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05-12-2006
Gli ultimi dati sull'Hiv/Aids. Enrico Garaci: occorre una maggiore percezione del rischio
Fonte: Istituto Superiore di Sanità
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Commento di Enrico Garaci
Sono quasi 60.000 i casi di Aids segnalati in Italia dall'inizio dell'epidemia fino ad oggi. Ma il numero dei casi di HIV e Aids è in calo da oltre 10 anni grazie alla prevenzione e alle terapie. Si è passati da un picco di 5.600 casi di Aids nel '95 a 1452 nel 2005. Contemporaneamente aumentano le persone che convivono con una diagnosi di AIDS. Sono, infatti, più di 22.000 le persone che grazie all'effetto delle terapie antiretrovirali combinate sopravvivono alla malattia.
Il vero problema che ci troviamo di fronte oggi è quello della bassa percezione ancora diffusa del rischio di contrarre l'infezione da Hiv. Nel 1986 i casi di nuove infezioni erano tra i 14000 e i 18.000, e l'iniezione di droga per via endovenosa era la principale modalità di trasmissione dell'infezione da HIV. Nel 2006 i casi di nuove infezioni sono tra i 3.500 e i 4.000, e la principale modalità di contagio è oggi invece rappresentata dai rapporti sessuali a rischio. Di queste persone il 20% è rappresentato da stranieri. Inoltre, il 62,5% delle persone a cui viene riconosciuta una diagnosi di AIDS scopre di essere sieropositiva solo al momento, o poco prima, della diagnosi di malattia conclamata. Questo fenomeno è particolarmente rilevante non solo per i contatti eterosessuali ma anche per gli omo e i bisessuali. Fortunatamente, invece i tossicodipendenti ricorrono sempre più precocemente alla terapia antiretrovirale.
La spiegazione del mancato accesso tempestivo alla terapia si trova nel ritardo della diagnosi di sieropositività. Infatti la proporzione di coloro che giungono tardi alla consapevolezza di essere sieropositivi, cioè al momento stesso della diagnosi o nei sei mesi precedenti, è salita da circa il 20% nel 1996 a più del 55% nell'anno in corso. Come dire che se prima, fino a circa dieci anni fa, solo una persona su 5 effettuava tardi il test sierologico oggi almeno una persona su 2 scopre di essere sieropositiva quando la malattia è già in fase avanzata. L'avvento delle nuove terapie antiretrovirali e un'assistenza medica avanzata hanno modificato, in modo particolare negli ultimi anni, le caratteristiche principali dell'epidemia di Aids in Italia. Rispetto agli anni ottanta i pazienti sieropositivi sperimentano oggi un periodo asintomatico e di benessere più prolungato e una migliore qualità della vita. Questo spiega perché non sia più sufficiente la sola sorveglianza dei casi di Aids ma sia necessaria anche un'analisi delle nuove diagnosi di infezione da Hiv per stimarne la diffusione nel nostro Paese.
Purtroppo, un sistema di sorveglianza nazionale delle nuove diagnosi di infezione non è ancora stato implementato. Sono però fondamentali in questo senso i dati provenienti dalle 8 Regioni e Province che hanno già istituito un sistema di sorveglianza e che pur non rappresentando, l'intera realtà nazionale forniscono in tal modo un'utile indicazione sulla diffusione dell'Hiv nel nostro paese. L'obiettivo futuro è quello di estendere i sistemi di sorveglianza delle nuove infezioni da Hiv a tutte le regioni italiane in modo tale da avere un quadro completo e dettagliato dell'andamento dell'epidemia e poter così effettuare una più precisa programmazione sanitaria ed approntare adeguate campagne di prevenzione.
In sostanza, grazie alle terapie antiretrovirali combinate, si osserva una costante diminuzione del numero di nuovi casi di Aids. Tale decremento è ora più lento, dal momento che, a causa della bassa percezione del rischio delle persone che contraggono l'infezione per via sessuale, si assiste ad un ritardo nell'ingresso in trattamento, conseguente alla mancata effettuazione del test. Inoltre, i dati relativi ai casi di Aids, così come quelli dei sistemi di sorveglianza delle nuove infezioni, attivi in alcune regioni italiane, mostrano rilevanti cambiamenti nelle caratteristiche delle persone colpite. L'insieme dei dati disponibili suggerisce la necessità di campagne di informazione che siano in grado di aumentare la percezione del rischio nella popolazione sessualmente attiva.
Redattore: Staff Dronet
Indirizzo: Osservatorio Regionale sulle Dipendenze Regione Veneto, via Germania 20, 37135 Verona
Email: info@dronet.org
 

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