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06-11-2013
La neurostimolazione non invasiva diminuisce il desiderio per le sostanze
Fonte: Neurosci Biobehav Rev.
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Titolo originale e autori: Jansen JM, Daams JG, Koeter MW et al. Effects of non-invasive neurostimulation on craving: A meta-analysis. Neurosci Biobehav Rev. 2013 Jul 31.-


Le tecniche di stimolazione cerebrale non invasiva che hanno lo scopo di modulare l’attività neuronale, sembrano far diminuire il desiderio irresistibile (craving) nella dipendenza da sostanze. Questo è ciò che emerge dalla meta-analisi condotta da Jansen e colleghi della University of Amsterdam (Olanda) e pubblicata sulla rivista Neuroscience and Biobehavioral Reviews.
I ricercatori hanno valutato le evidenze disponibili sugli effetti della neurostimolazione sul craving per droghe e cibo. Le tecniche di neurostimolazione prese in considerazione sono state la stimolazione magnetica transcranica ripetitiva (rTMS), che impiega un impulso magnetico focalizzato in una porzione limitata di spazio, somministrato attraverso una bobina di stimolazione, e la stimolazione transcranica a corrente continua (tDCS), che consiste nell’applicazione di corrente continua a bassa intensità. Gli autori hanno identificato 17 studi che hanno valutato la stimolazione della corteccia prefrontale dorsolaterale (DLPFC), un’area della corteccia cerebrale importante per l’autocontrollo, sul craving per alcol, nicotina, cannabis e cibi appetitosi.
I ricercatori non hanno riscontrato differenze significative tra le due tecniche che hanno un effetto di riduzione del craving. Inoltre, non sono emerse differenze tra l’effetto sulle diverse sostanze d’abuso, e tra droghe e cibo. Non sono state evidenziate differenze anche tra la stimolazione della DLPFC destra e sinistra. Secondo gli autori, questa meta-analisi fornisce la prima prova evidente che la neurostimolazione non invasiva della DLPFC diminuisce i livelli di craving nella dipendenza da sostanze.


Redattore: Staff Dronet
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