Chi è maggiormente a rischio di dipendenza da antidolorifici? Come bilanciare un adeguato trattamento del dolore con il rischio di dipendenza dal farmaco?
Sono le domande a cui stanno cercando di rispondere in questi giorni 500 fra ricercatori e clinici convocati dal NIDA alla prima conferenza Pain, opioids and addiction: an urgent problem for doctors and patients per discutere sul crescente fenomeno dell’abuso di farmaci antidolorifici e il possibile sviluppo di dipendenza nei pazienti in condizioni di dolore cronico.
Nora Volkow, direttore del NIDA, ha dichiarato oggi alla stampa che "le attuali proporzioni dell’utilizzo a fini non medici di antidolorifici oppioidi, in particolare fra i giovani, ci portano a considerare questi temi una urgente priorità”.
Una indagine del 2006, Monitoring the Future Survey, aveva infatti mostrato che ben il 10% degli studenti risultava avere usato antidolorifici per scopi non medici negli ultimi 12 mesi, con tassi altrettanto elevati di abuso di altri farmaci a prescrizione.
Nella conferenza verrà analizzato come le motivazioni degli adolescenti all’abuso di farmaci oppioidi possano risultare predittive di future assunzioni di droghe. I ricercatori faranno il punto anche sullo stato dell’arte delle conoscenze dei meccanismi cerebrali che regolano dolore e dipendenza e delle alterazioni genetiche che influenzano la risposta allo stress che rendono alcuni soggetti molto più vulnerabili di altri alla dipendenza. Fra i principali obiettivi della conferenza la possibilità di sviluppare terapie del dolore non implicanti rischi di abuso, tolleranza e dipendenza dal farmaco.
La conferenza è organizzata da NIDA insieme al NIH Pain Consortium e all'American Medical Association.
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