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03-05-2012
“Sali da bagno”, una revisione scientifica
Fonte: Western Journal of Emergency Medicine
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Titolo originale e autori: Bath Salts: The Ivory Wave of Trouble, Western Journal of Emergency Medicine, 13 (1)-Travis O D, Benjamin S, Stellpflug, S J


Si chiamano Mefedrone e MDPV, sono derivati sintetici dello stesso catinone (beta-keto-fenetilamina) e provocano effetti simili alle amfetamine. Molto diffusi negli ambienti giovanili – secondo un sondaggio britannico del 2010, nell’arco di un mese, ne farebbero uso il 33,6% dei frequentatori abituali di discoteche - il mefedrone e l’MDPV sono più conosciuti come “sali da bagno”, ma la loro tossicità e il numero di decessi che hanno già provocato desta sempre più preoccupazione negli ambienti scientifici così come nella popolazione.
La revisione pubblicata sulla rivista Western Journal of Emergency Medicine, dedicata ai prodotti di origine sintetica commercializzati attraverso Internet o smart shops come “sali da bagno”, descrive le modalità di consumo di queste sostanze, che generalmente vengono inalate o fumate (più raramente iniettate) e gli effetti che provocano, quali euforia, stimolazione sessuale, sensazione di energia. Gli effetti collaterali però spesso sono devastanti: ansia, dolore toracico, aritmia, compulsività. E, nonostante la scarsa disponibilità di dati, la cui raccolta è iniziata solo a partire dal 2010, i centri antiveleno degli Stati Uniti registrano, per il solo 2010, 302 chiamate riguardanti intossicazioni da sali da bagno, chiamate che hanno raggiunto le oltre 5.000 nel corso del 2011.
I ricercatori spiegano nell’articolo che, un antidoto vero e proprio per l’intossicazione da mefedrone e analoghi non esiste ancora, e che solo pochi laboratori tossicologici sono in gradi di rilevare la presenza di tale sostanza nel sangue. I dati epidemiologici, sembrano supportare l’ipotesi di un crescente numero di casi di intossicazione correlato dalla diffusione negli USA di queste cosiddette “designer drug”. Secondo gli studiosi infine i problemi persistono anche nei paesi in cui tali sostanze sono state dichiarate illegali ed è necessario che i medici di pronto soccorso considerino con la dovuta attenzione questo problema per un intervento di emergenza specifico.
Anche l’Italia non è stata immune alla diffusione dei catinoni sintetici con 4 intossicazioni acute registrate dal Sistema Nazionale di Allerta Precoce del Dipartimento Politiche Antidroga a partire dal 2010, casi che hanno condotto alla inclusione di numerosi derivati di tipo catinonico nella lista delle sostanze stupefacenti al fine di contrastarne la diffusione nel nostro Paese.

Redattore: Staff Dronet
Indirizzo: Programma Regionale sulle Dipendenze
Email: info@dronet.org
 

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