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27-05-2013
Decision making e dipendenza: approfondimenti dalla neuroeconomia
Fonte: Canadian Association for Neuroscience
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Titolo originale e autori: Addiction as impaired decision making: insights from functional brain imaging and neuroeconomics-Alain Dagher, McGill University. Canadian Neuroscience Meeting 2013


Un nuovo studio di neuroeconomia, appena presentato al Canadian Neuroscience Meeting 2013, suggerisce che la tossicodipendenza sia una malattia del cervello, alla cui base vi sarebbero interazioni anomale tra le aree cerebrali deputate alla presa di decisioni. La neuroeconomia è un nuovo settore della ricerca neuroscientifica che studia il funzionamento della mente umana in relazione ai processi decisionali e che parte dal presupposto che l’uomo non sia sempre un animale razionale, bensì agisca principalmente sotto l’impulso di processi neuronali automatici e molto spesso inconsci, quindi indipendenti dalla propria volontà. Già parecchi studi di questo settore evidenziano come i soggetti tossicodipendenti attribuiscano un valore molto maggiore alla ricompensa immediata (es. fumare una sigaretta) rispetto ai benefici a lungo termine (es. miglioramento della salute). La presente ricerca, condotta presso la McGill University su soggetti fumatori di sigarette, ha evidenziato come il valore attribuito alla sigaretta e misurato dal grado del desiderio di fumare (craving), vari in base a diversi fattori, tra cui la disponibilità della sostanza e l’eventuale decisione di smettere. I ricercatori canadesi hanno mostrato anche che il craving in un dato momento può essere visualizzato nel cervello attraverso l’Imaging di Risonanza Magnetica funzionale (fMRI), grazie a cui è stato possibile avvallare l’ipotesi secondo cui una piccola regione cerebrale, la corteccia prefrontale dorsolaterale, ha il compito specifico di regolare il desiderio di fumare (craving) in presenza di stimoli legati alle sigarette (quando si vede gente che fuma o quando si sente l’odore di sigaretta). Secondo gli autori, la tossicodipendenza potrebbe aver origine, in individui vulnerabili, proprio dall’instaurarsi di connessioni aberranti tra la corteccia prefrontale dorsolaterale ed altre regioni cerebrali che assegnano un valore alle possibili e diverse opzioni. Questa disfunzione, può portare ad attribuire un valore incongruo a certi stimoli, che si tradurrebbe nella percezione di un forte craving e nella scelta di comportamenti dannosi per l’individuo, quali l’assumere droghe nonostante i rischi per la salute. Dallo studio emerge anche che questo craving indotto dagli stimoli droga-correlati, possa essere modificato inibendo la corteccia prefrontale dorsolaterale utilizzando la tecnica di Stimolazione Magnetica Transcranica (TMS), accompagnata preferibilmente da una terapia di tipo cognitivo-comportamentale.
Redattore: Staff Dronet
Indirizzo: www.dronet.org
Email: info@dronet.org
 

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