l’8% riferisce l’utilizzo di droghe nell’ultimo mese e il 3% incontra i criteri di dipendenza da droghe. Sebbene la relazione tra infortuni sul lavoro e uso di droghe sia stata considerata apparentemente ovvia, i ricercatori spesso incontrano difficoltà nel quantificare tale associazione, soprattutto a causa della complessità metodologica della raccolta dati. Tuttavia l’interesse e l’attenzione crescente da parte dei politici hanno condotto alla realizzazione di programmi e interventi, come il drug test sul luogo di lavoro, volti a ridurre e limitare questo fenomeno.


Staff Dronet

CATEGORIA: Internazionali TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

Buone relazioni genitori e figli, fattore protettivo per l’uso di alcol negli adolescenti

fonte: Journal of Studies on Alcohol and Drugs

05-06-2009
La qualità delle relazioni genitori-figli svolge un’importante funzione protettiva rispetto alla sperimentazione e all’uso di sostanze (legali ed illegali) in età adolescenziale. Un nuovo studio pubblicato sul Journal of Studies on Alcohol and Drugs conferma come gli adolescenti che hanno relazioni positive e stabili con i propri genitori ritardano la sperimentazione di alcol, riducendo il rischio di sviluppare comportamenti problematici d’uso.
Studi precedenti hanno dimostrato come l’uso precoce di alcol esponga gli adolescenti a maggiori problemi a scuola, nel lavoro, a livello sociale, mentre il presente studio mostra il ruolo preventivo svolto da una buona relazione all’interno della famiglia nell’approccio dei giovani con l’alcol. Lo studio ha coinvolto circa 400 giovani intervistati tre volte in due anni per monitorare l’evoluzione dei comportamenti in questo arco temporale, verificando che gli adolescenti che riferivano un uso precoce di alcol già nella prima intervista tendevano ad aumentare le quantità di alcol assunte e sviluppano con maggiore frequenza problemi comportamentali legati all’alcol.
Invece gli adolescenti che riferivano un buon rapporto con i genitori e avevano sperimentato l’alcol più tardi, risultavano meno esposti a rischi alcolcorrelati rispetto ai coetanei. La buona relazione con i genitori permetteva loro di esprimere le proprie sensazioni e di discutere dei propri problemi, sentendosi rispettati.


Staff Dronet

CATEGORIA: TIPO: Focus Educatori invia articolo
 

Early Warning System: IX meeting a Lisbona

fonte: N.E.W.S.

04-06-2009
Oggi e domani si svolgerà a Lisbona, presso l'Osservatorio europeo sulle droghe e sulle tossicodipendenze, il meeting annuale relativo all'Early Warning System (EWS), un sistema di allerta rapida per la scoperta e il monitoraggio del traffico e dello spaccio di nuove droghe a livello europeo.
Alla riunione, coordinata dai responsabili dell'area di attività dell’EMCDDA "Action on new drugs", parteciperanno gli esperti nazionali per l'EWS nominati dai rispettivi Punti Focali degli stati membri dell’Unione Europea e dei paesi candidati. Sarà dedicato un ampio spazio di discussione in merito al fenomeno Spice, un composto attualmente molto diffuso rispetto al quale l'Osservatorio ha predisposto un documento, che ne descrive stato dell'arte e diffusione a livello europeo. In tale occasione sarà inoltre presentato il nuovo sistema nazionale italiano di allerta precoce e risposta rapida per le droghe NEWS (vedi presentazione allegata).

Documenti: Presentazione.


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CATEGORIA: Europee TIPO: Comunicato Stampa invia articolo
 

Prevenzione e riduzione danno, pronte nuove linee guida

fonte: Dipartimento Politiche Antidroga

01-06-2009
Presto pronte le nuove linee di indirizzo per la prevenzione delle patologie correlate e la riduzione del danno in relazione all'uso di sostanze stupefacenti, elaborate dal gruppo di lavoro nazionale creato ad hoc dal Dipartimento Politiche Antidroga. Alla discussione e alla preparazione di tale documento, che sarà presentato alle regioni in sede istituzionale (Conferenza Stato - Regioni), hanno partecipato oltre ai tecnici del dipartimento, una folta rappresentanza delle organizzazioni e delle associazioni del privato sociale.
La novità principale introdotta dal documento riguarda l’introduzione nei Livelli essenziali di assistenza (Lea) di azioni concrete che Regioni e Province autonome dovranno in futuro assicurare per la prevenzione delle patologie e la riduzione del danno da stupefacenti, ciascuna corredata da specifici indicatori quantitativi, così da poter instaurare anche meccanismi di verifica dell’efficacia e di controllo sulla loro applicazione e realizzazione.
Questo documento rappresenta il primo di una serie di linee di indirizzo in corso di lavorazione presso il Dipartimento che riguarderanno la prevenzione, i trattamenti, la riabilitazione ed il reinserimento sociale.


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CATEGORIA: Nazionali TIPO: Comunicato Stampa invia articolo
 

31 Maggio: giornata mondiale senza tabacco

fonte: Organizzazione Mondiale della Sanità

30-05-2009
Quest’anno il tema scelto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità in occasione della giornata mondiale senza tabacco, ricorrenza che scade proprio oggi, riguarda le avvertenze presenti sui pacchetti di sigarette che ammoniscono sugli effetti nocivi del fumo. “Questa strategia, applicata da più di una dozzina di paesi, rappresenta una delle misure più incisive contro l’epidemia del tabacco a livello mondiale, perché è efficace nel persuadere le persone a smettere di fumare” si legge nel comunicato dell’OMS.
In occasione di questa giornata e per tutto l’anno seguente, l’OMS incoraggerà i governi ad adottare le misure di prevenzione che si sono dimostrate più efficaci, inclusi i messaggi che coprono più della metà del pacchetto di sigarette, sia davanti che sul retro e che contengono immagini.
La Convenzione quadro sul controllo dei tabacchi vincola gli stati che l’hanno ratificata (più di 160) ad inserire sui pacchetti di sigarette messaggi e immagini che descrivano gli effetti dannosi derivanti dall’uso di tabacco, offrendo supporto ed assistenza tecnica per aiutare gli stati membri ad adempiere ai loro obblighi. Materiali disponibili.


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CATEGORIA: Internazionali TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

Individuato “interruttore” della dipendenza da droghe

fonte: Science

29-05-2009

Il meccanismo alla base della transizione da uno stato di assenza di dipendenza da droghe ad uno stato di dipendenza non è ancora noto tuttavia un nuovo studio, condotto presso l’università di Toronto in Canada e pubblicato on-line sulla rivista Science, chiarirebbe il ruolo svolto da un neurofattore di crescita - il BDNF - una sorta di “interruttore” della tossicodipendenza.
Precedenti ricerche avevano già evidenziato come nei consumatori cronici di droghe aumenti la presenza di questa proteina nei circuiti della gratificazione, specie nell’area ventrale tegmentale (VTA). Il professor Hector Vargas-Perez del Dipartimento di genetica molecolare, coordinatore dello studio, ha iniettato direttamente nel VTA di topolini di laboratorio la proteina, osservando un rafforzamento di numerosi effetti comportamentali delle droghe, inclusa una sensibilizzazione psicomotoria e la ricerca di droga indotta da stimoli, in assenza però della droga stessa.
Una singola iniezione di BDNF nell’area ventrale tegmentale promuove il cambiamento dall’indipendenza alla dipendenza da dopamina del sistema della gratificazione, nello stesso modo in cui topi, a cui non sono mai state somministrate droghe, diventano dipendenti e astinenti da oppiacei. “Lo studio chiarirebbe i meccanismi alla base della tossicodipendenza” ha commentato il professor Perez, “confermando che la proteina BDNF è un fattore chiave nella regolazione della dipendenza da sostanze”.


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CATEGORIA: Internazionali TIPO: Notizia/informazione invia articolo
 

Khat e popolazioni migranti

fonte: Centre for Culture, Ethnicity and Health

27-05-2009
Il khat (Catha edulis) è un arbusto che cresce spontaneamente nell’Africa meridionale e nella penisola Arabica dagli effetti psicostimolanti dovuti al catinone, una sostanza psicoattiva contenuta nelle foglie di questa pianta. L’attenzione nei confronti di questa sostanza è legata al fatto che viene utilizzata legalmente per le presunte proprietà etnofarmacologiche, anche se è ancora acceso il dibattito sullo status legale e sulle conseguenze per la salute derivanti dall’uso.
Sebbene le autorità sanitarie internazionali ritengano che questa sostanza abbia un basso potenziale d’abuso, destano preoccupazione i possibili danni derivanti da un uso eccessivo spesso associato a condizioni di emarginazione sociale e di disagio legato all’immigrazione.
Il manuale che proponiamo, a cura del Centre for Culture, Ethnicity and Health (Australia), offre un’ampia rassegna della letteratura descrivendo il fenomeno di diffusione ed uso di questa sostanza in particolari contesti culturali, le comunità di immigrati africani, dove per ridurre i danni associati al consumo di khat sono necessari interventi volti a ridurre la condizione di emarginazione sociale di questi gruppi di popolazione.


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