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11-11-2014
Insonnia, alti tassi durante il recupero da una dipendenza
Fonte: Journal of Addiction Medicine
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Titolo originale e autori: Kaplan KA, McQuaid J, Primich C, Rosenlicht N. An Evidence-Based Review of Insomnia Treatment in Early Recovery - Journal of Addiction Medicine, 2014; 8 (6): 389.


L’insonnia rappresenta un problema comune in pazienti che affrontano le prime fasi di recupero da una dipendenza e può contribuire alla non riuscita dei trattamenti con conseguente ricaduta nell’uso di sostanze, secondo quanto emerso da un recente studio pubblicato sulla rivista Journal of Addiction Medicine. Tale risultato fa quindi porre l’accento sulla necessità di trattare i disturbi del sonno in questa tipologia di pazienti, per garantire il mantenimento dell’astinenza e migliorare uno stato generale di qualità della vita.
Katherine A. Kaplan della Stanford University School of Medicine di San Francisco e colleghi, hanno condotto una revisione degli studi dalla quale emerge che l’incidenza dell’insonnia sarebbe fino a cinque volte superiore durante le prime fasi di recupero da una dipendenza rispetto alla popolazione generale e questo disturbo può perdurare per diversi mesi se non anni. Una delle dipendenze particolarmente colpite dall’insonnia è quella da alcol e l’associazione potrebbe essere vista anche nella direzione opposta dove persone con disturbi del sonno sarebbero più a rischio di sviluppare una dipendenza da alcol assunto nel tentativo di riuscire a dormire. L'insonnia dunque contribuirebbe all’uso di sostanze e alle ricadute, e i ricercatori si sono chiesti se trattamenti mirati a ridurre l'insonnia possono ridurre anche il rischio di ricaduta. Alcuni studi riportano in effetti che l'uso di farmaci per l'insonnia durante le fasi di recupero da una dipendenza, in particolare da alcol, può diminuire il tasso di ricaduta. Tuttavia, l’uso di farmaci per dormire, è accompagnato dal rischio che questa tipologia di pazienti sposti la dipendenza sui farmaci stessi. Proprio per questo, l’approccio comportamentale è spesso preferito a quello farmacologico, con evidenze incoraggianti con la terapia cognitivo-comportamentale (CBT). Questa terapia prevede diari giornalieri e questionari per raccogliere informazioni sull'insonnia del paziente inclusi eventuali progressi durante il trattamento nonché l'educazione al sonno comprese alcune pratiche comportamentali mirate a promuovere il buon sonno. I pazienti ricevono inoltre, interventi cognitivi atti a controllare i pensieri negativi legati alle conseguenze dell’insonnia.
Il trattamento dell’insonnia durante le fasi di recupero da una dipendenza rappresenta pertanto un importante aspetto che potrebbe diminuire le ricadute, anche se ad oggi, riportano i ricercatori in una nota stampa, sono comunque necessarie ulteriori ricerche dedicate.
Redattore: Staff Dronet
Indirizzo: www.dronet.org
Email: info@dronet.org
 

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