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25-02-2010
Test antidroga nei lavoratori: una review sulla cannabis analizza i risultati degli ultimi 20 anni
Fonte: Addiction
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Negli USA, circa l’80% delle aziende più grandi (quelle citate dalla rivista economica Fortune come top Fortune1000) prevedono al loro interno un programma di screening sulle droghe, in quanto la politica nazionale è quella di infondere una cultura libera dalle droghe. L’introduzione dei “drug test” in Canada ed in Europa invece, ha come obiettivo principale quello di individuare i lavoratori che utilizzano droghe al fine di ridurre i rischi associati, nell’ambiente di lavoro.
Un gruppo di ricerca guidato da Scott Macdonald del Centro per le ricerche sull’addiction dell’Università di Victoria in Canada, si è occupato di analizzare i dati della letteratura degli ultimi 20 anni attraverso una ricerca su diversi database, relativi a cannabis e ambienti di lavoro. Gli autori dello studio, recentemente pubblicato sulla rivista Addiction, si propongono di rispondere ad alcune domande relative agli effetti della cannabis sulle performance dei lavoratori e sull’aumento o meno dei rischi ed incidenti sul posto di lavoro. In ultimo, di verificare se l’introduzione dei test antidroga sia effettivamente un deterrente all’uso e quanto questo si rifletta o meno sul numero di incidenti sul lavoro.
Gli autori hanno analizzato gli studi pubblicati ed hanno categorizzato i risultati ponendo particolare attenzione alle metodologie descritte e ai possibili errori sistematici che potrebbero aver condotto a conclusioni scorrette.
Tra i dati analizzati emerge una effettiva capacità della cannabis di influenzare negativamente le performance lavorative, con effetti massimi tra le 2 e le 4 ore dall’uso, effetti che si manifestano anche in termini di peggioramento delle funzioni cognitive nei casi di consumatori abituali e da lungo tempo. Inoltre sembra che l’introduzione dei test antidroga negli ambienti di lavoro riduca effettivamente le positività alla cannabis. Il dato più discusso è invece quello sull’uso del test delle urine: la sensibilità di questo test non è tale da fornire risultati che permettano di valutare in modo significativo l’impatto sul numero di incidenti sul lavoro cannabis-correlati. Gli autori concludono che per misurare effettivamente l’esposizione al componente attivo della cannabis (il tetraidrocannabinolo) e gli effetti sulle performance lavorative, il test raccomandato è quello del sangue, in particolar modo quando si tratta di valutare soggetti con mansioni particolarmente rischiose.
Redattore: Staff Dronet
Indirizzo: Programma Regionale sulle Dipendenze
Email: info@dronet.org
 

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