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24-10-2005
Vie alternative per gli assidui fumatori
Meno sigarette e dieta più sana ridurrebbero i danni
Fonte: Tempo Medico
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Titolo originale e autori: -JAMA 2005; 294: 1505 e 1550 Tobacco Control 2005; 14: 315 Ann Oncol 2005; 16: 1565

Dimezzare la quantità di sigarette fumate ogni giorno e seguire una dieta ricca in fitoestrogeni: sarebbero queste le alternative per ridurre i danni provocati dal fumo di tabacco cui potrebbero appellarsi i fumatori che non riescono o non hanno nessuno intenzione di smettere di fumare A sostenere questa tesi sono due studi pubblicati su JAMA: il primo condotto presso il Copenhagen Centre for Prospective Population Studies, in Danimarca, il secondo (vedi sotto) dai ricercatori dell'Università del Texas, Stati Uniti. Una riduzione del rischio, quella perseguita attraverso la riduzione del numero di sigarette, che risulta comunque parziale perché riguarda solo l'insorgenza di tumore del polmone e non i rischi cardiovascolari e respiratori associati al fumo, le cui conseguenze sono gravi in termini di mortalità, salute in genere e costi economici. E una raccomandazione, quella di diminuire la quantità di tabacco fumato come ultima istanza per limitarne i danni, che fa sorgere quantomeno il dubbio di un coinvolgimento delle potenti lobby del tabacco, la cui sfera d'azione potrebbe pericolosamente estendersi alla designazione dei fattori di rischio. D'altra parte è la stessa autrice dello studio danese, Nina Godtfredsen, ad ammettere che per ridurre in modo significativo i danni derivati dal fumo di tabacco l'unica raccomandazione è quella di smettere di fumare, e non certo ridurre il numero di sigarette, che non comporta alcuna diminuzione del rischio di malattie come l'infarto del miocardio e la broncopneumopatia cronica ostruttiva. Entrando nello specifico, lo studio danese ha coinvolto oltre 11.100 uomini e 8.500 donne, con un'età media tra i 52 i 55 anni, sottoposti all'inizio dello studio a visita medica e alla compilazione di un questionario per approfondire le abitudini riguardo al fumo (quanto tabacco viene fumato ogni giorno, da quanti anni, abitudine ad inalare, tipo preferito di tabacco), informazioni richieste anche durante una seconda visita di controllo. L'osservazione è durata fino al 2004, con un follow up medio di 18 anni, durante il quale sono stati rilevati oltre 850 casi di tumore polmonare, per la maggior parte adenocarcinomi, di cui 360 tra le donne e poco più di 500 tra gli uomini. Dai dati raccolti risulta che chi passa da 20 sigarette fumate al giorno a meno di dieci riduce del 27 per cento il rischio di ammalarsi di tumore del polmone rispetto a chi fuma in modo costante 15 o più sigarette al giorno, pari a 15 grammi di tabacco. Per i fumatori meno assidui (che fumano costantemente da uno a 14 grammi di tabacco al giorno) il rischio rispetto ai forti fumatori è più che dimezzato, mentre risulta la metà per gli ex forti fumatori che hanno smesso di fumare durante lo studio. Gli ex fumatori hanno mostrato una riduzione del rischio di oltre l'80 per cento rispetto ai forti fumatori. Nel considerare questi risultati non va però dimenticato che è sufficiente fumare ogni giorno un numero di sigarette molto basso per essere esposti a un rischio elevato di tumore al polmone: un uomo che fuma da una a quattro sigarette al giorno corre un rischio di quasi tre volte superiore rispetto a chi non fuma, mentre per una donna il rischio è quasi cinque volte maggiore, come emerso da uno studio norvegese condotto su 43.000 persone. Tutti d'accordo, dunque, nel ritenere come unica raccomandazione utile quella di smettere, ma secondo quanto sostengono nell'editoriale Lawrence Dacey e David Johnstone del Darmoouth-Hitchcock Medical Center di Lebanon (NH) bisogna fare i conti col fatto che solo una minoranza di fumatori riesce a smettere definitivamente e in modo stabile. E' importante quindi informare sulla possibilità di ridurre il rischio di ammalarsi di tumore del polmone riducendo drasticamente il numero di sigarette e seguendo una dieta ricca in frutta e vegetali.
Di tutt'altro avviso Peter Boyle, direttore dell'International Agency for Research on Cancer, che in un editoriale apparso su Annals of Oncology invita senza mezze misure a "creare un ambiente che promuova la scelta di non iniziare a fumare e, per chi ha già iniziato, la decisione di smettere" indicando come cruciali "le misure che vietano di fumare nei luoghi pubblici prese da alcuni paesi, da incoraggiare e sostenere, insieme ad altri interventi di sanità pubblica la cui efficacia va provata come priorità per la ricerca.
DIETA PER I POLMONI
Stando ai risultati dello studio made in USA pubblicato sempre su JAMA, alla riduzione del rischio di tumore polmonare contribuirebbe anche la dieta, in particolare la quantità di fitostrogeni (composti non steroidei) assunta attraverso soia e derivati, carote, spinaci, broccoli. I risultati dello studio, caso controllo e condotto su oltre 1.650 pazienti con tumore del polmone e 1.700 persone sane, mostrano una riduzione di oltre il 45 per cento del rischio di ammalarsi di tumore polmonare in coloro che hanno assunto le quantità maggiori di fitoestrogeni tra i partecipanti allo studio. Come indicano gli autori, sono necessarie conferme da studi prospettici su larga scala, mentre nell'editoriale si avverte che l'effetto protettivo di un'assunzione elevata di fitoestrogeni è maggiore in chi non ha mai iniziato a fumare, appare marcato nei fumatori mentre lo è meno per coloro che hanno smesso di fumare.
Redattore: Staff Dronet
Indirizzo: Osservatorio Regionale sulLE
Email: info@dronet.org
 

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