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03-09-2012 Gambling, nuove evidenze indicano una scarsa capacità di evitare i danni da gioco
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Fonte: Addiction
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Titolo originale e autori: Brunborg G.S., Johnsen B.H., Mentzoni R.A. et al.; Diminished aversive classical conditioning in pathological gamblers.-Addiction Volume 107, Issue 9, pages 1660–1666, September 2012 |
Il gioco d’azzardo patologico rappresenta un disturbo del controllo degli impulsi a cui sono associate scarsa capacità decisionale e una generale compromissione dei processi cerebrali di ricompensa e di punizione (come definito dal Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi mentali - DSM IV TR). All’origine del gioco d’azzardo patologico è stata riconosciuta l’importanza del condizionamento classico avversivo, ovvero quel meccanismo psicologico che, in automatico, ci porta ad evitare qualsiasi stimolo o situazione precedentemente neutra, se questa è accompagnata spesso da uno stimolo negativo. Così le emozioni negative indotte dalle cospicue perdite dovrebbero innescare un tipo di apprendimento avversivo ed aiutare a evitare il coinvolgimento in situazioni di gioco d’azzardo. Secondo un nuovo studio norvegese appena pubblicato sulla rivista Addiction, questo meccanismo protettivo potrebbe non essere perfettamente funzionante nei giocatori che continuano invece a rischiare. I ricercatori hanno sottoposto 20 giocatori patologici e 20 soggetti di controllo ad un paradigma di condizionamento avversivo classico che consisteva in alcune fasi distinte. Nella prima fase di abituazione, venivano presentati in ordine casuale 2 stimoli uditivi di diversa frequenza. Nella successiva fase di acquisizione uno dei due toni veniva sistematicamente seguito da una fastidiosa scarica di rumore ad alta intensità (stimolo avversivo). Ai partecipanti veniva poi misurato l'intervallo temporale che intercorreva tra un battito cardiaco e il successivo registrati con l’elettrocardiogramma, all’estinzione del tono acustico. Dopo aver analizzato i dati per variabili quali la severità della ludopatia, l’uso concomitante di alcol e tabacco ed i punteggi a test di ansia e depressione, i ricercatori hanno riscontrato che i giocatori d’azzardo patologici non mostravano condizionamento classico avversivo, a differenza dei soggetti di controllo. Nel loro cervello cioè non si attivava il meccanismo di allarme in seguito al suono che preannunciava lo stimolo avversivo. Secondo i ricercatori questi dati suggeriscono che i giocatori d’azzardo hanno minori capacità di formare associazioni tra eventi avversi e gli stimoli che predicono questi eventi. Anche a causa di questo motivo faticano a non lasciarsi coinvolgere in situazioni di gioco nonostante i sentimenti negativi associati alle perdite già sperimentate.
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Redattore: Staff Dronet
Indirizzo: Programma Regionale sulle Dipendenze
Email: info@dronet.org
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