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21-03-2002
SCONFIGGERE L'AIDS IN AFRICA
Fonte: LE SCIENZE
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Robert Gallo e Luc Montagnier chiudono la polemica su chi sia stato il primo ad isolare l’HIV. Due dei più grandi pionieri della lotta all’AIDS, Robert Gallo e Luc Montagnier, si sono stretti la mano a Roma lunedì 18 marzo, chiudendo così la polemica aperta nel 1984 su chi fosse il primo ad aver isolato l’HIV. L’occasione è arrivata da un convegno organizzato da Vittorio Colizzi, patologo dell’Università degli studi di Roma “Tor Vergata”, nel quale si è parlato di un progetto per sconfiggere la trasmissione dell’HIV per via verticale, cioè da madre a figlio. Cuore del progetto è il vaccino che stanno cercando di mettere a punto lo stesso Colizzi con i ricercatori dell’Istituto Spallanzani di Roma, quelli dell’Institute of Human Virology dell’Università del Maryland a Baltimora di Baltimora diretto da Gallo e il sostegno della Fondazione mondiale dell’UNESCO per la ricerca e la prevenzione dell’AIDS presieduta da Montagnier. Il vaccino vuole bloccare la trasmissione del virus dalla madre al bambino che avviene attraverso il latte materno. L’obiettivo di lungo periodo (dai cinque ai dieci anni) prevede la realizzazione di un vaccino che possa essere usato sui piccoli nel primo anno di vita. “La grande novità del nostro approccio – spiega Colizzi – è che si tratta del primo vaccino specificatamente progettato per combattere la variante del virus presente in Africa e che terremo conto anche del genotipo delle popolazioni locali. Per esempio studieremo le cellule staminali del cordone ombelicale dei piccoli per valutare l’impatto del virus. Purtroppo il problema dell’infezione da madre a figlio, assente in Italia, colpisce circa 600 mila bambini in Africa”. Per questo è stato costruito ad Abidjan, capitale della Costa d’Avorio, un laboratorio che è costato circa 500 mila dollari, mentre altri 250 mila dollari l’anno sono necessari per la sua gestione. I fondi provengono da vari governi africani e da finanziatori privati, mentre l’UNESCO mette a disposizione uffici e segretariato. Accanto a Colizzi, che comunque non sarà impegnato a tempo pieno in Africa, lavoreranno altre due ricercatrici italiane, Giulia Cappelli e Cristiana Cairo, e altri 20 ricercatori locali.
Redattore: Staff Dronet
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