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25-10-2012 Cocaina: identificati i meccanismi cerebrali che regolano la ricerca
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Fonte: Annual meeting of the Society for Neuroscience
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Titolo originale e autori: J M Otis, D Mueller Cocaine searching behavior Annual meeting of the Society for Neuroscience 2012- |
Mueller e colleghi della University of Wisconsin-Milwaukee hanno identificato i meccanismi cerebrali responsabili della regolazione del comportamento di ricerca della cocaina, fornendo una strada per lo sviluppo di potenziali farmaci in grado di ridurre notevolmente l'alto tasso di ricadute nella dipendenza da questa droga.
La ricerca ha rivelato che la stimolazione di certi recettori cerebrali favorisce l'inibizione dei ricordi associati alla cocaina, aiutando i tossicodipendenti a smettere con il consumo di droga. Questa inibizione si ottiene attraverso il rafforzamento di un processo chiamato "estinzione dell'apprendimento", in cui vengono sostituiti i ricordi associati alla cocaina con associazioni che non hanno una "ricompensa" di droga. Esponendo per molte volte i soggetti agli stimoli associati alla droga ma senza la sostanza si verifica l’estinzione dell'apprendimento dell'associazione stimolo-droga e ciò riduce il comportamento di ricerca della cocaina nei ratti.
Nello studio, i ricercatori hanno condizionato i ratti ad associare un luogo con la cocaina ed un altro all’assenza della sostanza. Successivamente, entrambe le stanze sono state private della cocaina, ma nonostante questo, i ratti continuavano a trascorrere molto più tempo nella stanza precedentemente associata alla droga. Tuttavia, nel corso di varie sessioni di test senza droga, i ratti tossicodipendenti hanno perso la loro preferenza per il luogo, proprio attraverso un processo di estinzione dell’apprendimento.
I ricercatori hanno trovato che una specifica variante dei recettori NMDA (ovvero quelli che contengono la sub unità NR2B), è fondamentale per l'estinzione dell’apprendimento. Inoltre, hanno scoperto che farmaci noti per aumentare l’attività di NR2B hanno rafforzato l’estinzione in quanto agiscono in una regione del cervello che regola i comportamenti appresi.
Nell’esperimento, i ricercatori hanno somministrato ai ratti una sostanza che blocca i recettori NMDA-NR2B (l’ifenprodil), immediatamente dopo un test di estinzione ed hanno osservato che gli animali continuavano a trascorrere più tempo nella stanza associata alla cocaina anche in assenza della droga, mentre i ratti trattati con soluzione salina no.
I risultati suggeriscono che un aumento dell’attività di questi recettori potrebbe fornire un potenziale terapeutico per il trattamento della dipendenza da cocaina e anche se attualmente non esistono farmaci per potenziare NR2B, gli autori, propongono altri percorsi molecolari indiretti di attivazione. Combinare questo approccio farmacologico con la terapia di esposizione potrebbe essere un trattamento efficace per l’abuso di cocaina, riducendo il desiderio per la sostanza e la possibilità di ricadute.
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Redattore: Staff Dronet
Indirizzo: Programma Regionale sulle Dipendenze
Email: info@dronet.org
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