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14-05-2013
Ecstasy: alterazioni neurali presenti anche nei consumatori occasionali
Fonte: Neuroscience & Biobehavioral Reviews
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Titolo originale e autori: Andrew C. Parrott, MDMA, serotonergic neurotoxicity, and the diverse functional deficits of recreational ‘Ecstasy’ users.-Neuroscience & Biobehavioral Reviews, Available online 6 May 2013.


L’MDMA, più comunemente chiamata ecstasy, è una sostanza psicoattiva di origine sintetica analoga alle amfetamine, in grado di provocare effetti stimolanti e allucinogeni. Risulta molto diffusa tra giovani e adolescenti, spesso consumata in luoghi di ritrovo quali discoteca, feste e soprattutto rave party. Una recente rassegna della letteratura scientifica, in corso di pubblicazione sulla rivista Neuroscience and Biobehavioral Reviews, ha voluto analizzare gli studi che indagavano sulle alterazioni strutturali e funzionali prodotte sul cervello dall’assunzione di ecstasy, anche nei consumatori occasionali o dopo astinenza dalla sostanza. L’MDMA è una sostanza neurotossica che agisce principalmente sui sistemi della serotonina, un neurotrasmettitore con funzione modulatoria di cui si conosce ancora poco, virtualmente implicato in ogni funzione psicofisica umana. I deficit più frequentemente riscontrati negli utilizzatori di questa droga riguardano le capacità di memoria dichiarativa e prospettica, ma anche difficoltà nel ragionamento in generale e, dagli studi di neuroimmagine, sono risultate minori quantità di recettori per la serotonina nell’ippocampo, nella corteccia parietale e nella corteccia prefrontale, anche dopo giorni di astinenza. L’autore della rassegna ha trovato che, anche nei consumatori occasionali, si evidenziano compromissioni cognitive importanti: da alcuni studi sono emersi punteggi più bassi ai test d’intelligenza ed una generale riduzione nell’attività cerebrale durante le performance neurocognitive. Inoltre, i deficit presenti nei consumatori abituali come in chi ne fa uso sporadico, possono riguardare anche il sonno, l’umore, le abilità psicomotorie, l’attività ormonale, la salute psichiatrica in generale e l’instaurarsi della dipendenza, e sono spesso associati agli anni di uso di ecstasy. Dall’analisi della letteratura sono anche emersi dati su un caso in cui perfino dopo 7 anni di astinenza, il profilo neurocognitivo continuava ad essere simile a quello degli utilizzatori cronici ed i disturbi psicofisici non erano tornati alla normalità.
Secondo Parrott, autore della rassegna, questi deficit presentano molte implicazioni pratiche, dal momento che la maggior parte delle occupazioni umane richiede attive capacità di memoria, di pianificazione ed organizzazione e, anche negli utilizzatori di MDMA in astinenza, sono state riscontrate serie difficoltà in simulazioni di lavoro di ufficio, in molte altre tipologie di lavoro, nella guida e nelle attività di tutti i giorni.
Redattore: Staff Dronet
Indirizzo: www.dronet.org
Email: info@dronet.org
 

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