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23-01-2006
Doping, presentati oggi all'Istituto Superiore di Sanità i risultati dell'attività di controllo della Commissione antidoping
(I° Allegato)
Fonte: Istituto Superiore di Sanità
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I risultati dell'attività di monitoraggio della Commissione Nazionale di Vigilanza e Controllo sul Doping (CVD), mostrano che il 2,1% dei 1560 atleti esaminati è risultato positivo ai test. Gli atleti in cui la presenza delle sostanze ad effetto dopante è risultata più frequente sono in maggioranza uomini e, tra le sostanze più diffuse, vi sono i derivati della cannabis. Questi, i principali risultati parziali del monitoraggio su 39 federazioni per un totale di 372 eventi sportivi, effettuato dalla CVD nel 2005 e presentato oggi all'Istituto Superiore di Sanità, nel corso del III Convegno Nazionale "La tutela della salute nelle attività sportive e la lotta contro il doping".
Come sottolineato dal sottosegretario alla Salute Sen. Cesare Cursi, questo convegno "è ormai diventato un appuntamento importante e qualificante per verificare i risultati conseguiti per poi mettere a fuoco la soluzione del problema e individuare i percorsi ancora da seguire. Da ciò deve, comunque, discendere sempre l'impegno costante e vigile per ciascuno di noi per raggiungere l'obiettivo primario che è quello della tutela della salute unitamente alla trasparenza delle prestazioni sportive, non soltanto in campo professionistico ma, forse, principalmente in quello dilettantistico e amatoriale. Ribadisco, come ripetutamente sottolineato in tante circostanze che, al di là di implicazioni esterne fuorvianti, dentro ognuno di noi deve albergare il convincimento che il valore più alto della vita da custodire è quello del bene della salute".
Per quanto riguarda i risultati presentati nel corso dell'incontro, come ha spiegato Giovanni Zotta, Presidente della Commissione antidoping "Il monitoraggio effettuato dalla CVD non è rappresentativo della diffusione del fenomeno doping all'interno delle singole discipline, in quanto il campione della nostra indagine è piuttosto eterogeneo. Questi numeri forniscono, tuttavia - ha detto il Presidente della CVD - un'indicazione precisa sull'importanza e la necessità delle attività di controllo nel mondo dello sport a tutela della salute degli atleti e della correttezza delle gare".
I risultati presentati oggi sono, comunque, solo una parte delle attività della Commissione. "Oltre al monitoraggio delle federazioni sportive, affidato per legge alla Commissione antidoping, sono state numerose le attività promosse dalla CVD - precisa Zotta - Tra queste anche la prevenzione e l'informazione sui danni dell'uso di sostanze ad effetto dopante, la promozione e il finanziamento dei programmi di ricerca che hanno coinvolto 16 istituzioni tra enti universitari e del Servizio Sanitario Nazionale. Abbiamo inoltre finanziato ben 24 programmi di formazione sulla promozione di stili di vita sani e del ruolo sociale ed etico dello sport - continua il Presidente - destinati ad istituti scolastici, medici di medicina dello sport, pediatri e operatori del settore sportivo".
L'indagine della CVD ha identificato 32 atleti positivi ai test antidoping, ovvero il 2,1% dei 1560 sportivi esaminati, coinvolgendo le seguenti federazioni: calcio, ciclismo, pallacanestro, pallavolo, nuoto, rugby, tiro con l'arco, danza sportiva, vela, motociclismo, tiro a volo, pesistica e cultura fisica, baseball e softball, golf e bocce. Un risultato, tuttavia, che potrebbe aumentare, raggiungendo il 3,9%, in quanto sono stati identificati altri 29 casi che hanno fatto registrare valori superiori a 4 del rapporto testosterone/epitestosterone. Poiché l'Agenzia Mondiale Antidoping (WADA) ha abbassato, proprio nel 2005, i livelli di tale rapporto da 6 a 4, è evidente che questi altri 29 casi necessitano di ulteriori accertamenti.
In totale, nel 2005, le positività rilevate sono state 38, in quanto in alcuni campioni d'urina sono state trovate più sostanze: 28 atleti sono risultati positivi ad una sola sostanza, 3 atleti a 2 sostanze e in un solo campione d'urina le sostanze riscontrate sono state 4.
I casi positivi sono quasi tutti a carico di uomini, visto che solo tre donne, tra le 531 esaminate, è risultata positiva ai test. L'analisi per sesso dei 32 atleti positivi, rispetto alle federazioni di appartenenza, ha, inoltre, evidenziato che gli sport in cui si registrano positività sia maschili che femminili sono: il rugby (2 uomini e 2 donne) e il ciclismo (2 uomini e una donna). Per gli uomini, inoltre, sono stati rilevati 4 casi positivi nell'handball, 3 nella pesistica e cultura fisica, 2 nel tiro con l'arco, nel motociclismo, nella vela, nel baseball e softball, uno nel calcio, nella pallavolo, nella pallacanestro, nel nuoto, nella danza sportiva, nel tiro a volo, nel golf e nelle bocce.
Tra le sostanze maggiormente utilizzate, al primo posto vi sono i cannabinoidi (44,7%), seguiti dai diuretici e dagli agenti mascheranti (15,8%), dagli stimolanti (15,8%), dagli anabolizzanti e dai corticosteroidi (7,9%), da ormoni e sostanze attive sul sistema ormonale (5,3%), dall'atenolo (2,6%).
I controlli sono stati effettuati sia in gara che "fuori gara": 349 nel primo caso e 23 nel secondo. Il calcio è stata la federazione in cui è stato effettuato il maggior numero di controlli (66). L'analisi interna delle categorie calcistiche ha evidenziato poi che gli eventi controllati in gara hanno riguardato principalmente le serie minori come la serie C e D, al contrario per le competizioni fuori gara, l'attenzione è stata rivolta soprattutto alla serie A e B. Seguono poi l'atletica e il ciclismo (entrambe con 27 eventi esaminati), il nuoto, la pallacanestro e la pallavolo.
Redattore: Staff Dronet
Indirizzo: Osservatorio Regionale sulle Dipendenze Regione Veneto, via Germania 20, 37135 Verona
Email: info@dronet.org
 

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