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12-01-2015 Metabolismo della nicotina in aiuto nella scelta del trattamento migliore per smettere
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Fonte: The Lancet Respiratory Medicine
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Titolo originale e autori: Caryn Lerman. Use of the nicotine metabolite ratio as a genetically informed biomarker of response to nicotine patch or varenicline for smoking cessation: a randomised, double-blind placebo-controlled trial - The Lancet Respiratory Medicine, DOI: 10.1016/S2213-2600(14)70294-2,11 January 2015 |
Un recente studio clinico randomizzato condotto dai ricercatori della Penn Medicine e collaboratori, ha dimostrato che il trattamento più adatto per ogni fumatore potrebbe dipendere da quanto velocemente viene metabolizzata la nicotina nel loro corpo dopo aver smesso di fumare.
Quasi il 70% dei fumatori che cercano di smettere, hanno delle ricadute nell'arco di una settimana, rendendo difficile il tentativo di liberarsi dal vizio del fumo. I ricercatori hanno a lungo teorizzato che alcuni individui possono essere geneticamente predisposti ad una maggiore facilità nello smettere rispetto ad altri, senza tuttavia riuscire a comprenderne il meccanismo. Una nuova ricerca pubblicata sulla rivista The Lancet Respiratory Medicine, fa luce proprio su questo aspetto, andando a studiare quanto velocemente viene eliminata dall’organismo, la nicotina. Nello specifico, nei cosiddetti metabolizzatori normali, i livelli di nicotina dopo aver smesso di fumare, diminuiscono rapidamente, con aumento del desiderio di fumare, mettendoli a rischio di ricaduta, rispetto ai metabolizzatori lenti, nei quali la nicotina, e dunque i suoi effetti, perdurano più a lungo nell’organismo. I metabolizzatori normali tuttavia, hanno anche maggiore probabilità di trovare beneficio in trattamenti con farmaci come la vareniclina, che aumentano i livelli del neurotrasmettitore dopamina con aumento della sensazione di piacere e riduzione del desiderio di provare piacere con le sigarette.
Per lo studio clinico multicentrico, 1.246 fumatori in cerca di trattamento, sono stati classificati come metabolizzatori lenti (662) o normali (584) e randomizzati a 11 settimane con cerotto alla nicotina (più pillola di placebo), o con vareniclina (più cerotto placebo), o con una pillola placebo e con cerotto. Ai partecipanti, entro sette giorni dall'inizio del trattamento, è stato inoltre valutato il rapporto tra i livelli dei metaboliti 3'idrossicotina/cotina nel sangue per stabilire il tipo di metabolismo.
Dai risultati è emerso che quasi il 40% dei metabolizzatori normali in trattamento con vareniclina, erano ancora astinenti dal fumo alla fine del trattamento, rispetto al 22% di quelli trattati con il cerotto alla nicotina. I risultati hanno indicato che la vareniclina era più efficace rispetto al cerotto alla nicotina per i metabolizzatori normali, mentre l'efficacia dei due trattamenti è risultata equivalente per i metabolizzatori lenti. Tuttavia, questo gruppo ha riportato effetti collaterali generali, suggerendo un maggiore beneficio con i cerotti, indicando dunque, concludono gli autori, che il trattamento dei metabolizzatori normali con vareniclina, e dei metabolizzatori lenti con il cerotto alla nicotina potrebbe rappresentare un pratico ed efficace approccio clinico.
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Redattore: Staff Dronet
Indirizzo: www.dronet.org
Email: info@dronet.org
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