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15-05-2007
ISS: morire meno in Italia si può, grazie a prevenzione; presentato oggi a Roma "Atlante mortalità evitabile"
Fonte: ISS
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Diminuiscono in Italia i decessi per mortalità evitabile, sia tra gli uomini che tra le donne: si passa dagli 83.600 decessi tra gli uomini di età inferiore ai 75 anni nel 1996 a 71.200 nel 2002, con un decremento del 15%; tra le donne si ha un'analoga riduzione (del 16%) che ha portato dalle 42.700 donne decedute per cause evitabili nel 1996 a un valore di 36.000 nel 2002. In sette anni, dunque, sia per le donne che per gli uomini il numero di morti evitabili è sceso in media di uno ogni sei. E' quanto emerge da "ERA - Atlante 2007 Mortalità Evitabile per genere ed USL", il volume presentato all'ISS nel corso di un convegno, frutto di una collaborazione tra ISS, Università Tor Vergata, ISTAT, Ministero Salute e Nebo Ricerche. Nonostante negli ultimi anni la situazione della mortalità evitabile stia costantemente migliorando - dicono all'ISS - ancora nel 2002 (ultimo dato ufficialmente disponibile) oltre 71.000 uomini e 36.000 donne sono morte per cause evitabili, cioè una persona deceduta ogni 5 in quell'anno aveva meno di 75 anni e la sua causa di morte era fra quelle che la letteratura scientifica riconosce come comprimibile con politiche pubbliche adeguate (morti per tumore al polmone attraverso lotta al tabagismo, per tumore al collo dell'utero con diffusione di screening per diagnosi precoce, quelle per infarto attraverso uno spettro di azioni vasto che va dagli interventi sugli stili di vita al miglioramento della diagnostica e della cura, alla tempestività dei soccorsi ecc.). Uomini e donne si differenziano nettamente nella caratterizzazione delle cause di morte contrastabili: gli uomini muoiono soprattutto per tumori maligni dell'apparato respiratorio (circa 16.200 decessi nel 2002) e per malattie ischemiche del cuore (15.600 decessi), seguiti dai decessi per tumore dell'apparato digerente e per incidente (circa 10.000 decessi per ciascuna delle due cause). Diverso il quadro del genere femminile, dove spiccano i "big killer", ovvero i tumori maligni del seno e dell'apparato riproduttivo (con circa 8.000 decessi); altre cause rilevanti i tumori maligni dell'apparato digerente, le malattie ischemiche e cerebrovascolari, responsabili ciascuna di circa 5.000 decessi. Emerge dunque che per entrambi i generi, e soprattutto per gli uomini, sono appropriate le iniziative di prevenzione primaria, mentre per le donne è opportuno estendere le iniziative di screening, quali quelle riguardanti le mammografie e i Pap-test, che, insieme allo screening per il tumore del colon-retto per entrambi i generi, sono contenute nel Piano Nazionale di Prevenzione Attiva approvato con l'accordo Stato-Regioni. La speranza di vita alla nascita è per gli uomini attualmente di circa 77 anni. In assenza di mortalità evitabile, salirebbe a 81.6 anni, con un guadagno di circa 5 anni. Nel caso delle donne, la speranza di vita, in assenza di mortalità evitabile, salirebbe dagli attuali 83 anni a 85.5, con un aumento di circa due anni e mezzo.
Redattore: Staff Dronet
Indirizzo: Osservatorio Regionale sulle Dipendenze Regione Veneto, via Germania 20 37135 Verona
Email: info@dronet.org
 

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