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12-03-2013 HIV e difficoltà nel riconoscimento delle emozioni
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Fonte: BMC Psychology
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Titolo originale e autori: Baldonero E, Ciccarelli N, Fabbiani M et al. Evaluation of emotion processing in HIV-infected patients and correlation with cognitive performance-BMC Psychology 2013, 1:3. |
Il virus dell’AIDS compromette la capacità delle persone con HIV di riconoscere le emozioni sul volto degli altri, soprattutto la paura e la felicità. Questo è ciò che è emerso da uno studio condotto all’Università Cattolica di Roma e pubblicato recentemente sulla rivista BMC Psychology.
L’aspettativa di vita delle persone con HIV/AIDS è notevolmente aumentata negli ultimi anni grazie alle nuove terapie antiretrovirali, con la conseguente necessità di affrontare alcuni aspetti che riguardano la loro qualità di vita. Il riconoscimento delle emozioni altrui è un’importante capacità umana in quanto consente di provare empatia, ovvero mettersi nei panni degli altri e comprenderne i sentimenti.
I ricercatori hanno confrontato un gruppo di 49 pazienti sieropositivi con un gruppo di 20 soggetti sani di controllo. E’ stato utilizzato il test di Ekman che valuta la capacità di riconoscere le emozioni di base (disgusto, rabbia, paura, felicità, sorpresa, tristezza), e inoltre, è stato valutato lo stato cognitivo generale dei pazienti.
Gli scienziati hanno osservato che i pazienti sieropositivi avevano difficoltà a riconoscere la paura sul volto altrui. Inoltre quelli che erano cognitivamente più compromessi, presentavano una difficoltà selettiva nel riconoscimento della felicità.
La causa di questa alterazione non è chiara ma il virus sembra compromettere il corretto funzionamento delle reti cerebrali, corticali e subcorticali, coinvolte nel riconoscimento delle emozioni che provano gli altri guardandone il viso.
Ad oggi non è ancora noto se la compromissione dell’emotività, come pure le alterazioni neurocognitive già note (lievi deficit di memoria e attenzione), possano evolvere in forma più evidente di disturbo. Gli autori invitano quindi la comunità scientifica a monitorare nei soggetti HIV-positivi anche gli aspetti neurocognitivi, compresi quelli più propriamente emozionali. A livello individuale, questa valutazione potrebbe aiutare nella gestione clinica a lungo termine del paziente.
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Redattore: Staff Dronet
Indirizzo: www.dronet.org
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