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16-06-2011
Studio sul ratto evidenzia gli effetti sul cervello dei cannabinoidi sintetici
Fonte: Forensic Science International
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Titolo originale e autori: Uchiyama N et al. Effects of synthetic cannabinoids on electroencephalogram power spectra in rats. -Forensic Sci Int. 2011 Jun 1. [Epub ahead of print].


Pubblicato dalla rivista Forensic Science International uno studio giapponese che evidenzia gli effetti di alcuni cannabinoidi sintetici sull’elettroencefalogramma di ratti.
I cannabinoidi sintetici sono molecole prodotte in laboratorio e sono stati identificati all’interno di miscele di erbe vendute come prodotti non per uso umano ma promozionati come alternativa alla cannabis e da assumere per via inalatoria (fumo). Il fenomeno noto come diffusione di “herbal blend” o prodotti di tipo Spice è comparso sulla scena delle droghe sia in Italia che all’estero negli ultimi 2 anni. In circolazione sono presenti numerosissimi cannabinoidi sintetici alcuni dei quali sono stati correlati a casi di tossicità acuta negli assuntori, ma in letteratura scientifica sono ancora scarsi gli studi sulla loro tossicità. Precedenti studi indicavano che il THC, principio attivo psicotropo presente nella pianta di cannabis, era in grado di produrre alterazioni dell’elettroencefalogramma (EEG) di ratti a cui era stata somministrata la sostanza, così Uchiyama e collaboratori del National Institute of Health Sciences di Tokio in Giappone, hanno voluto verificare se alcuni cannabinoidi di natura sintetica producessero effetti analoghi. Negli esperimenti i ricercatori hanno somministrato per via intraperitoneale tre molecole diverse, il cannabicicloesanolo (CCH), il CP-47,497 e il JWH-018 a ratti che sono stati poi sottoposti ad analisi dell’EEG e ad un test dell’attività locomotoria, confrontando infine i risultati con quanto osservato nel caso di somministrazione di THC.
I risultati hanno evidenziato che i tre composti erano in grado di produrre una variazione significativa dell’attività elettrica misurata con l’EEG, in diversi range di frequenza, nell’arco delle prime tre ore dalla somministrazione, variazione che risultava essere superiore e di più lunga durata rispetto a quella prodotta dal THC. Per quanto riguarda l’attività locomotoria, il THC produceva una diminuzione dell’attività per circa 3,5 ore dalla somministrazione, diminuzione che si è manifestata per tempi molto più lunghi nel caso delle tre molecole, con 11,5 ore per il CCH, 11 ore per il CP-47,497 e 4,5 per il JWH-018.
I dati evidenziavano dunque una differenziazione tra l’effetto farmacologico di questi tre cannabinoidi sintetici rispetto al THC e secondo gli autori, gli effetti superiori riscontrati sembrano essere in linea con i valori di affinità per il recettore cannabinoide CB1 (espresso come Ki) riportati in letteratura per le molecole i quali indicano, effettivamente, delle potenze superiori al THC dalle 4 alle 10 volte.
Redattore: Staff Dronet
Indirizzo: Programma Regionale sulle Dipendenze
Email: info@dronet.org
 

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