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06-03-2012
Esposizione prenatale all'ecstasy: evidenze dei danni sul neonato
Fonte: Neurotoxicology and Teratology
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Titolo originale e autori: Neurobehavioral outcomes of infants exposed to MDMA (Ecstasy) and other recreational drugs during pregnancy. Neurotoxicology and Teratology. Available online 3 March 2012.-Singer LT, Moore DG, Fulton S, etAl


Esaminare gli effetti neurocomportamentali dei neonati esposti in fase prenatale al consumo di ecstasy da parte delle madri durante la gravidanza. Questo l’intento dello studio realizzato dalla Case Western Reserve University di Cleveland, Ohio (USA), pubblicato sulla rivista Neurotoxicology and Teratology.
Lo studio mostrerebbe l’impatto negativo della metamfetamina MDMA (la 3,4-metilendiossimimetamfetamina, nome chimico dell’ecstasy) sul corretto sviluppo del feto influenzando il sesso del nascituro e provocando ritardi nello sviluppo. Studi pre-clinici realizzati sugli animali avevano permesso di scoprire che l’assunzione di ecstasy durante la gravidanza comporterebbe tremori nel nascituro e difficoltà di lungo termine nell’apprendimento e nelle capacità mnemoniche. Questa ricerca è la prima su specie umana che identifica in maniera prospettica il consumo di MDMA nelle partorienti e che documenta gli effetti sul nascituro. Sono stati reclutati, nel complesso, 96 soggetti tra madri e figli. Le donne sono state intervistate circa le proprie abitudini di consumo prima e durante la gravidanza e i neonati sono stati seguiti rispettivamente dopo 1 mese e dopo 4 mesi dalla nascita analizzando il comportamento, lo sviluppo motorio e cognitivo attraverso l’utilizzo di scale internazionali di riferimento.
La maggior parte delle donne intervistate aveva assunto diverse droghe, oltre all’ecstasy, sia prima che durante la gravidanza. La rilevazione dei dati perciò è stata fatta differenziando le poliassuntrici da coloro che avevano assunto solo ecstasy durante la gravidanza e valutando i fattori confondenti. I risultati hanno evidenziato che l’uso di ecstasy in gravidanza sembrava influire sul sesso del nascituro che risultava essere maschio nella maggior parte dei casi e che lo stato di salute dei neonati ad 1 e a 4 mesi di distanza dalla nascita, mostrava effetti neurochimici che sembrano colpire la corretta funzionalità motoria dei bambini causando una minor qualità dei movimenti coordinati e un apprendimento rallentato all’età di 4 mesi. Infine, il consumo di MDMA da parte delle future mamme comportava conseguenze negative non solo per il figlio, ma anche per loro stesse, a livello sociale, con problemi di salute e di lavoro rispetto alle donne che non avevano fatto uso di droghe.

Redattore: Staff Dronet
Indirizzo: Programma Regionale sulle Dipendenze
Email: info@dronet.org
 

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