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12-12-2006
Per il fumo da record dimezzare non basta
Ridurre anche di molto il numero di sigarette non porta effetti significativi
Fonte: Tempo Medico
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Titolo originale e autori: Fonte: Tobacco Control 2006; 15: 452, 472 e iv17-Valeria Confalonieri - Tempo Medico n. 816

Per i forti fumatori non è sufficiente ridurre alla metà il numero di sigarette per avere benefici rilevanti e se non si abbandona il vizio durante la gravidanza è più facile che la prole inizi a fumare da grande. E' quanto riportato da due studi pubblicati su Tobacco Control.
Il primo studio, condotto da alcuni ricercatori norvegesi, è incentrato sugli effetti di una marcata riduzione, superiore al 50 per cento, della quantità di sigarette consumate da forti fumatori (che raggiungono o superano le 15 sigarette al giorno). In uno studio prospettico di coorte quasi 25.000 uomini e oltre 26.000 donne tra i 20 e i 49 anni sono stati valutati a metà degli anni settanta per i principali fattori di rischio per malattie cardiovascolari e poi seguiti fino al 2003 con almeno un controllo intermedio. Il campione è stato suddiviso in categorie in base all'abitudine o meno al fumo, alla quantità di sigarette fumate e all'entità di riduzione del consumo; è stato quindi calcolato il rischio relativo di morte per qualsiasi causa, per malattia cardiovascolare, per cardiopatia ischemica, per tumore del polmone e per tutte le altre possibili cause collegate al fumo. "Nei forti fumatori, uomini e donne, che hanno ridotto il consumo giornaliero di oltre il 50 per cento, la mortalità combinata per tutte le cause non è calata a paragone con la mortalità di coloro che sono rimasti forti fumatori o che hanno ridotto il loro consumo in maniera minore" spiegano Aage Tverdal e Kjell Bjartveit, autori dello studio. "Anche per le cause specifiche di mortalità considerate non abbiamo trovato differenze statisticamente significative tra coloro che hanno più che dimezzato le sigarette e i forti fumatori". I risultati, sottolineano i ricercatori, possono avere importanti conseguenze sui programmi di educazione sanitaria e di counselling.
Gli effetti sulle nuove generazioni dell'abbandono del fumo da parte degli adulti sono al centro del secondo studio, condotto in Australia su oltre 3.000 mamme, che sono state seguite con i loro figli a partire dalla gravidanza (avvenuta all'inizio degli anni ottanta) fino ai 21 anni di età della prole. I ricercatori hanno confrontato l'abitudine al fumo dei figli (valutando se avessero iniziato prima o dopo i 14 anni e se il consumo fosse regolare) con quella delle mamme (suddivise in non fumatrici, fumatrici, fumatrici prima o dopo ma non durante la gravidanza). Il numero di giovani che fumavano regolarmente, indipendentemente dall'età di inizio, era maggiore fra i figli di fumatrici che non avevano smesso durante la gravidanza rispetto ai figli di non fumatrici. E l'abitudine al fumo dei ragazzi le cui madri avevano temporaneamente smesso durante l'attesa era paragonabile a quella dei figli di madri che non avevano mai fumato. "I risultati dimostrano un effetto diretto del fumo materno in utero sullo sviluppo di comportamenti inerenti il fumo nei figli e forniscono un incentivo ulteriore per persuadere le donne a non fumare durante la gravidanza" commentano i ricercatori australiani.
Passando infine dal consumatore al produttore, Tobacco Control ospita una terza ricerca, statunitense, che ha analizzato come, fra il 1986 e il 2003, i produttori di tabacco si siano difesi dalle accuse mosse al loro prodotto di essere causa di tumore. Dopo una panoramica su come negli anni siano cambiate le posizioni delle aziende, fino ad arrivare all'ammissione del legame tra fumo e cancro, i ricercatori si soffermano su 34 cause legali contro i produttori, indicando alcuni temi ricorrenti di difesa: non ci sono prove scientifiche che colleghino il tumore del polmone al fumo, non c'è il tumore o c'è ma non si associa al fumo in generale o in quel paziente in particolare, quella specifica marca di sigarette non può essere considerata responsabile nel caso di quel paziente, oltre al fumo sono presenti altri fattori di rischio o, infine, fumare è stata una libera scelta del paziente.
Redattore: Staff Dronet
Indirizzo: Osservatorio Regionale sulle Dipendenze Regione Veneto, via Germania 20, 37135 Verona
Email: info@dronet.org
 

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