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10-09-2004 Gravidanza e alcol:al futuro bebè neanche un bicchierino Sono sufficienti tre drink la settimana per mettere potenzialmente a rischio la salute del nascituro |
Fonte: Panorama
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Titolo originale e autori: -Daniela Mattalia 
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Che con l'alcol in gravidanza non bisogna esagerare, ogni futura madre lo sa. Quello che molto probabilmente non sa è che di alcol ne basta davvero poco, meno di quanto si pensasse, per provocare possibili problemi al nascituro. Quanto poco? Tre drink la settimana, o comunque meno di un bicchiere al giorno. A sostenere l'incompatibilità tra alcol a dosi anche moderate e gravidanza sono alcuni recenti studi. All'Università di Pittsburgh-School of medicine l'équipe di Jennifer Willford ha condotto un'analisi su 580 bambini, dalla nascita fino ai 16 anni (pubblicata su Alcoholism: clinical and experimental research).
Le madri sono state controllate durante ogni trimestre di gravidanza e i figli seguiti nel loro sviluppo a intervalli regolari, e sottoposti a test per valutarne abilità mnemoniche e di apprendimento, nonché abilità verbali e visivo-spaziali. I ricercatori (dopo aver considerato il ruolo di altri fattori ambientali) hanno osservato un'associazione tra il consumo di alcol materno e le prestazioni dei ragazzini. In sintesi, i bambini le cui madri avevano bevuto tre drink la settimana mostravano minori capacità di memoria e apprendimento. «Il nostro studio suggerisce che, se si aspetta un figlio, non esiste una soglia sotto la quale si può bere in tutta sicurezza, specie nei primi tre mesi» ha concluso Willford.
Sulla stessa linea è un gruppo di ginecologi francesi di diversi ospedali che, come segnala Le Monde, hanno pubblicato un dossier su una rivista specializzata (La Revue du praticien-Médecine générale), sostenendo l'opzione zero alcol in gravidanza. «Quale che sia la dose, è una sostanza tossica per il feto» ha scritto Damien Subtil, medico di Lille e uno degli autori del dossier. E in Italia? Sui danni dell'alcol in gravidanza ha una posizione meno drastica Ermelando V. Cosmi, direttore del Dipartimento di ginecologia e perinatologia alla Sapienza, per il quale mezzo bicchiere di vino rosso al giorno non fa male. «Più pericolosa è l'associazione alcol-fumo, perché le due abitudini sono spesso legate».
«Anche se è difficile stabilire quale sarebbe il coefficiente intellettivo di un bambino con madre astemia rispetto a un altro la cui madre beve, seppure poco, io preferisco sconsigliare il bere moderato» commenta Giorgio Mello, responsabile del servizio di medicina materno-fetale all'Università di Firenze. Una convinzione che si basa su due studi, condotti dallo stesso gruppo di Mello: il primo ha evidenziato che i figli di donne che non bevono sono, alla nascita, il 25 per cento più grandi degli altri. «Con l'amniocentesi, poi, siamo andati a vedere dove va l'alcol una volta ingerito. Normalmente resta in circolo per un certo tempo finché viene eliminato, ma nelle donne incinte, anche se bevono poco, passa nel liquido amniotico e il feto lo assorbe nelle ore successive. La madre lo smaltisce più in fretta proprio perché ad assorbirlo è il feto, esposto a dosaggi maggiori di quanto si pensasse». Con quali rischi? «In esperimenti su animali, si è visto che l'alcol assunto in gravidanza interferisce con la migrazione cellulare nella corteccia cerebrale del feto; c'è da pensare che lo stesso avvenga negli esseri umani. Insomma, potrebbe causare una cattiva organizzazione nel cervello del bambino». Anche per questo vale il principio di cautela: in quei nove mesi, meglio astenersi dagli aperitivi.
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Redattore: Staff Dronet
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