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29-11-2010
Nicotina e connessioni neuronali: novità dalla ricerca
Fonte: The EMBO Journal
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Titolo originale e autori: Ryanodine receptor-2 upregulation and nicotine-mediated plasticity-Ziviani et al. - The EMBO Journal advance online publication 26 November 2010

Scienziati dalla Germania, Regno Unito ed Italia hanno identificato un meccanismo che porta ad un aumento delle concentrazioni di calcio nelle cellule nervose e gioca un ruolo cruciale nella formazione della memoria e nei comportamenti legati alle dipendenze.
L’apprendimento e la memoria si basano sulla creazione di nuove connessioni tra i neuroni nel cervello ed è stato osservato che, anche comportamenti come la dipendenza da nicotina, comportano delle variazioni a lungo termine delle connettività neuronali. Un team guidato da Pierluigi Nicotera, direttore scientifico del German Center for Neurodegenerative Diseases (DZNE) in collaborazione con i laboratori MRC nel Regno Unito e dell’Università di Modena, hanno scoperto un interruttore molecolare che gioca un ruolo cruciale nel processo di formazione della memoria e dei comportamenti correlati alle dipendenze.
La trasmissione neuronale è dovuta al passaggio da una cellula nervosa all’altra, di particolari melecole chimiche chiamate neurotrasmettitori, il cui passaggio è il primo requisito richiesto per ogni processo di apprendimento che avviene nel cervello. Ogni interferenza con questo processo comporta una sequenza di eventi che hanno come risultato finale un cambiamento delle connettività neuronali e un consolidamento più o meno marcato, della memoria. La formazione di nuove connessioni nel cervello, viene indicata come plasticità neuronale e coinvolge gli ioni calcio. La nicotina, per esempio, può comportare proprio un riarrangiamento delle connessioni nel cervello attraverso un aumento degli ioni calcio a livello delle interconnessioni neuronali, chiamate sinapsi.
Nello studio, pubblicato dalla rivista EMBO, i ricercatori hanno somministrato nicotina a dei topi ed hanno osservato l’induzione dell’espressione di un gene che decodifica una proteina recettoriale, la ryanodine di tipo 2 (RyR2): questa proteina è coinvolta proprio nel rilascio del calcio dai depositi intracellulari.
I recettori RyR2 sono espressi in diverse aree del cervello associate ai processi cognitivi e all’addiction, quali ad esempio, la corteccia, suggerendo che l’induzione di questi recettori gioca un ruolo cruciale in questi processi.
I risultati, concludono i ricercatori, possono aiutare a stabilire nuove strategie terapeutiche per prevenire la perdita di memoria o il trattamento delle dipendenze.
Redattore: Staff Dronet
Indirizzo: Programma Regionale sulle Dipendenze
Email: info@dronet.org
 

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