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29-04-2011
Nuove ricerche evidenziano gli effetti dell'ecstasy sul cervello
Fonte: Neuropsychopharmacology
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Titolo originale e autori: Bauernfeind AL, Dietrich MS, Blackford JU, Charboneau EJ, Lillevig JG, Cannistraci CJ, Woodward ND, Cao A, Watkins T, Di Iorio CR, Cascio C, Salomon RM, Cowan RL. -Human Ecstasy Use is Associated with Increased Cortical Excitability: An fMRI Study. Neuropsychophar


Gli effetti stimolanti e allucinogenici prodotti dall'uso di ecstasy (MDMA, 3,4-metilendiossimetamfetamina), rendono questa droga sintetica una delle più diffuse tra i giovani in ambito ricreazionale, nonostante i danni che possono derivare dalla sua assunzione.
L’azione dell’ecstasy viene esercitata attraverso una stimolazione dei neurotrasmettitori serotonina, dopamina e norepinefrina, con un effetto di neurotossicità serotoninergica anche di lunga durata e comparsa di disturbi di tipo neurocognitivo e neuropsichiatrico negli assuntori. Un'evidenza delle alterazioni che si manifestano a livello cerebrale sono sottolineate da una recente ricerca pubblicata sulla rivista Neuropsychopharmacology, nella quale vengono riportati i risultati della stimolazione visiva prodotta dalla proiezione di immagini e la concomitante analisi in risonanza magnetica (RM) che permette proprio di “fotografare” cosa avviene nel cervello dei consumatori di ecstasy. La scelta della stimolazione visiva deriva da diverse evidenze secondo sui l’ecstasy interferirebbe con questo sistema, tra cui anche il noto effetto di distorsione delle immagini prodotto da questa droga.
Il dottor Cowan della Vanderbilt University Medical Center di Nashville negli Stati Uniti e collaboratori, usando la RM per immagini ad alto campo (3 Tesla) hanno analizzato alcune aree del cervello di 20 soggetti astinenti da lungo tempo da MDMA e un gruppo di controllo costituito da 20 soggetti non consumatori di MDMA, registrando le immagini del cervello durante la presentazione di stimoli visivi luminosi. I risultati hanno evidenziato un aumento dell’eccitabilità corticale duratura nel tempo negli assuntori di ecstasy, probabilmente dovuto ad una perdita di imput serotoninergico nelle regioni corticali e subcorticali. Questa ipereccitabilità potrebbe inoltre costituire un biomarcatore della neurotossicità serotoninergica indotta dall’ecstasy.
I risultati suggeriscono che l’uso ricreazionale di ecstasy porta ad alterazioni croniche nella neurofisiologia dei sistemi visivi e visto l’elevato numero di consumatori di ecstasy nel mondo, i ricercatori concludono sostenendo l’importanza di effettuare studi prospettici di grandi dimensioni al fine di determinare se gli effetti associati all’uso di questa sostanza rimangono stabili, aumentano o peggiorano nel tempo.
Redattore: Staff Dronet
Indirizzo: Programma Regionale sulle Dipendenze
Email: info@dronet.org
 

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