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25-07-2007 Vareniclina efficace anche su dipendenza alcol: pubblicato su PNAS studio EGCRC - UCSF
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Fonte: PNAS
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La vareniclina, una molecola già commercializzata per il trattamento della dipendenza da tabacco, può funzionare anche nel trattamento dell’alcoldipendenza. Lo dimostra uno studio dell'Ernest Gallo Clinic and Research Center dell’Università della California di San Francisco (EGCRC – UCSF) pubblicato in data odierna su Proceedings of the National Academy of Science (PNAS): "Varenicline, an alfa4beta2 nicotinic acetylcholine receptor partial agonist, selectively decreases ethanol consumption and seeking" (S. Batrlett et al., PNAS Vol.104, no. 103, July 24, 2007). Coordinato da Selena Bartlett, direttore del Preclinical Development Group di EGCRC, lo studio ha rilevato nell’animale una riduzione dell’assunzione di alcol del 50% e una riduzione significativa del craving (forte desiderio di assumere la sostanza durante l’astinenza) anche dopo la sospensione della somministrazione del farmaco. La vareniclina ha anche un vantaggio rispetto al naltrexone, "il più efficace dei tre farmaci attualmente usati nel trattamento dell’alcoldipendenza", cioè quello di avere minori effetti collaterali, quali la diminuzione dell’appetito.
“Vista l’alta correlazione fra alcol e fumo (l’85% di chi è dipendente da alcol, fuma) – fa notare la Bartlett – in futuro i medici potranno prescrivere un unico farmaco per entrambe le patologie”.
Del resto è noto che a livello neurobiologico nicotina e alcol sollecitano gli stessi “circuiti della gratificazione” legandosi al medesimo recettore in un’area profonda del cervello, l’area tegmentale ventrale (VTA): la proteina “implicata” è il recettore cd. nicotinico per l’acetilcolina (nAchR), a cui appunto può legarsi direttamente la nicotina, mentre l’alcol solo indirettamente attraverso un processo di induzione del rilascio di acetilcolina, che attiva infine il recettore; in entrambi i casi, comunque, all’attivazione del recettore segue il rilascio di una quantità di dopamina (cd. “molecola del piacere”).
“Anche la vareniclina – spiega la Bartlett – si lega al recettore nicotinico nAchR, come agonista parziale, prevenendo in tal modo la sua attivazione da parte di alcol e nicotina”
La pubblicazione dello studio era stata anticipata il 9 luglio scorso da una nota stampa UCSF.
Una curiosità: lo studio della molecola di sintesi vareniclina è stato ispirato dagli elementi strutturali di un alcaloide trovato nella pianta Laburnum anagyroides (nella foto) e nel Papaver somniferum.
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