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09-09-2009
Indagine 2009 delle Nazioni Unite: calo della produzione di oppio in Afghanistan
Fonte: UNODC
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Il 2 settembre scorso e’ stato presentato a Kabul l'indagine 2009 sull’Oppio in Afghanistan, pubblicata dall’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (UNODC). In questo documento viene confermato il consistente calo della produzione afghana di oppio. Il documento raccoglie i dati relativi al periodo maggio 2008 - giugno 2009 sulle coltivazioni in Afghanistan, mettendo in risalto come le piantagioni di oppio siano diminuite del 22%, la produzione di oppio del 10% e i prezzi dell’oppio calati tanto da essere rilevati come tra i più bassi dell’ultimo decennio.
Un risultato importante è stato osservato in una delle aree più instabili dell’Afghanistan, la provincia di Helmand. In questa zona, infatti, le coltivazioni illecite, tra le più numerose del paese, sono diminuite di un terzo, grazie al successo di una solida campagna antinarcotici promossa delle forze di sicurezza e dall’introduzione delle cosiddette “food zone”, aree specificatamente dedicate alla produzione di coltivazioni lecite.
Tuttavia, il documento evidenzia anche che, a fronte di una diminuzione del numero di coltivazioni illecite, la produzione di oppio risulta diminuita solo del 10%. Questa discrepanza sembra dovuta a condizioni ambientali e atmosferiche particolarmente favorevoli alla crescita delle coltivazioni. Ciò ha portato, rispetto al 2008, ad un incremento del 15% di oppio estratto per bulbo, con una produzione di 56 Kg per ettaro di coltivazione, che risulta cinque volte superiore rispetto alla produzione di oppio da papaveri che crescono in regioni asiatiche sud orientali (10Kg/ettaro).
Nel mercato globale, la domanda di oppio e’ comunque rimasta stabile a circa 5000 tonnellate all’anno e nonostante il surplus di oppio prodotto in Afganistan, i prezzi del mercato sono calati ma non precipitati, come ci si sarebbe aspetti. L’ipotesi lanciata dal direttore esecutivo dell’UNODC, Antonio Maria Costa, nel rapporto annuale, sostiene che parte della produzione in eccesso venga in qualche modo sottratta e stoccata tanto da costituire un pericoloso potenziale per gli scenari futuri. Pertanto, il direttore sottolinea la necessità di intervenire nell’identificazione dei luoghi dove queste riserve vengono detenute e delle persone che le gestiscono. Nonostante gli ultimi risultati incoraggianti, il mercato dell’oppio in Afghanistan continua quindi ad essere un pericolo per la popolazione, in quanto legato a fenomeni di criminalità e terrorismo. Di conseguenza, risulta importante, secondo il direttore Costa, aumentare gli sforzi per contrastare i fenomeni legati al narcotraffico anche attuando politiche di cooperazione interregionale.
NOTE: UNODC, Indagine 2009 Oppio in Afghanistan
Redattore: Staff Dronet
Indirizzo: Programma Regionale sulle Dipendenze
Email: info@dronet.org
 

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