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05-05-2011
Genitori, bere insieme ai figli non è educativo
Fonte: Journal of Studies on Alcohol and Drugs
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Titolo originale e autori: McMorris BJ, Catalano RF, Kim JM, Toumbourou JW, Hemphill SA. Influence of Family Factors and Supervised Alcohol Use on Adolescent Alcohol Use and Harms: Similarities Between Youth in Different Alcohol Policy Contexts. -J. Stud. Alcohol Drugs, 72, 418-428, 2011.


Bere insieme ai figli adolescenti allo scopo di supervisionarne il comportamento nei confronti dell’alcol è considerato da alcuni un metodo per prevenire il rischio del bere eccessivo dei giovani al di fuori del contesto familiare.
Niente di più errato secondo quanto emerge da un recente studio pubblicato sulla rivista Journal of Studies on Alcohol and Drugs. Barbara J. McMorris della University of Washington negli USA e collaboratori hanno esaminato le ipotesi alla base delle politiche di “minimizzazione del danno” e quelle della “tolleranza zero” in concomitanza con la valutazione di fattori familiari, allo scopo di comprendere quali effetti, la scelta di una pratica o dell’altra, producano nei giovani.
La minimizzazione del danno incoraggiata in alcuni paesi, suggerisce che la sperimentazione dell’uso di alcol costituisce una parte del normale sviluppo degli adolescenti e che i genitori dovrebbero supervisionare i figli al fine di incoraggiare un comportamento di bere responsabile. In contrapposizione, in altri paesi si punta sulla “tolleranza zero” per prevenire comportamenti di bere a rischio. I ricercatori hanno così analizzato l’impatto di fattori familiari sull’uso precoce e l’uso pericoloso di alcol in adolescenti delle città di Victoria in Australia e di Washington State negli Stati Uniti, comunità dove vengono promosse rispettivamente la minimizzazione del danno e la tolleranza zero. I dati per l’analisi sono stati basati su una coorte di 1945 studenti di 13 anni e i rispettivi genitori, che hanno partecipato ad un questionario somministrato per tre anni consecutivi tra il 2002 e il 2004. I risultati hanno mostrato un livello di uso pericoloso dell’alcol più elevato nei giovani che avevano sperimentato il bere in contesti familiari supervisionati dagli adulti, rispetto alle famiglie dove non era concesso l’uso di alcol con minori.
Le evidenze del presente studio, in accordo anche con altri studi precedenti, forniscono dunque un supporto debole al fatto che la supervisione dei genitori possa costituire un fattore protettivo del futuro comportamento d’uso di alcol dei figli, in quanto, proprio alla luce dei risultati sembrerebbe che il bere sotto l’occhio vigile degli adulti non inibisca l’uso e l’abuso di alcol.
I ricercatori suggeriscono dunque che le campagne di prevenzione non dovrebbero incoraggiare i genitori a bere insieme ai figli né fornire opportunità di supervisione dell’uso, promuovendo quindi il comportamento del “non bere” se vogliono ridurre l’uso pericoloso di alcol negli adolescenti.
Redattore: Staff Dronet
Indirizzo: Programma Regionale sulle Dipendenze
Email: info@dronet.org
 

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