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16-08-2013
Premi e punizioni: coinvolti circuiti cerebrali distinti
Fonte: Science
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Titolo originale e autori: Two Dimensions of Value: Dopamine Neurons Represent Reward But Not Aversiveness. Science, 2013. - C. D. Fiorillo.


Nella visione psicologia classica, i premi e le punizioni – ovvero gli stimoli positivi (cibo, acqua, sesso) e quelli negativi (dolore e altre emozioni sgradevoli) – sono stati considerati ai due estremi di un'unica linea continua, così come la luce e il buio, ed hanno sempre rivestito la massima importanza in tutti i modelli di apprendimento. Gli esseri umani, ma anche gli animali, imparano infatti, fin da piccoli, a fuggire dalle punizioni per rincorrere gli stimoli piacevoli e gli studiosi hanno sempre ipotizzato che questo meccanismo fosse rappresentato, a livello neurale, da un unico gruppo di neuroni che usano la dopamina come neurotrasmettitore, meglio noto come circuito cerebrale della gratificazione. Tuttavia un articolo, da poco pubblicato su Science, sembra smentire quest’ipotesi e, secondo gli scienziati del Korea Advanced Institute of Science and Technology (KAIST), i premi e le punizioni sarebbero valutati ed elaborati da neuroni di diversa tipologia e non dalle sole cellule dopaminergiche. I tipi di neuroni coinvolti sarebbero addirittura quattro, due per i premi e due per le punizioni. Nel corso di una ricerca condotta su animali, i ricercatori hanno monitorato l’attività di 195 neuroni dopaminergici in due macachi rhesus, mentre le scimmie venivano "premiate" con un succo di frutta oppure "punite" con sgradevoli sbuffi d'aria al viso. Non senza una certa sorpresa, i neuroscienziati hanno scoperto che, mentre l'attività dei neuroni della dopamina nel mesencefalo ventrale degli animali veniva amplificata dalle ricompense, quegli stessi neuroni non rispondevano in alcun modo alle punizioni. Questo, molto probabilmente, sta ad indicare che la gratificazione e l’avversione sono rappresentati a livello cerebrale in modo indipendente e che i neuroni che interpretano le punizioni potrebbero essere una popolazione differente da quella dopaminergica. Secondo i ricercatori, la valutazione degli stimoli positivi e negativi avrebbe luogo lungo due distinte dimensioni: quella della ricompensa, ai cui estremi ci sarebbero la presenza e l’assenza di gratificazione, e quella della punizione, a sua volta divisa tra pericolo e sicurezza.
Se è ormai assodato che l’attività dei neuroni dopaminergici presiede al rinforzo positivo (presenza di un premio), resta da scoprire quali neurotrasmettitori controllano le altre tre dimensioni del rinforzo.
Redattore: Staff Dronet
Indirizzo: www.dronet.org
Email: info@dronet.org
 

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