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12-03-2007
Drugs Test nei minori: un problema aperto
Fonte: Interna
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In merito alla discussione sull'utilità in termini preventivi di test “anti-doping” nelle scuole, il direttore dell’ Osservatorio Regionale sulle Dipendenze della Regione Veneto e del Dipartimento delle Dipendenze di Verona, dott. Giovanni Serpelloni, ha dichiarato:

“In linea generale si ritiene che i test antidroga possano essere utili al fine di una sempre maggiore prevenzione, ma se gestiti in modo corretto e per finalità ben precise, che escludano la possibilità di discriminazione. Da anni stiamo sviluppando una serie di studi sulla validità del testing come forma di prevenzione dall’uso di droghe e dalla conseguente possibile dipendenza: siamo oggi convinti che questi strumenti siano validi ai fini della prevenzione soltanto se eseguiti in contesti di counseling e di specializzazione. Il testing non va usato certo come strumento repressivo e contro il volere dell’interessato (consenso informato), ma in un contesto sanitario definito per scoprire se i ragazzi minorenni hanno un problema, se essi possono avere o no un rischio di malattia aumentato."

"Già nel 1996 l'American Society of Pediatrics (AAP) aveva pubblicato un articolo dal titolo "Testing for Drugs of Abuse in Children and Adolescents" prendendo ufficialmente posizione rispetto al problema dei test tossicologici dei liquidi organici su soggetti minorenni: a 10 anni di distanza un secondo articolo ha confermato che i drug test sono realizzati propriamente se il medico e il paziente usano procedure valide, affidabili e la confidenzialità è assicurata"

"Per il nostro gruppo di ricerca non vi è dubbio che la dipendenza da sostanze sia una vera e propria malattia che può colpire soprattutto le fasce giovanili introducendo un aumento considerevole del rischio di mortalità e di invalidità permanente : un buon genitore deve preoccuparsi preventivamente dell’eventuale sviluppo di tutte le possibili malattie nel proprio figlio: questo è eticamente corretto e dovuto. I test antidroga devono entrare nella normale routine di analisi eseguite sulle persone minorenni al pari di tutte le altre indagini strumentali per la loro salute."

"Tenendo conto poi che il primo sintomo di chi si droga è “mentire”, i genitori purtroppo a volte non possono fidarsi più solo delle parole dei propri figli e in questo caso possono servire i test. Vi sono test specifici (su sangue, urine, sudore, saliva) che vanno eseguiti in laboratorio e test “rapidi” che possono essere somministrati anche da medici di medicina generale in un contesto ragionevole e di counseling. Tutto questo deriva da ricerche e studi di matrice anglosassone ma anche dalla nostra osservazione clinica degli ultimi anni sull’uso di droghe scoperto precocemente: personalmente dedico il sabato e la domenica (giorni preferiti da questi “pazienti” particolari) all’ambulatorio per figli minorenni e genitori che scoprono o sospettano questi problemi e che richiedono un elevato livello di privacy. Ho notato che – se gestito nei dovuti modi – questo intervento può funzionare come punto di partenza chiarificatore."

"Se qualcuno pensa che sottoporre a test antidroga e antialcol i propri figli rompa il legame di fiducia tra loro, ciò non corrisponde al vero: lo dico per esperienza maturata direttamente sul campo: quando i genitori si preoccupano seriamente della salute dei propri figli la relazione ne ha un effetto positivo, magari sul lungo periodo, quando i figli riconoscono e sono grati ai propri genitori per il loro precoce interessamento ai fini della loro salute; inoltre, se il minore usa droghe rischiando di mettere seriamente a repentaglio la propria salute e mentendo al genitore, ebbene lui stesso il rapporto di fiducia l’ha già rotto… è questione di lealtà reciproca."

"E’ comunque necessario approfondire ancora con ulteriori studi se introdurre il test antidroga come screenig sia efficace anche nel contesto italiano per prevenire la dipendenza. In merito alla proposta di rendere obbligatori questi test nelle scuole, noi consigliamo prudenza per ragioni di privacy e possibile futura discriminazione che potrebbe esserci; gli unici che dovrebbero sapere se il minore si droga devono essere in prima battuta i genitori, le famiglie e il tutto andrebbe gestito in un contesto sanitario (medico e psicologico) molto preparato a questo."

Alcuni dati: in Veneto è stata eseguita una importante ricerca dall’Osservatorio Regionale sulle Dipendenze di Verona, negli anni 2005 e 2006 (studio Droval) su un campione significativo intervistato con metodo “face to face” (molto affidabile) su 4917 giovani su tutta la Regione, di età media di 16,2 anni (ds 1,7) su cui sono emersi dati eclatanti, considerata la giovane età del campione, sull’uso attuale di sostanze: alcol 60%, cannabis 15%, amfetamine 0,8% (ecstasi 1,1%), LSD 0,9%, cocaina 1,8%, eroina o,7%. L’età media di inizio era di 15,2 anni (più o meno 1,8 anni) per le droghe e di 14,2 anni (più o meno 2 anni) per l’alcol. Dati di dettaglio disponibili su Dronet Veneto e Dronet.

Redattore: Staff Dronet
Indirizzo: Osservatorio Regionale sulle Dipendenze Regione Veneto, via Germania 20, 37135 Verona
Email: info@dronet.org
 

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