E' la prima rassegna nel suo genere ed è stata elaborata a partire da più di 1700 studi, condotti negli ultimi 40 anni, sulla pericolosità e sugli effetti collaterali dell'uso "terapeutico" di cannabis e cannabinoidi nel mondo. Il crescente interesse in merito all’uso “terapeutico” di farmaci a base di sostanze cannabinoidi solleva numerosi interrogativi in merito alla sicurezza degli stessi e ai possibili effetti collaterali. Mentre gli effetti nocivi derivanti dall’uso ricreazionale di cannabis sono stati ampiamente descritti, non vi è ancora ampia disponibilità di informazioni in merito agli effetti collaterali procurati dall’uso “terapeutico” di cannabinoidi. Le revisioni sistematiche sugli effetti derivanti dall’uso di cannabis hanno permesso di stabilire che questa sostanza rappresenta un fattore di rischio per psicosi, cancro e deficit neurocognitivi (vedi nostre news precedenti). Al fine di disporre di una raccolta sistematica di dati sugli effetti avversi osservati per l’uso terapeutico di cannabis, Wang Tongton del Canadian Institutes of Health Research ha condotto una revisione degli studi pubblicati negli ultimi 40 anni sui farmaci a base di cannabinoidi. Gli approcci metodologici adottati per valutare la sicurezza degli agenti terapeutici sono molteplici, compresi gli studi clinici randomizzati controllati, gli studi osservazionali e gli studi di farmacovigilanza. L’analisi si è focalizzata su 31 indagini, 23 studi clinici randomizzati controllati e 8 studi osservazionali, selezionati tra 321 ricerche che possedevano idonei requisiti ma che si riferivano all’uso ricreazionale di cannabis. Sono stati individuati un totale di 8371 effetti collaterali, riferiti dai partecipanti sottoposti ai trattamenti “terapeutici” con cannabinoidi. Tuttavia secondo Wang, coordinatore dello studio, alcune indagini cliniche non fornivano informazioni in merito alla sicurezza dei farmaci testati, oppure mancavano di accuratezza nella descrizione degli effetti collaterali riscontrati. I disturbi più frequentemente descritti coinvolgono il sistema nervoso, i reni e le vie urinarie, il metabolismo e l’alimentazione, il sistema respiratorio, linfatico, cardiovascolare, oltre a disturbi mentali e psichici. Gli studi analizzati rivelano che l’uso a breve termine di farmaci cannabinoidi aumenterebbe il rischio di effetti collaterali. Wang evidenzia come il rischio associato a terapie di lungo periodo non è stato ancora sufficientemente indagato dalla ricerca degli ultimi 40 anni, facendo emergere la necessità di condurre ulteriori studi clinici a lungo termine per definire meglio le questioni di sicurezza correlate all’uso “terapeutico” di questi farmaci. |