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23-10-2013 Scoperta negli Stati Uniti la proteina che può aiutare a controllare l’infezione da HIV
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Fonte: PLOS ONE
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Titolo originale e autori: De Pasquale M, Kourteva Y, Allos T, D'Aquila RT (2013) Lower HIV Provirus Levels Are Associated with More APOBEC3G Protein in Blood Resting Memory CD4+ T Lymphocytes of Controllers In Vivo. PLoS ONE 8(10): e76002- |
Il trattamento per il controllo dell’infezione da HIV è rappresentato da una combinazione di farmaci antiretrovirali, grazie ai quali le persone HIV-positive vivono più a lungo. Tuttavia la terapia è cronica perchè nel momento in cui viene interrotta, generalmente il virus si riattiva. Vi sono però alcune persone con HIV in cui l'infezione viene controllata spontaneamente senza terapia antiretrovirale. Questi soggetti vengono chiamati "élite controller" e rappresentano circa l’1% delle persone infette da HIV.
Un gruppo di ricerca della Northwestern University di Chicago (USA) ha recentemente scoperto ciò che consente a queste persone di difendersi dopo che il virus ha superato il sistema immunitario, ricerca che è stata pubblicata sulla rivista PLOS ONE.
Le cellule CD4, dette anche linfociti T, sono i globuli bianchi responsabili di orchestrare la risposta immunitaria alle infezioni. Dai risultati della ricerca, i pazienti “controller” avrebbero nelle cellule T CD4, un livello più elevato di una proteina, denominata APOBEC3G (A3 per brevità). La proteina A3 è nota per la sua capacità di inibire la replicazione di molti retrovirus, e in particolare dell'HIV, che appartiene al sottogruppo dei retrovirus a lenta incubazione, i quali hanno però sviluppato una proteina denominata fattore di infettività del virione (VIF), che rende inefficace l'azione della proteina A3.
Le cellule T CD4 di memoria hanno una vita media molto lunga e consentono all'HIV di nascondersi e rimanere in uno stato di quiescenza durante la fase in cui un paziente è in terapia antiretrovirale. Generalmente in una persona HIV-positiva che interrompe il trattamento, il virus torna a replicarsi rapidamente. Negli élite controller invece, l'abbondanza di A3 fa sì che parte di queste proteine sfuggano all'inattivazione ad opera del fattore d'infettività virale, e il nuovo HIV che si genera da queste cellule non sia in grado d'infettare le altre.
Secondo gli autori, la scoperta consente di ipotizzare un nuovo approccio terapeutico che preveda un trattamento precoce potenzialmente in grado di rendere controller ogni persona infetta da HIV, attraverso un meccanismo di protezione delle riserve di questa proteina immunitaria difensiva.
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Redattore: Staff Dronet
Indirizzo: www.dronet.org
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