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12-01-2006
Dai girasoli nuovi farmaci contro l'AIDS
Fonte: CORDIS - Community Research & Development Information Service
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I ricercatori del Centro di biologia molecolare di Bonn (CEMBIO) hanno scoperto come sintetizzare un nuovo tipo di farmaci che auspicabilmente rivoluzionerà la cura per il virus dell'AIDS.
Il nuovo tema di grande attualità nell'ambito della ricerca sull'AIDS concerne il gruppo di farmaci contenente DCQA (acido dicaffeoilquinico). Purtroppo questa sostanza è estremamente rara: essendo contenuta in minuscole quantità in alimenti quali il carciofo e il radicchio, il suo prezzo di mercato è pari a 1 milione di euro al grammo. Indipendentemente dai costi il settore merita comunque di essere esplorato, dal momento che in laboratorio il DCQA ha impedito la riproduzione del virus dell'AIDS.
Un'équipe di ricercatori dell'Università di Bonn ha scoperto quello che potrebbe rivelarsi un nuovo metodo per produrre il DCQA a costi minimi rispetto a quelli attuali. Studiando i girasoli, i ricercatori hanno esaminato come la pianta risponde agli attacchi del fungo all'origine del marciume basale bianco, scoprendo che gli esemplari resistenti alla malattia producono autonomamente il DCQA.
"L'acido dicaffeoilquinico (DCQA) è in grado di prevenire la riproduzione del virus HI, perlomeno nell'ambito delle colture cellulari", spiega Claudio Cerboncini, ora in servizio presso il Centro di ricerca Caesar. "Si tratta di una delle poche sostanze attualmente conosciute in grado di inibire l'integrasi virale, enzima essenziale alla riproduzione dell'agente patogeno".
Questi "inibitori dell'integrasi" rappresentano un'importante scoperta nel campo della ricerca sull'AIDS e sulle relative cure, in quanto tali medicinali avranno meno effetti collaterali rispetto ai cocktail di farmaci attualmente utilizzati che, pur permettendo la sopravvivenza del paziente, risultano debilitanti. I primi test clinici sembrano confermare il potenziale del DCQA.
"È nostra intenzione coltivare cellule di girasole o altre cellule di piante in una soluzione nutriente assieme alla muffa sclerotinia sclerotiorum (marciume basale bianco), per ottenere l'enzima da questo liquido", dichiara Ralf Theisen, ricercatore presso il CEMBIO. "Se le operazioni si svolgeranno come previsto, potremmo produrre DCQA a costi notevolmente ridotti".
Il dott. Theisen è specializzato nelle modalità di attivazione e disattivazione di geni specifici e nei test a gravità zero, attività di ricerca applicabili alla sintesi di DCQA a basso costo. Se la ricerca si svilupperà secondo i piani, il gene di girasole produttore di DCQA sarà identificato, copiato e introdotto "in batteri capaci di produrre l'enzima in grandi quantità. La fase cruciale della sintesi sarebbe quindi estremamente semplice e potrebbe essere effettuata su scala industriale ricorrendo alla tecnologia della fermentazione".
Redattore: Staff Dronet
Indirizzo: Osservatorio Regionale sulle Dipendenze Regione Veneto
Email: info@dronet.org
 

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