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07-04-2008
Alcol, tabacco e cannabis possono promuovere disturbi al fegato in pazienti con epatite C cronica
Fonte: Journal of Hepatology
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Circa il 25% dei pazienti con epatite C cronica sviluppa severe conseguenze quali la cirrosi epatica e il carcinoma epatocellulare (il cancro del fegato). Numerosi fattori ambientali e virali contribuiscono a questo tasso variabile di progressione della malattia, ma non tutti sono stati pienamente compresi. Nel numero di aprile 2008 del Journal of Hepatology (Mallat et al., Environmental factors as disease accelerators during chronic hepatitis C. Journal of Hepatology 48(4): 657-665. April 2008) , tre esperti di epatologia hanno passato in rassegna i fattori ambientali connessi con la progressione accelerata di fibrosi del fegato in pazienti con epatite C cronica. Questi fattori sono stati studiati allo scopo di migliorare i risultati clinici, soprattutto per le difficoltà di trattamento di pazienti che tendono a rispondere male alla terapia con interferone.
In anni passati gli autori avevano sottolineato che “moltissimi studi hanno dimostrato che una combinazione tra infezione di HCV ed elevati livelli di abuso di alcol risultano correlati con un’accelerazione nel cancro al fegato” e che “dati più recenti indicano che persino un leggero consumo di alcol può peggiorare la progressione della fibrosi”. Alcuni studi hanno suggerito che il tabagismo può aumentare l'attività istologica nei pazienti cronici con epatite C, quindi promuovere la progressione di fibrosi, anche se questo è stato studiato meno estesamente rispetto alle problematiche legate all'alcol. Uno studio recente ha suggerito che un aumento di fibrosi legato al tabagismo può essere dovuto ai cambiamenti di citochine indotti da bassi livelli di ossigeno. Per concludere, affermano gli autori, l’utilizzo di cannabis sta emergendo sempre più come fattore problematico collegato alla progressione di affezione epatica in pazienti con epatite C cronica. Come precedentemente segnalato, gli studi del co-autore Christophe Hezode hanno dimostrato che fumare normalmente cannabis è un predittore indipendente sia di fibrosi che di grave steasosi nei pazienti malati di HCV. Inoltre gli studi sperimentali hanno indicato che i recettori cannabinoidi CB1 aumentano la fibrogenesi e la steatogenesi epatica con meccanismi distinti, quindi supportano fortemente i risultati epidemiologici.
“In conclusione” affermano gli autori “i pazienti dovrebbero essere informati rispetto agli effetti negativi sul loro fisico dell’uso di alcol e cannabis, e si dovrebbe offrire loro un supporto adeguato per resistere durante il periodo di astinenza.”
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